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Il rischio di una crisi delle iscrizioni all’università

Di Antonio Santoro, Vincenzo Giannico e Manlio Lomazzo

Il Ministro dell'Università Manfredi ha stimato un calo di immatricolazione di circa il 20% a causa dell’emergenza Coronavirus, un dato simile a quello che si registrò dopo la crisi del 2008, che risulterà ancora più drammatico nelle aree più depresse e già afflitte da povertà di capitale umano.
La situazione degli studenti e dell’Università italiani era già complessa prima del Covid-19. L’Italia è il penultimo Paese in Europa per numero di laureati, mentre il nostro sistema universitario risulta da anni complessivamente sottofinanziato in termini di didattica, borse di studio e ricerca.
Gli italiani in possesso di una laurea sono il 19% dei 25-64enni e il 28% dei 25-34enni, laddove gli altri Paesi viaggiano al di sopra del 30%(Germania), 40% (Spagna e Francia) o 50% (Regno Unito). L’investimento complessivo nel sistema scolastico e universitario è pari a circa il 3,6% del Pil, contro una media del 5% dell’area Ocse. A ciò si aggiunge un livello di tassazione tra i più alti d’Europa, fatto che è tra le maggiori cause della contrazione del numero di iscrizioni.
Nell’Italia post Coronavirus, la formazione universitaria potrebbe diventare un lusso per pochi e ciò avrebbe ripercussioni enormi e nefaste dal punto di vista sociale, culturale, economico e produttivo. Gli investimenti in formazione, conoscenza e ricerca sono il fattore essenziale per la creatività, l’innovazione e il benessere di lungo periodo.
È necessario ripensare il nostro welfare partendo dalla qualità dell’istruzione e dalla possibilità per tutti di accedere all’Università. È il miglior investimento che possiamo fare per il Paese e per le prossime generazioni.
A livello europeo, istruzione, università e ricerca avrebbero bisogno di un ambizioso programma di spesa e coordinamento, sia per migliorare i corsi, i progetti e gli scambi, partendo dall’esperienza dell’Erasmus, sia per innalzare la qualità degli standard educativi in tutto il continente.

NECESSARIE NUOVE RISORSE PER MENO TASSE E PIÙ BORSE DI STUDIO
Per garantire la continuità didattica e delle attività accademiche, le Università si sono organizzate con lezioni e servizi digitali. Occorre garantire il supporto necessario per queste attività, oltre che per le misure igieniche e il rispetto dei protocolli sanitari. Inoltre, si aggiungono tre proposte al Governo per favorire gli studenti e le iscrizioni al prossimo anno accademico:
- Estensione della no tax area per studenti con ISEE fino a 25 mila euro (attualmente fino a 13 mila);
- Incremento di 300 milioni del Fondo Integrativo Statale per le borse di studio, per sostenere gli studenti e famiglie nelle aree più povere (attualmente di 267,8 milioni);
- Creazione di un fondo di 200 milioni per borse di studio e di dottorato su soli criteri di merito.

 

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