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DL Semplificazioni: come sacrificare concorrenza e legalità in un colpo solo

di Simona Viola

La linea del governo giallorosso in tema di appalti è chiara: più spazio all’arbitrio della Pubblica Amministrazione, meno gare, meno controlli, meno competizione, meno tutela dei diritti delle imprese. Così, al contrario, si squalifica il mercato italiano delle commesse pubbliche italiane.

L’efficienza non si raggiunge sacrificando legalità e concorrenza: il decreto infatti prevede l'affidamento di opere pubbliche senza gara fino a un importo di 4 milioni di euro (con procedura negoziata) e aumenta da 40.000 a 150.000 euro la soglia al di sotto della quale si potrà procedere con affidamento diretto dei lavori.

Ma non sono le gare ad allungare i tempi delle opere pubbliche. Le gare sono, semmai, l'unico argine ad affidamenti opachi in regime di scambio tra politica e affari, e l'unica garanzia di concorrenza a vantaggio di imprese, contribuenti, utenti dei servizi pubblici.

E’ poi inutile parlare di responsabilità dei dirigenti della PA se non si procede con l’opera di necessaria razionalizzazione delle attuali decine di migliaia di stazioni appaltanti e di formazione dei funzionari.

Il DL semplificazioni è espressione di una mancanza di cultura della legalità che incentiva la deroga, il commissariamento, e l’eccezionalità a discapito della regola e della normalità.

Senza rispetto per lo stato di diritto l’Italia non diventerà mai un paese normale.

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