di Ariela Briscuso
Martedì prossimo, 13 ottobre, si eleggeranno 15 (dei 47) seggi del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite. Tra i candidati vi sono la Cina, l'Arabia Saudita, la Russia e Cuba, alcune delle nazioni che maggiormente violano i diritti umani sul pianeta. Con la risoluzione con cui il Consiglio veniva creato, l'Assemblea Generale della Nazioni Unite aveva richiesto che durante le elezioni regolari dei membri del Consiglio per i diritti umani venisse preso in considerazione il contributo dei Paesi candidati alla promozione e alla protezione dei diritti umani. Con la medesima risoluzione si prevedeva, altresì, che i membri del Consiglio dovessero rispettare i più alti standard di promozione e protezione dei diritti umani. Attualmente sembra che tale volontà dell'Assemblea non sia stata rispettata: al momento fanno parte del Consiglio Venezuela, Libia e altre nazioni il cui interesse per i diritti umani non è esattamente consolidato.
L'elezione di Russia, Cuba, Cina ed Arabia Saudita sembra molto probabile, e noi pensiamo che l'Unione Europea dovrebbe far sentire la sua voce contro tale pericolosa eventualità. Che tali violatori di diritti umani - che non hanno manifestato alcuna minima intenzione di migliorarsi - vengano eletti all'organo dell'Onu deputato a promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali non è assolutamente ammissibile.
La Russia continua ad opprimere le rivolte, a limitare le libertà dei propri cittadini, ad avvelenare dissidenti politici, oltre ad aver violato la sovranità nazionale dell'Ucraina, ad essersi illegittimanente appropriata della Crimea ed a continuare ad alimentare conflitti nel Medio Oriente. Cuba è un regime autoritario senza libertà di parola o di espressione. L'Arabia Saudita è considerata uno dei peggiori Paesi al mondo per quanto riguarda la tutela dei diritti delle donne e delle libertà in generale e la Cina, infine, non garantisce le libertà e i diritti fondamentali ai suoi cittadini, oltre ad essere al momento all'attenzione di tutti per campi di concentramento dove detiene gli Uiguri e per il trattamento delle altre minoranze religiose.
Il multilateralismo - come dimostrano anche i successi del WFP premiato quest'anno dal Nobel - non è solamente uno strumento essenziale per adempiere ad obiettivi di benessere e libertà, ma è esso stesso il futuro della politica e, proprio per questo, non è possibile appaltare le organizzazioni internazionali ad un feudalismo tra nazioni, indifferente ai reali obiettivi delle organizzazioni stesse.
L' Alto Rappresentante Borrell e i Paesi dell'Unione tutta devono far sentire la propria voce contro l'elezione di Cina, Cuba, Russia e Arabia Saudita al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite , contro la degradazione del multilateralismo e , quindi, per un sano funzionamento delle organizzazioni internazionali stesse. Affinché l'Onu investighi sui gravissimi abusi di diritti umani che stanno avvenendo nello Xinjiang - indagine sollecitata anche da Guy Verhofstadt- bisogna evitare che la Cina arrivi (nuovamente) nel Consiglio dei diritti umani e possa prevenire, come sovente accade con le dittature nel Consiglio, investigazioni nei propri confronti.