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E alla fine il governo aumentò a 1,50 il prezzo delle mascherine

di Piercamillo Falasca

La vicenda del prezzo calmierato delle mascherine sarebbe ormai comica, se non avesse risvolti drammatici per la sicurezza dei cittadini italiani. Secondo quanto si legge sugli organi di stampa, nel cosiddetto Decreto Rilancio il governo  starebbe immaginando un clamoroso dietrofront sull’annuncio del tetto a 0,50 euro per le mascherine chirurgiche, aumentandolo a 1,50. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a una vera e propria ammissione di incapacità e irresponsabilità da parte dell'esecutivo e del commissario Arcuri. In questi giorni, a causa del prezzo populista da Arcuri e Conte, mancano mascherine chirurgiche nelle farmacie e nei negozi italiani. Si rischia di aver rallentato di due settimane una macchina produttiva e organizzativa di vitale importanza nel momento peggiore, quello della ripartenza delle attività lavorative e sociali per milioni di italiani, la fase in cui dobbiamo essere attentissimi affinché il contagio non torni a crescere. Se si vuole sostenere la spesa di mascherine da parte delle famiglie si prevedano detrazioni fiscali più robuste, ma non si continui a pasticciare sui prezzi. Vale per le mascherine chirurgiche come per le altre.

E’ evidente che né Arcuri né Conte hanno letto il capitolo dei Promessi Sposi in cui si racconta come un tetto artificiosamente basso al prezzo del pane ne determinò la mancata produzione e l’assalto ai forni. Provvederemo a far avere loro una copia, a prezzo calmierato.

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