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Decreto rilancio: i contributi a fondo perduto sono finti

di Carmelo Palma

Il decreto cosiddetto “rilancio”, nella bozza che sta circolando oggi prevede un contributo a fondo perduto a favore dei soggetti titolari di reddito d’impresa e di lavoro autonomo, titolari di partita IVA, che nel mese di aprile 2020 abbiano avuto un fatturato o corrispettivi inferiori ai due terzi di quello dell’aprile 2019. In tal caso il contributo a fondo perduto è determinato in percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019, ed è pari al 25% per ricavi fino a 100.000 euro, al 20% fino a 400.000 euro e del 15% fini a 5 milioni di euro.

Il che vuol dire che nel primo caso a un’azienda ferma per tutto il mese di aprile causa Covid saranno dati, al massimo, 2500 euro a fondo perduto, nel secondo caso circa 6500 e nel terzo circa 60.000. Il contributo a fondo perduto che lo Stato garantirà a tutte le imprese piccole e piccolissime (fino a 5 milioni di euro di fatturato) chiuse per un mese dal lockdown sarà pari a una percentuale che per le più piccole sarà pari circa al 2% e per quelle meno piccole pari circa all’1% del loro fatturato 2019. Quindi letteralmente: niente. Puro fumo, pura finzione, pura chiacchiera, pura retorica. Il governo che voleva il Mes come regalo, e non come prestito dall’Ue (cioè da tutti i contribuenti europei), non riconoscerà più di qualche spicciolo a aziende chiuse per coronavirus.

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