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Bulgaria: Un'estate di proteste nell'indifferenza dell'Ue

di Anita Bernacchia

Cinquantacinque giorni. E’ la durata delle proteste tuttora in corso in Bulgaria contro il governo di Boyko Borissov e la Procura di Ivan Ghescev.

Entrambi gli esponenti politici sono accusati di corruzione, attività mafiose e attacchi alla libertà di stampa.
Come accaduto già nella vicina Romania, nel Paese è in corso un conflitto istituzionale che vede il primo ministro opporsi al presidente, Rumen Radev, che prende dichiaratamente la posizione dei manifestanti.
La piazza chiede da luglio le dimissioni di Borissov, il quale non solo non si è dimesso, ma ha anche attuato un rimpasto di governo, inutile perché le proteste sono continuate.

In una recente conferenza stampa, il premier ha di nuovo aggirato lo scoglio proponendo modifiche alla Costituzione, a quanto pare influenzato dall’estrema destra, e dichiarando che solo quando saranno approvate si dimetterà.
Tutto questo avviene nell’indifferenza dell’UE, impegnata nella gestione della crisi bielorussa, ma silente davanti a ciò che avviene in un suo Paese membro.

I cittadini bulgari non ci stanno più e ieri hanno manifestato davanti alla Rappresentanza della Commissione europea a Sofia.
Un grido d’aiuto che l’Europa non può più permettersi di ignorare.

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