5 milioni di italiani, soprattutto giovani, studiano e lavorano in una regione diversa da quella del comune di residenza.
L’Italia, oltre a Cipro e Malta, è l’unico Paese in Europa a non riconoscergli il diritto di votare nella città in cui vivono per le elezioni politiche.
Persino stati come Ungheria e Polonia hanno sistemi che consentono il voto a distanza.
I cittadini italiani che, anche per periodi brevi, lavorano all’estero possono votare. Chi lavora e studia in Italia NO.
In questi giorni si sarebbe dovuto votare in Parlamento un disegno di legge che avrebbe garantito questo diritto. La caduta del Governo Draghi ha cancellato anche questa possibilità.
Per questo motivo al Senato a prima firma di Emma Bonino e alla Camera a prima firma di Riccardo Magi, come +Europa/Azione è stata presentata un'interrogazione alla ministra Lamorgese e abbiamo lanciato un appello al Governo per fare tutto il possibile per agevolare il voto di quasi un decimo della popolazione italiana.
Le studentesse e gli studenti universitari, in particolar modo, il 25 settembre, saranno in sessione d’esame e di laurea.
Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla vita politica e poi non permettergli di votare dove vivono.
Firma ora il nostro appello, fai sentire la tua voce #iovotofuorisede
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Per depenalizzare la cannabis e aprire la strada delle legalizzazione in Italia
Se vince il sì la coltivazione domestica per uso personale destinate non sarà più reato.
Restano puniti i reati di produzione massiva e detenzione ai fini di spaccio.
Se vince il sì la popolazione carceraria, costituita per un terzo da persone detenute per reati connessi al Testo Unico sulle Droghe e in maggior parte legati alla cannabis, diminuirebbe drasticamente, incidendo positivamente sul problema del sovraffollamento delle carceri.
Se vince il sì non sarà più prevista la sospensione della patente come sanzione amministrativa per chi detiene una piccola quantità di sostanza stupefacente per uso personale. Guidare dopo averla consumata resta reato.
Perché legalizzazione la cannabis è una scelta antimafia
Il mercato della Cannabis in Italia vale il 39% degli affari della criminalità organizzata sullo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’Italia oggi è il Paese europeo con le leggi più severe
per i reati connessi alla Cannabis eppure il consumo continua ad aumentare. Sono 6 milioni (1 italiano su 10)
le persone che usano Cannabis ogni anno.
È oramai evidente che proibire non funziona.
Lo hanno capito, tra gli altri, gli USA e il Canada dove la legalizzazione ha già portato a una riduzione dei consumi
e a un uso più consapevole e controllato oltre alla nascita
di una nuova economia con regole stringenti.
I BENEFICI DELLA CANNABIS LEGALE
35.000 nuovi posti di lavoro per una nuova economia legale e trasparente.
7 miliardi di euro di nuove entrate nelle casse dello Stato.
Meno processi per il nostro sistema giudiziario grazie alla depenalizzazione dei reati minori
e più risorse per la lotta al narcotraffico.
Mai più pazienti in tribunale per aver coltivato in casa la cannabis di cui hanno bisogno
e che lo Stato non riesce a fornirgli.
Programmi di informazione ed educazione sui rischi legati all’abuso e alla prevenzione delle dipendenze.
Aggiungi signatureREFERENDUM EUTANASIA LEGALE
Per essere liberi fino alla fine.
Il referendum vuole abrogare parzialmente la norma penale che impedisce l’introduzione dell’Eutanasia legale in Italia.
Con questo intervento referendario l’eutanasia attiva, previa valutazione del giudice in sede processuale, potrà essere consentita nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla Sentenza della Consulta sul “Caso Cappato”, ma rimarrà punita se il fatto è commesso contro una persona incapace o contro una persona il cui consenso sia stato estorto con violenza, minaccia o contro un minore di diciotto anni. Dunque, l’esito abrogativo del referendum farebbe venir meno il divieto assoluto dell’eutanasia e la consentirebbe limitatamente alle forme previste dalla legge 219/2017 in materia di consenso informato.
Per quanto riguarda, invece, condotte realizzate al di fuori delle forme previste dall’ordinamento sarà applicabile il reato di omicidio doloso (art. 575 cp).
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