Prima l'Ucraina, poi la Georgia, adesso la Romania. La decisione della Corte costituzionale rumena dimostra quello che, purtroppo quasi in solitudine, abbiamo sempre segnalato: non solo le ingerenze russe esistono eccome, in questo caso con investimenti tra le centinaia e centinaia di i migliaia di euro e il milione, ma sono in grado di sovvertire i processi democratici. E di trasformare degli Stati sovrani in Stati fantoccio. La Lega ha definito "allarmante" e "pericoloso" questo precedente. Riferendosi, però, non alle ingerenze russe, ma alla decisione della Corte rumena. Certi amori, evidentemente non finiscono.
Ecco, oggi è toccato alla Romania. Domani potrebbe toccare a Italia, Francia e Germania, magari con la complicità di esponenti politici legati sentimentalmente o economicamente a Mosca. Per questo, oggi più che mai, è necessario rafforzare l'Unione europea e dotarla di una sola voce in politica estera e di difesa. No ai ricatti di Putin, no ai putinisti mascherati.