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All’Italia manca buon senso europeista, non un altro partito no euro.

Di Alessandra Senatore 

Dopo M5S e Lega, che negli hanno propagandato e ancora oggi continuano a propagandare l’uscita dell’Italia dall’euro, non avevamo certo bisogno di un altro partito per l’Italexit, come quello di Gianluigi Paragone, giornalista eletto con i grillini (e con chi, altrimenti?) fanatico della tesi astrusa e priva di qualsiasi fondamento di una banca nazionale che stampa moneta illimitata per renderci tutti ricchi, come fossimo giocatori di Monopoli.

A mancare in Italia, piuttosto, è invece buon senso europeista.

L’economia italiana è appesa al filo, sempre più sottile, di un debito che continuerà a crescere e pesare sulla nostra economia e sul futuro, anche a causa del persistere di scelte scellerate che hanno preferito puntare esclusivamente su misure assistenziali come quota 100 e reddito di cittadinanza, o peggio ancora su investimenti fallimentari come Alitalia, piuttosto che destinare risorse importanti a politiche produttive capaci di creare crescita economica e lavoro.

In questo equilibrio così precario, l’Europa rappresenta l’unica scialuppa di salvataggio che, malgrado la nostra incapacità di governo, continua a tenderci le braccia per non farci affondare. Questo stato di cose è ormai così chiaro e palese che sembra davvero assurdo ci sia ancora qualcuno con la velleità di proporre una uscita dall’Euro, prospettando la tanto astratta quanto pericolosa illusione di un paese che possa bastarsi da solo in un mondo in cui le sfide economiche e geopolitiche si configurano sempre di più come scontro tra titani.

Ritorniamo quindi alla realtà del mondo e smettiamola di vaneggiare: l’UE e l’euro sono la nostra unica salvezza, da sola l’Italia affonderebbe come una zattera in mezzo al mediterraneo.

Piuttosto usiamo questo ritrovato orgoglio nazionale, che ormai ognuno cavalca a suo uso e consumo, per impegnarci ad utilizzare al meglio le risorse che l’UE ci metterà a disposizione con il Recovery Fund, pur conoscendo i nostri vizi, provando a ricostruire con i fatti la nostra credibilità per riprenderci il ruolo di protagonisti decisivi dello scacchiere europeo.

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