di Giordano Masini
La dichiarazione dello stato di emergenza non è alla base dei poteri che il Presidente del Consiglio esercita attraverso i dpcm. Lo stato di emergenza assegna poteri straordinari (ma piuttosto ovvi in circostanze come questa) alla protezione civile. Opporsi al prolungamento dello stato di emergenza pensando ai poteri eccezionali del premier rischia di inquadrare nel mirino il bersaglio sbagliato.
Semmai il prolungamento dello stato di emergenza sarebbe la premessa logica per la richiesta immediata dei fondi del Mes: se l’emergenza continua, è indispensabile accedere alle risorse che consentirebbero di affrontarla.
I poteri veramente eccezionali e fuori misura se concentrati nelle mani di una sola persona, e che consentono di restringere libertà e diritti altrimenti comprimibili solo con legge o provvedimenti dell’autorità giudiziaria, sono stati conferiti al premier con il decreto legge 6/2020, decreto che il Parlamento ha convertito in legge senza correggere nemmeno il fatto che non poneva limiti al loro esercizio, cosa tanto enorme da essere stata sanata da un decreto successivo.
Lo stato di emergenza non serve, peraltro, nemmeno a istituire le zone rosse. Per quello basterebbero i poteri (ordinari) del ministro della sanità (anch’essi sostanzialmente “espropriati” dal premier attraverso quei decreti).
Quindi la preoccupazione per la concentrazione straordinaria di poteri nelle mani del Presidente del Consiglio è legittima e fondata, lo è a maggior ragione in questa fase, ma lo stato di emergenza c’entra poco.
Per approfondire:
https://phastidio.net/2020/07/12/un-anno-di-ordinaria-emergenza/