di Valerio Federico
Il reddito di cittadinanza è stato introdotto da 7 mesi.
Avrebbe dovuto spostare persone dalla condizione di inattivo - chi non cerca lavoro - a quella di disoccupato - chi lo cerca - e più avanti, naturalmente, di occupato.
Avrebbero dovuto beneficiarne, secondo Di Maio, 6,5 milioni di persone e per il 47% al centro nord.
Avrebbe dovuto avere un effetto positivo sui consumi rilanciando la crescita.
Avrebbe dovuto avere limitatissimi casi di frode.
I primi dati - mentre incredibilmente i 5S festeggiano sul loro sito - sono disastrosi:
Dall'ultima rilevazione mensile dell’Istat emerge una riduzione del numero di disoccupati (-87mila tra luglio e agosto), chi cerca un impiego, accompagnata da un incremento degli inattivi (+73mila), chi non lo cerca, il contrario di quanto sarebbe dovuto accadere con il reddito di cittadinanza.
2/3 di domande accolte vengono dal sud del Paese e i beneficiari sarebbero tra i 2,5 e i 2,8 milioni, poco più di 900 mila nuclei familiari.
Tra i redditi assegnati 700 mila a persone attivabili (collocabili nel mondo del lavoro), di questi poco più di 17 mila hanno trovato lavoro, il 2,5%, collocati da 3 mila navigator.
Nella recente nota di aggiornamento al DEF del governo Conte 2 si spiega che l'impatto del reddito di cittadinanza è rinviato al 2020 per i ritardi nelle politiche attive.
Una prima indagine compiuta dagli investigatori della Spesa pubblica della Guardia di Finanza ha messo in luce livelli di frode che si attestano tra il 60-70% dei casi sottoposti a controllo.
I consumi nel Paese non sono ripartiti.
Il costo del reddito di cittadinanza per il 2019 è pari a 7,1 miliardi.
Purtroppo questa misura, confermata dal Conte 2, dal PD, da Renzi, depressiva per i conti pubblici, chiude la strada a consistenti investimenti in produttività del lavoro, che nel Paese è ferma, bloccando crescita PIL e salari e in ultima istanza alzando il rapporto debito/PIL, la cui riduzione è la chiave economica per il futuro del Paese.
4 febbraio 2019, Conte: «mentre noi abbiamo studiato molto per fare questa riforma, saranno altri che ora studieranno la nostra di riforma». Il premier ha definito il reddito «una conquista di civiltà».