di Simona Viola
L’escalation della violenza nelle proteste di Hong Kong è drammatica. E c’è una responsabilità anche di una grossa parte della comunità internazionale, che ha assunto una posizione di neutralità (chiamiamola così), che la rende complice. Primo tra tutti il nostro ministro degli Esteri Di Maio, il quale, nella sua recente visita a Pechino, si è ben guardato dal condannare la repressione cinese, rivendicando anzi una 'non interferenza' che umilia il nostro Paese e che lo schiera di fatto dalla parte sbagliata.
Invece di difendere la democrazia, i diritti civili e il diritto di manifestare, il nostro ministro degli Esteri trincera l'Italia dietro quella 'non interferenza' che da sempre è invocata e pretesa dai regimi autoritari o totalitari per avere mano libera contro i propri cittadini.