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Covid: Ministro Speranza, servono linee guida chiare e coerenti

di Giordano Masini

Durante la prima ondata del covid-19 avevamo evidenziato come il piano pandemico nazionale e i piani pandemici regionali non fossero stati presi in considerazione, e che sebbene fossero datati e tarati sull’eventualità di un’epidemia di influenza, contenevano indicazioni molto utili su come prepararsi all’arrivo della pandemia. Oggi siamo allo stesso punto di allora. Il Servizio Sanitario Nazionale ha acquisito importanti competenze sul campo, ma queste competenze non sono state raccolte e organizzate in un piano organico nazionale di cui oggi, con l’arrivo della seconda ondata, si sente molto la mancanza. Ogni regione si muove per conto suo, ci sono ritardi gravi nella preparazione di nuovi posti di terapia intensiva, non sono disponibili - almeno non lo sono ovunque - luoghi sicuri come gli hotel per far trascorrere la quarantena agli asintomatici a distanza dai familiari, è ancora poco diffuso e spesso ostacolato l’impiego dei test rapidi (anche in pooling) per lo screening periodico della popolazione, e questo sovraccarica il lavoro di chi fa i tamponi tradizionali, come dimostrano le file insostenibili ai drive-in della capitale. Stiamo tornando alla situazione per cui si è costretti a rinunciare a fare test a chi invece ne avrebbe bisogno, e questo provoca anche l’interruzione della catena del tracciamento. Essere in ritardo non significa però non essere ancora in tempo. Chiediamo al ministro Speranza di adoperarsi perché la reazione alla seconda ondata avvenga secondo linee guida chiare e coerenti indicate da un piano organico nazionale - flessibile e aggiornabile quotidianamente con lo sviluppo delle nuove conoscenze - al quale tutti i soggetti coinvolti nel contrasto alla pandemia possano fare riferimento, da Nord a Sud. Non facciamoci trovare impreparati.

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