Consiglio direttivo del Gruppo Tematico Più Europa Alpi
Sono passati 16 anni dalla prima Giornata Internazionale della Montagna, promossa dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per far crescere in tutto il mondo la consapevolezza dell'importanza dei territori montani e del loro sviluppo sostenibile.
Poco meno di un anno fa questo gruppo tematico in seno a +Europa è nato per dare seguito politico sul territorio italiano allo stesso impegno assunto dall'Onu, conscio di avere avanti a sé il compito molto impegnativo di raccogliere riflessioni e proporre soluzioni lungimiranti ai cittadini di questi territori sulla base dei valori che sentiamo rappresentati in questo partito.
Non si può pensare che le necessità riguardino un esiguo interesse, basti pensare ai seguenti dati per comprendere l'importanza di questi luoghi:
- ai fini statistici viene considerato montano il 35,2% della superficie italiana e vi risiedono il 12,2% dei cittadini italiani,
- il PIL generato in questi territori secondo il Rapporto 2017 della Fondazione Montagne Italia è stato il 17% di quello nazionale
- nel 2018 sono stati meta di 3,4 milioni di turisti stranieri giunti nel nostro paese (il 3,7% del turismo straniero totale), i quali hanno generato entrate per 1,6 miliardi di euro mentre montagna, collina od altopiani rappresentano il 27% delle mete turistiche scelte lo scorso anno dai cittadini italiani
I territori di montagna oltre a questi numeri sono però soprattutto generatori di profonde emozioni: per chi ci vive ogni giorno e per chi sceglie di passarci parte del tempo libero, il futuro deve essere programmato con lungimiranza per continuare a preservare i patrimoni ambientali che li costituiscono e li caratterizzano, valorizzando tipicità ed unicità di tradizioni e luoghi.
Gli uomini e le donne sono state in grado di affrontare per migliaia di anni gli ostacoli dei climi rigidi e degli ambienti impervi creando comunità resilienti che oggi devono affrontare difficoltà più critiche da gestire, che mettono profondamente a rischio la loro permanenza: spopolamento, mancanza di lavoro ed infrastrutture veloci di collegamento con i centri di occupazione più grandi, rischio idrogeologico, digital divide, cambiamenti climatici e cambiamenti nelle abitudini turistiche.
Le proposte che riteniamo utili per uno sviluppo sostenibile devono essere queste:
1) investimenti in infrastrutture per la mobilità su rotaia verso le principali mete turistiche alpine ed appenniniche finanziati tramite la rinegoziazione delle tariffe per le concessioni idroelettriche, per le acque minerali e termali e le concessioni autostradali, riservando la possibilità di investire nella costruzione di nuove strade solo laddove è condizionata la qualità della vita, per migliorarne i livelli di sicurezza e di congestionamento dei centri urbani;
2) rapido completamento del progetto Open Fiber per la totale copertura della rete internet a fibra ottica e sperimentazione della rete 5G per offrire la possibilità di sfruttare il televoro da casa, per incentivare il reinsediamento in località periferiche;
3) valorizzazione e potenziamento degli istituti tecnici e professionali per gli indirizzi turistici, alberghieri, artigianali e industriali per offrire nuove opportunità di formazione a chi non riesce a reinserirsi nel mercato del lavoro e dare vita ad nuova generazione di studenti, altamente specializzata e capace di creare nuovo valore aggiunto nei territori, ponendo una particolare attenzione ai progetti di alternanza scuola-lavoro e collaborando con le associazioni di categoria per la definizione ed il raggiungimento degli standard qualitativi più appropriati;
4) contrasto della speculazione edilizia finalizzata al consumo di nuovo suolo, in favore di ristrutturazioni di vecchi edifici;
5) blocco dei finanziamenti pubblici regionali per l'acquisto di impianti di innevamento artificiale e dei contributi a sostegno delle spese per la produzione di neve artificiale ed eliminazione delle sovvenzioni per l'acquisto di skipass, destinando tutte queste risorse per diversificare l'offerta turistica montana che superi la monocoltura dello sci alpino;
6) incentivazione delle politiche di fusione dei piccoli comuni per offrire ai cittadini una proposta più ampia di classe amministrativa locale, meno campanilista e più preparata, che possa affrontare con maggiori competenze le sfide della sussidiarietà, dell'azione politica d'area, del federalismo e dell'autonomia, trasferendo ai comuni le competenze e le responsabilità in capo alle Comunità Montane;
7) adozione delle best practice messe a punto dalla strategia nazionale delle aree interne, dai programmi di sviluppo europeo interregionali e della strategia europea per la macroregione alpina.
Il nostro impegno oggi passa attraverso la partecipazione al Forum di Uncem a Roma, per portare questa nostra visione di sviluppo per i territori montani e poter continuare a vivere appieno l'immensa gioia che essi ci concedono.