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Addio a Domenico Lenarduzzi, “papà” Erasmus

di Anita Bernacchia

Non saremmo i trentenni e quarantenni di oggi senza Domenico Lenarduzzi, “papà Erasmus”. Colui che, un bel giorno del 1987, vide compiersi il suo sogno di anni: il programma Erasmus.

Figlio di un minatore friulano emigrato a Charleroi, in Belgio, Domenico aveva compreso da piccolo, e sulla propria pelle, cos’è il confronto con un paese straniero. Le sue straordinarie capacità gli permisero però l’accesso a un’istruzione d’eccellenza e più tardi maturò la convinzione visionaria che tutti gli studenti, di ogni origine e ceto, dovessero avere le sue stesse possibilità. Da lì all’Erasmus la strada è stata difficile, tra diffidenze e opposizioni, ma oggi, quando purtroppo Domenico non c'è più, possiamo affermare che ne è valsa la pena.

Oltre dieci milioni di studenti europei hanno beneficiato del programma nella sua variante universitaria, al quale si è affiancato dal 2014 Erasmus+ che prevede periodi di tirocinio lavorativo in un altro paese europeo.
L’Erasmus è democratico, perché consente a giovani di ogni origine, razza o religione di effettuare un periodo di studio all’estero, con il riconoscimento in patria degli esami sostenuti. Vera e propria palestra di vita, consente il confronto con culture, lingue e modi di pensare diversi. Contribuendo, in fin dei conti, a una più profonda integrazione europea, e al rafforzamento dei legami tra cittadini europei. Sono tanti i figli nati da “genitori Erasmus”, un vero e proprio esercito di cittadini pronti a cambiare l’Europa.

Il programma Erasmus ha introdotto lo scambio culturale come valore fondante di una Europa nuova e di una moderna cittadinanza, sempre più europea. Non solo: come auspicato da un altro mitteleuropeo, Stefan Zweig, che vedeva opportuno lo scambio educativo europeo già tra scuole superiori, è il precursore ideale di quell’obiettivo a cui le più romantiche visioni federaliste tendono: un’istruzione europea

 

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? Per chi volesse rendere omaggio a Domenico Lenarduzzi, le esequie si svolgeranno domani 14 dicembre alle 10, presso la Basilica del Sacro Cuore di Koekelberg, 1081 Bruxelles.

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