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L’Italia al penultimo posto nell’utilizzo dei fondi europei

Di Benedetto Della Vedova

In Italia i sovranisti da anni ripetono che “l’Europa ci lascia soli”.

In questi mesi molti populisti di Governo promettono di fare miracoli con le risorse europee del recovery fund, individuato come una cornucopia cui attingere per soddisfare ogni promessa elettoralistica.

La realtà sta da un’altra parte.
Pur in un bilancio comunitario di dimensioni ridotte, l’Ue mette a disposizione miliardi di euro ogni anno, che l’Italia è colpevolmente incapace di spendere (facciamo meglio solo della Croazia).

Le risorse europee sono destinate a progetti precisi e vanno utilizzate rispettando gli standard comunitari.

Questo ci obbliga a essere prudenti sulla capacità del nostro paese di beneficiare dei fondi di Next Generation Eu: i 209 miliardi per l’Italia arriveranno a fronte di riforme e progetti concordati con la Commissione ed erogati a tranche, in base all’attuazione dei piani di spesa ed investimento.

L’Europa c’è, l’Italia non ancora.

*Nella tabella, la fotografia scattata dalla Corte dei Conti europea: l’Italia è al penultimo posto nell’assorbimento dei fondi strutturali: nel 2019 è arrivata a stento a superare il 30%, rispetto ad una media europea del 40%.
Vuol dire perdere o non investire il 70% dei fondi messi a disposizione.

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