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Elezioni regionali e referendum costituzionale a fine estate? Noi diciamo no!

di Benedetto Della Vedova

Il Governo giustifica la decisione di anticipare la campagna elettorale per le elezioni regionali e comunali ad agosto e il voto all’inizio di settembre sulla base di un parere del Comitato tecnico scientifico, che individua nella fine dell’estate il periodo più propizio dal punto di vista epidemiologico, peraltro imponendo una serie di prescrizioni rispetto al distanziamento personale ai seggi, e alla sanificazione di tutti i materiali utilizzati (compresi i documenti di riconoscimento), che dovrebbero essere rispettate a maggiore ragione nel periodo della campagna elettorale e in quello precedente di raccolta firme per le liste non rappresentate nei consigli regionali uscenti.

Se questa decisione verrà confermata, e aggravata dalla tenuta in contemporanea del referendum confermativo della riforma costituzionale, il risultato sarà che milioni di elettori saranno esclusi dal diritto di partecipazione politica, visto che sia le attività propedeutiche alla presentazione – la raccolta firme – sia la campagna elettorale sono incompatibili con le misure di prevenzione imposte dal Comitato tecnico. A tutto ciò si aggiunge che, poiché le elezioni comunali e regionali comportano il voto di preferenza individuale, presuppongono una possibilità di incontro, contatto, interlocuzione e conoscenza tra candidati e cittadini esclusi dalle misure – che proseguiranno – di divieto di manifestazioni e assembramenti in luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Non si può chiedere a un comitato di esperti di igiene e profilassi di tenere conto dei risvolti costituzionali e della sostanziale violazione dei diritti costituzionali di elettorato attivo e passivo di una decisione di questa natura, ma non si può nascondere dietro una motivazione “tecnica” la scelta del Governo, che invece sarebbe tenuto a valutare e contemperare tutti gli interessi e i principi in gioco, non conculcando in nome della salute collettiva i diritti politici individuali dei cittadini.

Le decisioni di votare insieme per regionali, amministrative e referendum, di anticipare nell’estate la campagna elettorale e il voto e di non prevedere forme di accesso alternative alla competizione politica di liste e partiti cui è preclusa l’attività di raccolta firme sono a tutti gli effetti gravissime decisioni politiche che ha scelto di adottare questo governo e su cui non sembra intenzionato a fare neppure mezzo passo indietro.

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