PERCHE’ DICIAMO SI’AL GLOBAL COMPACT
di Costanza Hermanin
Come c’era da aspettarsi, il governo italiano intende unirsi a Trump per boicottare il Global Compact sulle migrazioni promosso dalle Nazioni Unite: l’ennesimo attacco al multilateralismo, quando un approccio globale e condiviso all’immigrazione, così come al cambiamento climatico, sarebbe quanto di meglio l’Italia possa auspicare.
E’ dal settembre 2016 che la comunità internazionale, su spinta di Obama e sotto l’ègida dell’ONU, ha iniziato a negoziare un patto per una migrazione sicura, ordinata e regolare, che riguardi sia l’immigrazione economica che quella 'forzata', ossia di chi cerca protezione internazionale. Un percorso durato due anni e che doveva concludersi a Marrakech questo dicembre.
Mentre è chiaro che un fenomeno globale come quello della mobilità umana, che secondo l’ONU riguarda quasi 250 milioni di persone, non può essere governato a livello locale, cresce il numero dei paesi che sostengono che un approccio multilaterale minerebbe la sovranità di un paese, piuttosto che riconoscere che nessun paese può affrontare da solo le migrazioni. Il Global Compact intende fornire una guida su come migliorare a livello globale la gestione dell’immigrazione, condividendone le sfide, gli oneri, ma anche il potenziale.
Invece, come già successo a livello europeo, il governo Conte si schiera con chi decide di bloccare ogni approccio internazionale alla gestione del fenomeno, destinando l’Italia a far fronte da sola e con scelte completamente inadeguate – come quelle adottate col Decreto Salvini – alle sfide globali.
C’è da chiedersi se il Governo non pianifichi di adottare una stessa strategia per la Conferenza sul Cambiamento Climatico, che si terrà in contemporanea con quella di Marrakech, dove Trump ha pure già gettato la strada per un abbandono dell’approccio multilaterale.
COSA PREVEDE IL GLOBAL COMPACT
Il Global Compact identifica obiettivi globali per migliorare il processo di mobilità che ormai riguarda 258 milioni di persone, il 3,4% della popolazione mondiale. Inoltre, include un piano d’azione da cui gli Stati possono attingere in autonomia, secondo la propria situazione specifica e le rispettive capacità.
Il GC propone 23 obiettivi per un governo sostenibile dell’immigrazione.
Tra essi:
- promozione dell’obiettività e l’accuratezza dell’informazione per promuovere un discorso pubblico basato su dati e fatti reali ai fini della corretta percezione del fenomeno;
- la regolarizzazione dei flussi tramite canali stabiliti, documenti riconosciuti, la gestione coordinata delle frontiere e la prevedibilità delle procedure per l’ottenimento dei visti;
- creazione delle condizioni tramite le quali i migranti possano generare un apporto positivo alle comunità d’accoglienza, tramite il riconoscimento delle competenze e dei titoli di studio e processi di potenziamento delle loro capacità d’integrazione nei paesi di destinazione;
- trasferimento ordinato delle rimesse e l’inclusione finanziaria dei migranti;
- un approccio condiviso per facilitare il ritorno sicuro e dignitoso dei migranti e la loro reintegrazione.