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Navalny avvelenato, ci sono le prove. Ora l’Italia revochi il cavalierato al premier russo

di Yuri Guaiana

Dalla Germania arrivano prove inequivocabili di ciò che ormai tutti sapevano: Aleksej Navalny è stato avvelenato, al fine di silenziarlo, con il Novichok, un agente nervino in dotazione ai servizi segreti russi e già usato due anni fa nel Regno Unito contro l'ex agente Sergei Skripal e sua figlia.

Mentre la Germania convoca l’ambasciatore russo, l’Italia si limita a una nota di condanna.

Se proprio il governo non vuole convocare l’ambasciatore russo, almeno abbia la decenza di revocare il titolo di Cavaliere di Gran Croce della Repubblica, il massimo riconoscimento che lo Stato italiano può assegnare a personaggi di altri Stati, conferito il 21 luglio scorso dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del ministro Luigi Di Maio, al primo ministro della Federazione Russa, Mikhail Vladimirovich Mishustin, e al ministro dell’Industria e del Commercio, Denis Manturov.

Dopo le menzogne su Crimea, Donbas, MH17, Litvinenko e Skripal, Mosca non ha più nessuna credibilità per condurre un’indagine trasparente.

Se è vero, come dice la Merkel, che "Il crimine contro Aleksej Navalny è diretto contro i valori e i diritti fondamentali che difendiamo", allora l’Unione Europea deve prendersi le sue responsabilità imponendo sanzioni e la comunità internazionale deve collaborare per trovare e punire severamente i responsabili.

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