di Riccardo Magi
L'arresto del presidente dell'Assemblea Capitolina Marcello De Vito nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria sul nuovo stadio e su altri progetti di riqualificazione urbana e' una notizia per cui nessuno dovrebbe esultare. E' la seconda volta nelle ultime due consiliature che il presidente del Consiglio comunale della Capitale, un 'mister preferenze' e leader del proprio partito a livello locale, viene arrestato durante il mandato.
Al di la' del corso e dell'esito delle vicende giudiziarie, questo e' il sintomo di una crisi gravissima e profonda della Capitale, crisi della rappresentanza politica, dei partiti, del rapporto tra politica e amministrazione da cui sembrano prodursi solo paralisi o atti illeciti. Quando accadde nel 2014 con la cosiddetta inchiesta Mafia Capitale, esponenti nazionali di primo piano del M5s, di cui oggi alcuni ricoprono incarichi di governo, invasero l'Aula Giulio Cesare del Campidoglio al grido di 'onesta'-onesta'', arance alla mano e inscenando una lettura pubblica delle intercettazioni dell'inchiesta.
A distanza di pochi anni speriamo sia chiaro a tutti che il cambiamento non passa dalla politica degli slogan. Sulla vicenda dello Stadio della Roma come Radicali avevamo diffidato tutti i consiglieri comunali affinche' non approvassero la delibera che ha riconosciuto un inesistente interesse pubblico al progetto, le ragioni di quella diffida oggi sono ancora piu' evidenti.