A condizioni date, senza una riforma costituzionale più complessiva, il taglio dei parlamentari targato Movimento 5 Stelle e accettato dal Pd e da Italia Viva, potrebbe tra qualche mese regalare a Salvini una maggioranza monocolore al Senato.
Ecco perché:
sulla base della attuale legge elettorale e della previsione costituzionale dell’elezione del Senato su base regionale, nonché di un numero minimo di 3 eletti a Regione (con l’eccezione del Molise, che ne ha due e la Valle D’Aosta che ne ha uno), il risultato che ne deriverà sarà il seguente:
- lo sbarramento per l’accesso al Senato sarà quasi in tutte le regioni superiore al 10% (e non il 3% previsto dalla legge elettorale);
- una forza politica nazionale con poco più del 30% dei voti potrà raggiungere agevolmente la maggioranza assoluta dei seggi del Senato.
Insomma, quanti in Parlamento hanno votato il governo Conte II per “non consegnare il Paese a Salvini”, approvando martedì la legge per la riduzione del numero dei parlamentari, creeranno le condizioni perché Salvini, con i voti raccolti alle elezioni europee 2019, possa diventare nella prossima legislatura il padrone di Palazzo Madama.