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No a una legge di stabilità tutta debito e tasse. Lavoriamo a contro-manovra a emissioni zero

di Piercamillo Falasca

Per evitare l’aumento dell’Iva, ridurre significativamente il cuneo fiscale sul lavoro e promuovere interventi per la crescita c’era una strada coraggiosa ma equa: abolire Quota 100 e reddito di cittadinanza, reintroducendo al posto di questo ultimo il reddito di inclusione per le fasce meno abbienti. Non solo, si poteva fare uno sforzo maggiore in tema di revisione della spesa: recuperare appena 1,8 miliardi è meno del minimo sindacale.

Con le risorse recuperate da Quota 100, RdC e da una spending review più robusta, avremmo potuto evitare lo scempio che si va profilando e che il governo ha messo nero su bianco nella Nota di aggiornamento del Def: maggior deficit pubblico per 15 miliardi di euro, rinvio dell’aumento dell’Iva al 2021 (quando sarà al 26,5%), proventi della lotta all’evasione spacciati come entrata certa ma chiaramente molto incerti, aumenti di tasse presenti e future. Il tutto portando il debito pubblico alla cifra spaventosa del 135% e gli interessi ben oltre i 70 miliardi annui.

Nella sostanza questa manovra prevede più gettito (cioè più tasse pagate dagli italiani), più spesa pubblica e più deficit. Tutto il contrario di ciò che servirebbe in un Paese in cui la crescita è frenata, in primo luogo, dalla pressione fiscale e in cui i costi di una politica di bilancio perennemente in espansione sono trasferiti alle nuove generazioni.
Un governo che avesse voluto dare un vero segno di discontinuità avrebbe evitato di aumentare così fortemente il deficit e soprattutto avrebbe interamente destinato il recupero dell’evasione alla riduzione delle imposte pagate dai contribuenti onesti, non all’aumento della spesa pubblica. Questo governo, esattamente come il precedente, ha scelto di fare esattamente il contrario.

Con Più Europa iniziamo oggi un lavoro che ci porterà a individuare, fin dalle prossime settimane, una visione alternativa e possibile di manovra finanziaria non a debito, in cui le misure per la riduzione della tassazione del lavoro e gli investimenti si concilino con la riduzione del deficit pubblico e quindi del debito, perché ogni euro di debito in più è una tassa che stiamo imponendo ai più giovani. Se volete, la nostra sarà una manovra a emissioni zero: vogliamo lasciar loro un ambiente meno inquinato, ma anche un bilancio pubblico più sano e libero dall’ipoteca e dalla miopia delle generazioni passate.

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