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Bisogna impedire che il Covid sfavorisca la concorrenza sui trasporti

Di Francesco Cottafavi

Le regole di distanziamento sui treni colpiscono l’alta velocità in modo più pesante che gli altri servizi, e impattano su un duopolio a sua volta molto impari: quello tra Italo e Trenitalia.

La seconda è parte di un gruppo (Ferrovie dello Stato Italiane) che non ha mai compiuto la separazione netta tra rete e servizi di trasporto e che opera sia in settori di mercato (come l’alta velocità, appunto, e parte dei treni a lunga percorrenza) sia in servizi regolati (alcuni intercity e trasporto regionale) dove al monopolio esistente non corrisponde lo svolgimento di gare per la sua periodica riassegnazione, con danni potenziali per viaggiatori e contribuenti.

Anche la concorrenza è un’infrastruttura di interesse pubblico. Sull’alta velocità, ottenuta in Italia con una rete pagata perlopiù con le tasse di tutti, va preservata impedendo che le difficoltà covid risultino esiziali per Italo, che non può fruire dei sussidi incrociati tra le attività interne a Trenitalia e al gruppo FSI.

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