Prime Donne
È vero che il suo libro di poesie - fresco di stampa - s’intitola “La signorina Nessuno”.
Ma quando Giorgia Soleri - che è scrittrice, attivista e modella - è stata definita solo come “fidanzata di Damiano dei Maneskin” durante tutta l’intervista concessa alla trasmissione “Storie italiane”, su Rai 1, non credevamo ai nostri occhi.
“Ho un nome e cognome” si sarebbe sfogata Soleri subito dopo l’intervista, nel rispondere ai propri follower delusi.
Così, mentre Soleri parlava e nel sottopancia la sua identità era esclusivamente riferita al frontman del gruppo rock, ci si chiedeva, increduli, in qualche capitolo de “Il Racconto dell’ancella” si fosse finiti: lo avete letto il romanzo distopico di Margaret Atwood in cui le donne di una teocrazia totalitaria perdono il proprio nome e sono esclusivamente chiamate con quello del marito? “DiDamiano” si chiamerebbe per la Atwood (e per la trasmissione di Rai 1), Giorgia Soleri: un’iperbole fantasiosa, certo, ma neanche tanto visti i tempi che corrono.
Come se le donne acquisissero valore solo in quanto “fidanzate di”.
Come se Giorgia, la cui raccolta di poesie è tra i libri più venduti in Italia e il cui impegno da attivista per l’empowerment femminile ha aiutato ad accendere un faro sulla vulvodinia, dando voce a un dolore finora poco noto, senza Damiano, non fosse nessuno.
Ma serve ancora, nel 2022 sottolineare che le donne non sono definite dai loro partner e non possono essere etichettate come “fidanzate di”? A quanto pare sì!
Cara Rai 1,
Giorgia Soleri non è “la fidanzata di Damiano dei Maneskin”.
Giorgia Soleri è Giorgia Soleri.