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8 agosto 1956-2020. Marcinelle, una tragedia europea

Gruppo Più Europa Bruxelles
L’Italia e il Belgio ricordano quest’anno il 74° anniversario degli “accordi sul carbone”, firmati dopo la seconda guerra mondiale per colmare un enorme fabbisogno di manodopera nel settore carbonifero belga. Settore caratterizzato da impianti estrattivi arretrati e non più competitivi, in cui i belgi non volevano più lavorare. All’epoca, per altro, il carbone era l’unica fonte energetica cui ricorrere in tempi rapidi per avviare la ricostruzione.

La strage del Bois du Cazier, dove persero la vita 136 italiani su 262 vittime, fu uno spartiacque. Il governo italiano fu costretto, sull’onda dell’emozione, ad aprire gli occhi sulle indicibili condizioni di lavoro cui erano costretti i minatori italiani. Scendevano fino a 945 metri, nelle viscere della terra, come avvenne alle 8.10 della mattina dell’8 agosto 1956, senza protezione alcuna se non un caschetto, ammassati uno accanto all’altro in ascensori in cui non ci si poteva neppure alzare in piedi, costretti a scavare il carbone in cunicoli alti al massimo 50 centimetri. Il Corriere della Sera il giorno dopo titolò “Tragedia nostra”, mentre Dino Buzzati commentò: “Bois du Cazier, questo lontano posto che non si era mai sentito nominare, diventa Italia”. Dopo tale disastro fu introdotto l'obbligo di usare la maschera antigas.

L’istituzione della CECA nel 1951, primo passo verso l’integrazione europea, insieme alla concorrenza e al diffondersi di altri combustibili fossili, fu per il Belgio l’inizio del declino dell’attività estrattiva che portò alla diminuzione delle partenze dall’Italia, che cessarono comunque all’indomani di Marcinelle per volere del governo Italiano.

A causa del COVID-19, per la prima volta quest'anno la commemorazione pubblica del disastro dell'8 agosto 1956 al Bois du Cazier non avrà luogo.

Oggi, grazie alla libertà di movimento garantita dall’UE, andare a lavorare in un altro stato membro non costituisce più un sacrificio o una scelta obbligata come lo era per i minatori italiani di allora. Inoltre, la legislazione europea tutela la sicurezza sul lavoro, anche se, nell’UE delle imprese europee e globali, non più nazionali, molto resta ancora da fare per disciplinare e migliorare le effettive condizioni lavorative in tutti gli stati e i rapporti sindacali transnazionali.

La tragedia di Marcinelle ci ricorda poi che per i lavoratori migranti dall'Italia e verso l'Italia occorre sviluppare un contesto europeo di sicurezza sociale e sanitaria.

Da quel 1946, quando migliaia di giovani italiani cominciarono a partire per il Belgio in cerca di una vita migliore, alla tragedia di dieci anni dopo è davvero un soffio. Un soffio in cui si incastonano storie di padri, madri e figli, che hanno sofferto per noi, ma hanno dato vita a un’intera comunità che oggi, malgrado tutto, è integrata e a tutti gli effetti cittadina europea.

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