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Regolarizziamo i lavoratori stranieri in agricoltura

Emma Bonino
La pandemia del Covid-19 e le restrizioni alla circolazione dei lavoratori stagionali mettono oggettivamente a rischio i raccolti dell’agricoltura italiana. Le istituzioni, di fronte a questo fenomeno, hanno il dovere di garantire la tenuta di una importante filiera produttiva, e la possibilità per tutti i cittadini di avere, in questa fase difficile, un regolare approvvigionamento di prodotti alimentari. Come rilevano le organizzazioni del settore, potrebbero mancare molti lavoratori stranieri, che costituiscono circa un terzo della forza lavoro impiegata e che sono tornati nei Paesi di origine. Questo rende ancora più grave il rischio dello sfruttamento della forza lavoro irregolare.
Una urgente misura di buon senso è quindi quella, giustamente proposta dal Ministro Bellanova, di aprire canali di immediata regolarizzazione degli stranieri impiegati nel lavoro agricolo, sia per contrastare i fenomeni di caporalato e di intermediazione mafiosa, sia per offrire risorse necessarie alle imprese del settore, nel pieno rispetto della legalità e delle norme contrattuali.
No allo sfruttamento, sì alla legalità; no all’ipocrisia, sì al riconoscimento del ruolo insostituibile che gli stranieri esercitano nel lavoro agricolo. Per questo serve subito un provvedimento che restituisca una garanzia effettiva ai diritti dei lavoratori e offra una piena tutela alla attività delle imprese.

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