Il rinvio in commissione della proposta di Mdp sull'articolo 18 è senza dubbio una buona notizia e rappresenta una vittoria della cultura delle assunzioni e un no alla cultura dei licenziamenti. Siamo stati gli unici in Parlamento a opporci a questo testo da anni '70 e ora siamo contenti che venga ufficialmente affossato. E' imbarazzante l'assenza del centrodestra e di Forza Italia su questo tema: non hanno presentato nessun emendamento, ma dimostrano più attivismo solo sulla difesa dei balneari, su battaglie contro la concorrenza o sul distacco di Sappada.
Lo diciamo sin da ora: siamo contro un innalzamento delle indennità al lavoratore licenziato come manovra di scambio in legge di bilancio. Sappiamo di essere quasi soli in questa battaglia a tutela della cultura d'impresa, ma continueremo a combatterla.
La scelta del Pd e della maggioranza di schierarsi contro la proposta di MDP sulla restaurazione dell'art. 18 rappresenta una vittoria netta contro i conservatori e la sconfitta di un totem ideologico antistorico nelle politiche del lavoro, la fine di uno slogan-provocazione da fine legislatura. Dopo che la relatrice Di Salvo ha annunciato di voler riferire in senso contrario alla proposta, abbiamo, quindi, comunicato al presidente Damiano il ritiro dei nostri emendamenti soppressivi.
Noi abbiamo scelto di proseguire coerentemente il nostro impegno di questi anni a sostegno delle politiche di riforma del mercato del lavoro. Opporsi a questi vecchi totem ideologici vuol dire sostenere assunzioni e non licenziamenti più facili.
Come Forza Europa siamo soddisfatti dell'incontro con i radicali e con il segretario del Pd, Matteo Renzi, a cui abbiamo sempre riconosciuto un coraggio innovatore nel campo del lavoro e siamo soddisfatti per la scelta del Pd a favore di politiche di apertura e di modernizzazione, proprio come avvenuto con la bocciatura dei tentativi di restaurazione dell'articolo 18 promossi da Mdp in Commissione Lavoro alla Camera.
Andrea Mazziotti