Salta

MES: un classico esempio di quando le posizioni ideologiche prevalgono sul buon senso

di Paolo Costanzo

L'offerta di una linea di credito precauzionale del Mes, specificamente dedicata all'attuale emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, si è prestata ad un acceso dibattito con profili ideologici che poco hanno a vedere con l’interesse del Paese.

Proviamo a fare un po’ di chiarezza: Il 23 aprile 2020, a seguito di una proposta formulata dall’Eurogruppo, ovvero dai Ministri dell’Economia dell’Eurozona, il Consiglio Europeo ha approvato l’istituzione di una nuova linea di credito del MES chiamata “Pandemic Crisis Support”. Tale linea di credito può essere attivata fino al 2 per cento del Pil 2019 di ciascun Paese (36 miliardi per l’Italia).

Si è parlato di condizionalità e di sorveglianza rafforzata per narrare ai cittadini che l’utilizzo della linea di credito avrebbe comportato una vigilanza rafforzata sui conti pubblici o, peggio ancora, il commissariamento del Paese al pari di quanto accadde per la Grecia. Ebbene, il Consiglio europeo ha confermato che l’unica condizione è rappresentata dalla circostanza chelo Stato richiedente si impegni ad usare il credito per sostenere il finanziamento dei costi diretti e indiretti sostenuti per la sanità, la cura e la prevenzione in conseguenza della crisi Covid-19. Quanto alla vigilanza rafforzata, il regolamento 1069/2020 della Commissione Europea, adottato il 19 giugno 2020, ha introdotto l’articolo 2-bis al regolamento 877/2013, il quale specifica che, se un paese dovesse essere sottoposto a sorveglianza rafforzata unicamente per l’utilizzo delle risorse per la gestione dell’emergenza sanitaria, gli obblighi informativi previsti dal Regolamento 473/2013 riguarderebbero solo l’uso di tali fondi (finalizzati a coprire costi di assistenza sanitaria, cura e prevenzione) e non tutti gli indicatori e dati macroeconomici richiesti in situazioni ordinarie e specificati nell’allegato dello stesso regolamento. Le informazioni da fornire in questo caso sono elencate, in modo dettagliato, nell’allegato 2 del regolamento di modifica e riguardano i costi (diretti e indiretti) di assistenza sanitaria, cura e prevenzione legati alla pandemia e la spesa sanitaria pubblica complessiva che si stima sia stata sostenuta per far fronte al suo impatto sul sistema sanitario.

Vi è poi la questione legata alla convenienza economica a chiedere questa specifica linea di credito per l'emergenza Covid 19. Sulla base di recenti dichiarazioni di alti dirigenti del Mes non è irrealistico ipotizzare un tasso di interesse di mezzo punto percentuale per un prestito settennale. Poiché il nostro tasso di interesse di mercato per tale scadenza è attualmente di circa un punto e mezzo, il risparmio sarebbe di un punto percentuale l'anno che significherebbe un risparmio cumulato di due miliardi e mezzo (qualcosa in meno se si considera anche l’impatto della tassazione degli interessi sul debito).

Il Nadef recentemente approvato dal CdM, rileva che nel triennio 2020-2022 gli oneri per interessi incideranno per circa 58 miliardi di euro e un risparmio di 360 milioni di spese per interessi l’anno farebbe sicuramente comodo qualora investito anziché erogato ai creditori. Le recenti dichiarazioni del Ministro Gualtieri non fanno ben sperare dato che, evidentemente, le posizioni ideologiche sembra abbiano prevalso sul buon senso.

Continua a leggere

Ultime News

Scrivi un commento

Controlla la tua e-mail per un collegamento per attivare il tuo account.