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Coronavirus: servono visione e previsione

di Alessandra Senatore

La vicenda del COVID-19 induce una riflessione politica, perché da questa emergenza sanitaria emerge tutta la complessità di un mondo in cui l'interconnessione è la chiave di volta per intellegere ogni processo e fenomeno sociale, economico ed evidentemente anche sanitario.
È sempre più chiaro che ci sono materie che per loro portata, richiedono un approccio coordinato a livello macro. La Sanità in un mondo globalizzato è cosa che va governata con la giusta visione, che non può ridursi ad ambiti circoscritti nei territori regionali, e forse non è più sufficiente nemmeno il livello nazionale. Il Coronavirus ci sta imponendo, nostro malgrado, l'urgenza di dover estendere la nostra visione di governo ad un livello superiore, almeno europeo. Semplicemente perché la Sanità non è solo una vicenda di medici e presidi territoriali o di gestione più o meno efficiente di risorse, ma attiene a questioni di igiene internazionale, a maggior ragione con il verificarsi di massicci flussi migratori che ormai interessano molti paesi occidentali, oltre alle già normali implicazioni che discendono dalle quotidiane movimentazioni di merci e persone.
Quello che accade oggi ci dice che non abbiamo saputo prevedere una cosa che probabilmente era ipotizzabile avvenisse prima o poi, quale esito possibile delle dinamiche proprie di un mondo ormai globalmente interconnesso, e ci costringe, gioco forza, ad occuparcene senza essere preparati a farlo.
Emerge con forza, ancora una volta - un vizio ormai conclamato in più contesti: dall'ambiente, all'economia, alla politica - che le nostre classi dirigenti hanno perso la capacità di previsione, che è l'altra faccia della medaglia di una incapacità di visione. Si governa l'oggi, spesso in emergenza, proprio perché nel governare non si ha mai una visione di lungo periodo. Il tempo è un fattore strategico non solo per cogliere opportunità tempestivamente, ma anche per disegnare strategie di reazione efficienti ad eventi prevedibili. Dovremmo riappropriarci della capacità di prevedere il futuro, non solo per ponderare responsabilmente l'impatto delle scelte di oggi in modo statico, ma anche per programmare il governo degli esiti possibili di certi processi in modo dinamico.

Essere preparati a gestire gli esiti possibili è l'unico modo per governare un processo in maniera efficiente. Per questo è fondamentale avere una visione, possibilmente con uno spettro ampio e che sia orientato nello spazio e nel tempo. Un mondo globale richiede una capacità di governo estesa e coordinata a livelli d'interdipendenza adeguati alla scala globale e tarati sulla velocità dei cambiamenti di una società ipertecnologicamente avanzata.

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