Di Giordano Masini
Lo stop forzato imposto alla filiera della produzione di ricambi e attrezzature agricole è un errore grave che va corretto subito. Per l’agricoltura, che è ovviamente un’attività essenziale, è come ridurre drasticamente la manodopera e sperare che le produzioni non subiscano ripercussioni gravi.
Quello delle attrezzature per l'agricoltura è l'esempio classico che si fa quando si vuole spiegare che alcune attività produttive sono indispensabili per garantire la continuità di filiere essenziali. Eppure, di fronte alle pressioni di alcune confederazioni sindacali preoccupate per la salute dei lavoratori delle fabbriche, si è deciso di depennarle dall'elenco delle attività da tenere aperte.
Questa scelta rischia di avere conseguenze molto gravi: è primavera, l’attività nei campi è al suo massimo e siamo alla vigilia della stagione di raccolta della maggioranza dei prodotti. Naturalmente il problema non riguarda in maniera rilevante i trattori, ma soprattutto le attrezzature trainate, i ricambi, tutto ciò che permette ad aziende fortemente meccanizzate di non fermarsi. Pensiamo anche ai dispositivi meccanici indispensabili alla sopravvivenza e al benessere degli animali nelle stalle.
Non è pensabile che nel momento in cui l'intero comparto agroalimentare è messo sotto pressione da una parte dalla domanda in aumento, dall'altra dalle difficoltà oggettive che scontano tutte le attività produttive durante questa crisi, un anello della catena si interrompa mettendo a repentaglio l'approvvigionamento alimentare delle famiglie in una fase tanto delicata. Non possiamo permetterci che sia la penuria di derrate negli scaffali dei supermercati e l’impennata dei loro prezzi a rendere evidente a tutti la portata dell'errore.
Alle preoccupazioni comprensibili dei sindacati si deve rispondere con norme sulla sicurezza certe, con controlli adeguati e con il coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori nel trovare soluzioni adeguate nelle aziende, non certo offrendo lo scalpo di questo o di quel settore produttivo, soprattutto se essenziale per mantenere costante ed economica la disponibilità di cibo.