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Giustizia, Della Vedova: "servono riforme. Separazione delle carriere e degli organi di autogoverno"

di Benedetto Della Vedova
 
Le polemiche sulle manovre per la nomina dei vertici di molti uffici giudiziari, a partire dalla Procura di Roma, riducono erroneamente a sola questione di malcostume o di corruzione un problema che è invece legato alle regole di funzionamento dell’organo di autogoverno dei giudici e, più in generale, al ruolo ‘politico’ impropriamente assegnato all’esercizio del potere giudiziario. La soluzione dei problemi legati alla deriva correntizia della magistratura non può essere, come viene richiesto ipocritamente da parti di molti giudici e pm, la condanna preventiva o l'ostracismo di magistrati e politici finiti al centro delle indagini, che sono ben lontane dal concludersi. La soluzione è legata a una vera riforma del potere giudiziario e dei suoi meccanismi di autogoverno.
La separazione delle carriere tra i magistrati requirenti e giudicanti con l’istituzione di due distinti e separati organi di autogoverno, come richiesto dall’Unione delle Camere penali segnerebbe una vera svolta e soprattutto arginerebbe gli effetti nefasti legati sull’intera magistratura della lotta politica per il controllo degli uffici di procura.

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