di Yuri Guaiana
La morte del 31enne Roman Bondarenko in Bielorussia, brutalmente picchiato dai "tikhar", persone in abiti civili e volto coperto che appoggiano la polizia del regime che sta letteralmente massacrando il suo stesso popolo, deve interrogare le coscienze di tutti noi che assistiamo a questa strage di diritto e conseguenti eccessi di violenza dal 9 agosto scorso senza riuscire a fare abbastanza per aiutare i bielorussi.
La risposta delle autorità bielorusse alle proteste di ieri è stata di arrestare oltre 1.100 persone.
L'Ue ha già imposto sanzioni alla Bielorussia e, secondo una nota diffusa dal servizio per l'azione esterna della Commissione (Seae), sarebbe pronta a imporre nuove misure.
Bene, ma dopo i nuovi eccessi raggiunti domenica scorsa, occorre agire subito e non solo con nuove sanzioni a un numero molto maggiore di persone.
Occorre creare corridoi umanitari per le vittime della violenza del regime bielorusso, sostegno ai media indipendenti e agli attivisti per i diritti umani bielorussi e, soprattutto, un’inchiesta internazionale (se non un vero e proprio tribunale internazionale) sui crimini perpetrati dal regime di Lukashenko.
Non si può aspettare oltre.
Qualcosa dovrebbe e potrebbe farla anche l’Italia, se il ministro degli Esteri avesse la bontà di occuparsi di ciò che accade a due ore di volo da noi.