di Emma Bonino
Sono settimane che mi spendo dicendo che la fine della missione in Afghanistan avrebbe determinato un ritorno dei talebani al potere. Nell'ultimo periodo, soprattutto intervenendo in Senato, ho segnalato che il ritiro delle truppe avrebbe avuto questo esito: un disastro politico ed umanitario. Ho chiesto che i cooperanti locali che hanno garantito alle missioni internazionali, compresa quella italiana, di poter svolgere il loro lavoro in loco (autisti, cuochi, interpreti e via dicendo) potessero essere protetti.
Non mi ha mai convinto la tesi dell'accordo politico coi talebani, perché, che mi risulti, non ci sono talebani moderati e la notizia che la missione diplomatica italiana a Kabul venga mantenuta è una contraddizione, considerato che senza la protezione militare i nostri diplomatici potranno al massimo stare chiusi nelle sedi diplomatiche stesse.
Già nel 1997-'98, quando mi feci promotrice della campagna "Un fiore per le donne di Kabul" le attiviste, che mi fecero fiducia togliendo il burka, spingevano perché venissero loro riconosciuti una serie di diritti, come poter essere istruite, che erano loro preclusi. Tutti gli avanzamenti raggiunti, coi talebani alle porte di Kabul, lasciano solo intravedere un ritorno al passato.
Bisogna attivarsi per proteggere gli afgani.