Salta

Separazione delle carriere: o fai il Giudice o fai il PM

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE: O FAI IL GIUDICE O IL PM

 

Il referendum abroga la possibilità per i magistrati di passare dalla funzione giudicante a quella dell’accusa durante la propria carriera. La commistione fra le due carriere crea un rapporto tra magistrati giudicanti e pubblici ministeri strettissimo, che oggettivamente inquina o annacqua l’imparzialità dei giudici, a vantaggio della accusa.

Il referendum mira a rendere irreversibile la scelta operata dal magistrato, al termine del tirocinio, fra funzione, giudicante o requirente (pubblico ministero) mentre attualmente i magistrati possono effettuare ben quattro passaggi (che la riforma Cartabia, approvata dalla Camera dei deputati, ridurrebbe a uno solo).

Insomma: o fai il pm o fai il giudice perché il cittadino ha diritto ad avere un giudice terzo rispetto sia all’avvocato della difesa che al magistrato della pubblica accusa.

La magistratura a norma dell'Art. 104 della Costituzione è un unico Ordine, soggetto ai poteri dell’unico Consiglio Superiore della Magistratura.

La completa separazione delle due funzioni giudiziarie potrebbe realizzarsi solo con percorsi di carriera separati tra giudici e pubblici ministeri e con la creazione di due organi di autogoverno distinti, per la quale tuttavia occorrerebbe una modifica costituzionale.

La separazione delle carriere è invece realizzabile fin da ora: la Corte Costituzionale ha infatti chiarito che l'Art. 104 della Costituzione non impone né preclude la configurazione di una carriera unica o di carriere separate fra i magistrati addetti alle funzioni giudicanti e a quelle requirenti, né impedisce di limitare o condizionare  il passaggio dello stesso magistrato, nel corso della sua carriera, dall’una all’altra funzione.

Le storture del sistema sono davanti agli occhi di tutti da molto tempo e non è la prima volta che il tema è oggetto di quesito referendario.

Nel 2000  un referendum promosso dal Partito Radicale aveva già l’obiettivo della separazione delle funzioni dei magistrati requirenti e giudicanti, ma non raggiunse il quorum dei partecipanti: a  favore della separazione si era espresso il 69 % dei votati

Nel 2001 la riforma Castelli originariamente prevedeva anche la separazione delle carriere dei magistrati, che tuttavia non fu poi approvata.

La separazione delle funzioni riapparve nel 2007 nella c.d. riforma Mastella, che ha stabilito la regola, tuttora vigente, di un numero massimo di quattro passaggi di funzioni da giudicanti a requirenti e viceversa, da effettuarsi solo dopo lo svolgimento delle stesse funzioni per almeno cinque anni.

Nel 2017, sono state depositate alla Camera dei deputati oltre 70.000 firme a sostegno della proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare sulla separazione delle carriere dei magistrati, promossa dall'Unione delle Camere Penali Italiane e dal "Comitato promotore della proposta di separazione delle carriere", ma alla proposta non è stato mai dato il dovuto seguito parlamentare.

La separazione delle funzioni costituisce uno snodo fondamentale per consentire al processo penale italiano di adeguarsi, finalmente, al modello del processo accusatorio e liberarsi del processo inquisitorio, dando così piena attuazione all'Articolo 111 della Costituzione, secondo cui «ogni processo si svolge nel contraddittorio delle parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo ed imparziale. La legge ne stabilisce la ragionevole durata».

La riforma del “giusto processo” è necessaria anche per dare attuazione dell’articolo 6 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali: numerose sentenze della corte di Strasburgo hanno infatti condannato il sistema giudiziario italiano per violazione dei principi di garanzia dei cittadini.

Il referendum intende dunque anche definitivamente superare un sistema anacronistico e antigiuridico, dove accusa e difesa stanno su piani differenti e asimmetrici: accusatori e decisori sono colleghi che rivestono, nel tempo, gli stessi ruoli a parti invertite. Come si può confidare nella imparzialità del decisore?

 

SE VUOI SAPERNE DI PIU’

Clicca qui se vuoi leggere il quesito referendario e se vuoi vedere come è la legge adesso e come risulterebbe in caso di vittoria dei SI’

Clicca qui per sapere cosa prevede al riguardo la c.d. “Riforma Cartabia” già approvata dalla (sola) Camera dei Deputati

Clicca qui per leggere la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato ammissibile il referendum

Clicca qui se vuoi vedere e ascoltare l’intervista di un giurista di ITALIASTATODIDIRITTO sul referendum

 


Mostra 2 reazioni

Controlla la tua e-mail per un collegamento per attivare il tuo account.

  • Luigi Quercetti
    published this page in Giustizia Giusta 2022-05-25 12:46:27 +0200
  • Luigi Quercetti
    published this page in Giustizia Giusta 2022-05-25 12:45:17 +0200