Comunicato stampa di Riccardo Magi
Siamo stati tra i primi ad aderire alla piazza per l’Europa e confermo che +Europa sabato ci sarà, anche se non condividiamo tutte le motivazioni che porteranno altri in quella piazza. Ma ci saremo non solo per ribadire che l’Europa è il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro, ma lo faremo per dire che è ora di più Europa: maggiore integrazione, maggiore cooperazione tra gli Stati, una politica estera e di difesa comune. E, speriamo presto, un esercito comune.
Per noi, più Europa vuol dire Stati Uniti d'Europa, una federazione di Stati europei con una politica estera comune, un esercito comune, ma anche un sistema fiscale comune, un sussidio di disoccupazione europeo, politiche migratorie comuni, ancora più fondi comuni per la ricerca scientifica e così via. Ecco perché il piano di riarmo von der Leyen non è ovviamente la risposta alla nostra richiesta, ma è sicuramente un primo passo per la costruzione di una difesa comune. Volere una difesa comune vuol dire sognare una Europa in assetto di guerra contro USA e Russia? Assolutamente no. Ma l’Europa non può farsi trovare ogni volta puntualmente impreparata ad affrontare le emergenze. Cosa accadrebbe però se Putin, di cui nessuno può fidarsi, portasse la guerra oltre i confini ucraini? Affidiamo la nostra capacità di difesa all’inaffidabile Trump? Il presidente Usa ha chiesto all’Ucraina le Terre Rare in cambio di protezione. Cosa chiederebbe in cambio a noi europei?. Sono solo ipotesi, è vero, nessuno sogna la guerra in Europa. Ma in ambito di difesa e sicurezza bisogna sempre contemplare le ipotesi peggiori soprattutto quando sono drammaticamente realistiche.
Da partito che si chiama +Europa saremo sabato in piazza, con le bandiere dell’Europa e con quelle dell’Ucraina, perché quei colori sono oggi i colori della democrazia minacciata da Putin. E verremo con in mano il manifesto di Ventotene: perché è l’ora degli Stati Uniti d’Europa, con tutto quello che comporta, compreso un esercito che se necessario ci difenda.
