Di Simona Viola
Oggi al Parlamento Europeo Richard Bennett ha illustrato alla sottocommissione “diritti umani” la missione di “rapporteur” della situazione afghana che gli è stata affidata. La sua nomina è stata fortemente voluta da +Europa che si è spesa - con Emma Bonino e Benedetto Della Vedova - affinché fosse mantenuto uno sguardo vigile sul grado di (mancato) rispetto dei diritti umani in Afghanistan. È stato molto interessante ascoltare Mr Bennett che ha riferito della coraggiosa resistenza delle donne afghane che continuano - sole - a manifestare per i diritti di tutti nel loro paese. Ciascuna di loro rischia la violenza, il carcere, la morte. Le “sparizioni”, le torture, le uccisioni e le condanne sommarie aumentano ogni giorno. Bennett ha detto che occorre assolutamente sostenere la loro iniziativa.
Il governo teocratico e sanguinario dei talebani sta in effetti cercando di far sparire le donne e le ragazze dalla società, per renderle invisibili, asservite e ridotte a un ruolo di sostanziale schiavitù e riproduttivo. La prima emergenza è il riconoscimento del diritto allo studio, oggi negato, alle bambine e alle ragazze. Forza Bennett! Forza Europa!
Intervista di Emma Bonino al Corriere Della Sera
Emma Bonino, visti gli esiti dei referendum pensa che questo istituto sia arrivato al capolinea?
La morte del referendum è stata decretata più volte, ma poi si crea sempre un’occasione, magari imprevista, e gli elettori tornano ad appropriarsene.
E' stato il tecnicismo dei quesiti referendari che non ha portato la gente al voto?
Non c’è stata una campagna politica, una discussione complessiva sul tema giustizia come fu ai tempi di Tortora e del Referendum sulla responsabilità dei magistrati. Salvini che li aveva promossi alla fine è sparito. Comunque, ci fossero stati i due referendum che +Europa aveva co-promosso, cannabis ed eutanasia, avremmo visto un altro film.
E’ soddisfatta del risultato di +Europa alle amministrative?
Molto. Penso al risultato di Palermo, dove Fabrizio Ferrandelli, che è Presidente della Assemblea di +Europa, ha riscosso un successo straordinario con il 14% come candidato sindaco e portando la lista della federazione +Europa/Azione oltre l'8%: sopra il M5S. Poi i risultati dell'Aquila o di Alessandria. Abbiamo dimostrato, fuori dalle coalizioni, che la scommessa della federazione con Azione per dare vita a un progetto politico ed elettorale europeista, liberaldemocratico e riformista, si può vincere. Abbiamo le idee e le persone per farlo.
Cosa pensa di fare con questo patrimonio di voti? E’ favorevole al campo largo di Letta?
Letta è certamente un europeista e sulla crisi ucraina ha tenuto posizioni per me molto positive, ma il suo campo largo sembra ispirarsi all’aritmetica più che alla politica: sommare tutto quel che c’è per battere gli altri. E se il punto di partenza resta l’alleanza intangibile con il M5S, di Conte, Grillo o magari di Di Battista, non c’è chiarezza, non c’è alcun racconto nuovo. Per questo noi stiamo facendo altro, un progetto autonomo.
Un campo largo alternativo?
Il nostro campo in partenza sarà più o meno largo, ma è chiaro: guardiamo ai liberali europei, che probabilmente formeranno un’unica famiglia politica in Ue con Macron. Poi siamo alternativi ai sovranisti e ai populisti. Aggiungo che sosteniamo Draghi con convinzione. Con Calenda abbiamo scelto la federazione, unendo in un’unica prospettiva elettorale soggetti che restano distinti: lavorandoci bene vedo che comincia a funzionare, e cresceremo.
Ci sarebbe dentro anche Renzi?
Ho criticato alcune sue frequentazioni internazionali, ma non personalizzo. Vedremo se sarà possibile lavorare insieme. Per la cronaca, avevamo chiesto a Italia Viva di unirsi con noi con Ferrandelli, ma hanno scelto diversamente.
Pensa che il Pd si convincerà mai a staccarsi dai Cinque stelle? Secondo Carlo Calenda quella tra Pd e M5s è una saldatura ormai irreversibile…
Non so se sia irreversibile, penso sia sbagliata. E Conte in difficoltà potrebbe scegliere di scartare, di andare da solo.
Come legge il dato dell’astensionismo molto elevato anche alle amministrative?
Votare è un diritto, non un obbligo, ma mi dispiace. Anche in Francia i votanti sono in calo: dobbiamo avere dibattiti politici meno introvertiti e ricordare a tutti che se loro non si occupano di politica, la politica si occuperà comunque di loro. Io vedo che le nostre battaglie sui diritti e il federalismo europeo, comunque, coinvolgono i più giovani.
E’ favorevole ad una riforma elettorale in termini proporzionali?
Questa legge elettorale ha dato cattiva prova, ma non penso si cambierà.
Ed è favorevole al ripristino delle preferenze?
Penso che un ritorno alle preferenze darebbe solo l’illusione di avvicinare eletto ed elettore, favorendo invece cordate e potentati. Meglio i collegi, uninominali o plurinominali.
Quando Cloe Bianco rivelò alla sua classe la propria identità di genere, la sospesero dall'insegnamento.
Era il 2015 e lei, per la prima volta, si presentò a scuola, nell'istituto di Agraria 'Scarpa-Mattei' di San Donà di Piave, con caschetto, minigonna, ombretto e smalto sulle dita.
Un modo, il suo, per uscire finalmente dall'invisibilità. E per dire semplicemente questo: "Io esisto. E sono una donna trans".
Per questo, per questa gravissima "colpa", fu prima sospesa e poi definitivamente allontanata da quel mestiere - l'insegnamento - per cui si era formata e aveva studiato.
Arrivarono a spostarla in segreteria, pur di tenerla lontana dagli studenti.
Tre giorni fa, Cloe Bianco ha dato fuoco al camper in cui viveva, per farla finita: "Io sono brutta, decisamente brutta, sono una donna transgenere. Sono un’offesa al mio genere, un’offesa al genere femminile. Non faccio neppure pietà, neppure questo".
In Italia, nel 2022, una donna trans si è tolta la vita dandosi alle fiamme. Perché la transfobia non solo esiste, ma uccide. Psicologicamente e fisicamente.Provate ad applaudire adesso.
Finalmente è arrivato
Ce lo avete chiesto in tanti ed ecco finalmente il programma dettagliato della seconda edizione del laboratorio di Prime Donne.
Si parte:
Sabato 18 giugno
Ore: 10
Luogo: Istituto Luigi Sturzo, via delle Coppelle, 35, 00186 Roma
I temi: Competenza carisma e politica, ruolo di genere e cambiamento climatico, parlare chiaro e farsi ascoltare, un altro genere di rivoluzione, lavoro ed economia di genere, industria 4.0, diritto di cittadinanza e diritti Lgbtiq+, donne e potere, storia del femminismo, comunicazione, fundraising in politica e tanti altri.
Con: Emma Bonino, Benedetto Della Vedova, Le Contemporanee, Susanna Camusso, Barbara Leda Kenny, Cristina Prenestina/Francesco Pierri, Monica Frassoni, Antonella Soldo, Barbara Masini, Insaf Dimassi, Yuri Guaiana, Maria Saeli, Gabriele Granato, Ilaria Donatio e tanti altri.
Abbiamo bisogno di te, della tua partecipazione, della tua consapevolezza.
Per questo, anche se non sei stata selezionata o selezionato, troverai sui nostri canali social delle pillole delle lezioni.
Continua a seguirci sui canali social di Prime Donne.
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Benedetto Della Vedova a Coffee Break su La7
Di Benedetto Della Vedova
In queste elezioni amministrative abbiamo sperimentato la federazione tra +Europa e Azione: in due capoluoghi di regione eravamo presenti con la lista a sostegno di candidati autonomi dalle coalizioni di centrodestra e centrosinistra.
Guardando gli exit poll, a Palermo il Presidente dell’Assemblea di +Europa, Fabrizio Ferrandelli, si colloca tra il 14% e il 18%; a L’Aquila, Amerigo Di Benedetto è tra il 21% e il 25%. Anche a Verona abbiamo presentato la lista +Europa e Azione, visto che non c’era il simbolo del M5S, sostenendo Tommasi, che attualmente sembra essere in vantaggio.
Questi risultati, come altri che vedremo con i dati finali, dimostrano che lo sforzo comune con Azione e liste civiche per un polo europeista e liberal-democratico alternativo a sovranismi e populismi poggia su basi solide.
Intervista di Riccardo Magi a La Repubblica
Occorre modificare il quorum, sennò i referendum continueranno a fallire, perché vincerà sempre il partito del non voto». Riccardo Magi, una lunga militanza radicale, parlamentare di +Europa, ha sostenuto il Sì ai referendum sulla giustizia promossi dalla Lega e dai Radicali di Maurizio Turco.
Magi, flop dei referendum, ne valeva la pena farli?
«Dal 1995 a oggi, quindi negli ultimi trent’anni, nessun referendum ha raggiunto il quorum, eccetto nel 2011 quelli trainati dai quesiti su nucleare e acqua. La scarsa affluenza a un referendum è sempre un problema per la democrazia. Sarebbe opportuno che ci fosse un intervento, a cominciare dalla questione del quorum. Il 50% degli elettori, ovvero la maggioranza, è una soglia che con difficoltà si raggiunge persino per le politiche e per le amministrative. Il quorum va modificato, evitando che nei referendum abrogativi il No si trasformi nel partito del non voto, portando facilmente al fallimento di ogni referendum».
Quali soluzioni propone?
«Una soluzione potrebbe essere quella di legare la validità del referendum al 25% dei favorevoli, cioè dei Sì all’abrogazione: in questo modo anche chi è per il No, sarebbe incentivato a recarsi a votare. Poi c’è il ruolo della Consulta. La Corte costituzionale ha impedito di votare tre referendum: su cannabis, eutanasia (i soli convocati grazie alla raccolta di firme dei cittadini) e responsabilità diretta dei magistrati. Se ammessi, sarebbe stata tutt’altra cosa, trattandosi di argomenti molto sentiti. Allora sì che il quorum sarebbe stato raggiunto. Qui c’è l’altro punto: vanno ridefiniti i poteri della Corte costituzionale nel giudizio di ammissibilità, perché sono ormai andati oltre la lettera della Carta».
Il referendum è fallito perché i quesiti erano troppo tecnici? O perché proposto dalla destra di Salvini?
«Entrambe le cose hanno avuto un peso. Alcuni quesiti riguardano aspetti regolamentari di non facile spiegazione. E il ruolo della Lega ha contato: Salvini in una prima fase li ha cavalcati politicamente, poi li ha abbandonati. Come sempre, pesa la mancanza di informazione da parte della Rai: le tribune erano collocate in fasce orarie impossibili».
Ora sulla riforma della giustizia si accelera?
«La riforma Cartabia è frutto di un compromesso: è anche il minimo che si possa chiedere, i referendum andavano oltre. Spero ci sia lealtà nel sostenere quella riforma da parte della maggioranza».
Elezioni comunali del 12 giugno 2022
Come votare alle elezioni amministrative di domenica
Alle elezioni amministrative di domenica +Europa presenta il proprio simbolo nella lista di federazione con Azione a Palermo, l'Aquila, Verona, Alessandria, Asti e Borgomanero. A Palermo, in particolare, corre per la carica di Sindaco il presidente dell'Assemblea Nazionale di +Europa Fabrizio Ferrandelli, e per il consiglio comunale, oltre allo stesso Ferrandelli, sosteniamo tra gli altri Manuela Quadrante e Cesare Mattaliano. A l'Aquila sosteniamo il candidato Sindaco Americo di Benedetto e i candidati al consiglio comunale Elena Ciuca e Maurizio Cirillo, mentre a Verona daremo la preferenza a Giorgio Pasetto e Marina Sorina tra i candidati di +Europa a sostegno del candidato Sindaco Damiano Tommasi.
Tutti i nostri candidati:
Abruzzo
L'Aquila
Candidati al Consiglio Comunale: Elena Ciuca e Maurizio Cirillo
Lista: Federazione +Europa/Azione per Americo Di Benedetto Sindaco
Campania
Pimonte
Candidato Sindaco: Francesco Somma
Lista: SiAmo Pimonte
Emilia-Romagna
Parma
Candidati al Consiglio Comunale: Luca Amadasi, Simona Marzo, Federico Valenti
Lista: Onda
Piacenza
Candidati al Consiglio Comunale: Nicoletta Parisi, Enrico Caruso
Lista: Alternativa Piacenza
Liguria
Genova
Candidati al Consiglio Comunale: Giovanna Basile, Alessio Bonomi
Lista: Genova Civica
La Spezia
Candidati al Consiglio Comunale: Elena Del Santo, Matteo Valle, Giacomo Paladini, Franco Vaira
Lista: Spezia con te
Lombardia
Como
Candidati al Consiglio Comunale: Francesco Cima Vivarelli, Matteo Redaelli, Luca Maggioni, Domenico Saggese
Lista: Como 2030
Lissone
Candidato al Consiglio Comunale: Francesco Condò,
Lista: Riformisti per Lissone
Monza
Candidato Sindaco: Paolo Piffer
Lista: Lista civicamente con Piffer Sindaco
Sesto San Giovanni
Candidato al Consiglio Comunale: Michele Usuelli
Lista: Sesto Liberale e Democratica
Piemonte
Alessandria
Candidato al Consiglio Comunale: Martine Franco
Lista: Federazione +Europa/Azione per Giovanni Barosini Sindaco
Asti
Lista: Federazione +Europa/Azione per Marco Demaria Sindaco
Borgomanero
Lista: Federazione +Europa/Azione per Roberto Faggiano Sindaco
Sicilia
Palermo
Candidato Sindaco: Fabrizio Ferrandelli
Candidati al Consiglio Comunale: Ferrandelli Fabrizio, Agnello Daniela, Bongiovì Roberta, Boudjemai Fella, Cannavò Camilla, Castiglione Simona, Criscuoli Rosalia, Di Gaetano Lorenzo, Galioto Noemi, Giallombardo Valeria, Italiano Maria, Magro Chiara, Mattaliano Cesare, Milici Salvatore, Mondello Daniele, Petitto Giuseppe, Pilo Antonino, Quadrante Manuela, Rampolla Roberto, Ribaudo Alida, Rimi Ilenia, Schillaci Monica, Scicchigno Riccardo, Spata Ornella, Stuppia Vincenzo, Terrasi Laura, Torregrossa Gerardo, Tricoli Marilena e Vitale Elena
Lista: Federazione +Europa/Azione
Messina
Candidata al Consiglio Comunale: Palmira Mancuso
Lista: Franco De Domenico Sindaco
Toscana
Lucca
Candidato al Consiglio Comunale: Francesco Palmieri
Lista: Lucca sul serio
Veneto
Verona
Candidati al Consiglio Comunale: Giorgio Pasetto, Marina Sorina, Lorenzo Dalai, Marco Vincenzi, Lidia Carol Gerones, Martina Panzolato, Enrico Migliaccio e Fabio Fraccaroli
Lista: Federazione +Europa/Azione per Damiano Tommasi Sindaco
Padova
Candidata al Consiglio Comunale: Monica Balbinot
Lista: Per Padova Europea Riformista
Intervista di Emma Bonino a Francesco Grignetti, La Stampa
Per la senatrice Emma Bonino, è vigilia di un'ennesima tornata referendaria. Questa volta si tratta di cinque quesiti di Lega e Radicali sulla giustizia, sui quali +Europa ha scelto 5 sì. I quesiti sono abbastanza eterogenti, ma lei pensa che ci sia un filo rosso. «Di certo la riforma avviata dalla signora Ministro Cartabia è positiva e va sostenuta, ma non è sufficiente. Dal buon funzionamento della macchina giudiziaria passa tutto ciò per cui ho fatto numerose lotte politiche, dai diritti umani, alle libertà economiche e civili, alla difesa dei più deboli. Per non parlare della burocrazia, le carceri, i migranti e via dicendo. Serve una riforma coraggiosa e complessiva, perché dalla giustizia giusta passa lo Stato di diritto e quindi la democrazia e la tutela delle libertà».
I quesiti portano la firma di Matteo Salvini. Imbarazzata da questo compagno di strada, da cui tanto vi divide?
«Sono sempre contenta quando vedo un avversario politico che sostiene le iniziative che hanno riguardato tutta la mia storia politica. È così per l'europeismo, cui tutti ora sembrano entusiasti sostenitori, manco volessero togliermi il "core business" che mi ha portato a fondare +Europa. Lo stesso vale sulla giustizia. Il coinvolgimento di Salvini è arrivato in corsa su un'iniziativa del Partito Radicale, ma, raccolte le firme, sembra ora non gli interessi più la buona giustizia. Mi pare sia più interessato a mettere in discussione le scelte di Draghi e a correre in soccorso dell'amico Putin – diciamo che il garantismo e la simpatia per quei regimi dove la libertà dei cittadini è annichilita sono un po' in contraddizione - e i referendum non siano la priorità».
Come si spiega tanta ostilità da parte dei magistrati?
«Si tratta di certo del voler mantenere lo status quo. Ma basti pensare agli scandali che hanno interessato il Csm, che ne è uscito lacerato, ancor più dalle divisioni correntizie che lo caratterizzano. Ricordiamoci che è un organo di rilievo costituzionale presieduto dal Presidente della Repubblica, che non può e non deve essere terreno di battaglia tra le correnti della magistratura».
C'è ormai uno zoccolo duro di astensionismo, ed ogni volta è più difficile raggiungere il quorum. È un problema solo di questi referendum, oppure in prospettiva si azzoppa l'istituto stesso?
«I cittadini sono in parte disaffezionati dalla politica, certo. Ma il vuoto non esiste. Non andare a votare implica solo che qualcun altro, che avrà votato, imporrà la scelta. Tanto vale sui rappresentati, quanto sui referendum. E poi i cittadini sono disinformati. Dei i quesiti si parla poco e non in modo coinvolgente; nemmeno sulla Rai che dovrebbe svolgere un ruolo di servizio pubblico».
Alcuni costituzionalisti notano una contraddizione tra maggiore facilità nella raccolta delle firme, favorita dalla modalità telematica, e di contro una minore possibilità di superare il quorum, stante la disaffezione dal voto. Immagina qualche intervento legislativo in futuro?
«Credo che la possibilità di raccogliere le firme con autenticazione via Spid sia solo arrivata tardi, e che vada benissimo. È impensabile, data la diffusione dell'identità digitale, che per raccogliere le firme su referendum servano gli autenticatori, i tavoli, i documenti di identità. Sono convinta poi che se l'informazione, anche pubblica facesse il proprio dovere, i cittadini andrebbero a votare. Basti pensare che su eutanasia, prima, e su legalizzazione cannabis, dopo, i cittadini hanno dimostrato tanto fisicamente quanto telematicamente che su questioni che li toccano da vicino ci sono. La disaffezione non è sui temi, ma su una politica sempre più distante dalla realtà delle persone. E poi il quorum va rivisto: così chi vuole boicottare i referendum gioca in discesa».
Il senatore Calderoli è in sciopero della fame per protesta contro il black-out informativo. Una protesta che voi avete dovuto percorrere tante volte in passato.
«Apprezzo lo sforzo del senatore Calderoli. Ritengo che sia un atto non violento, da me e Marco Pannella usato in moltissime occasioni, efficace. Non so se la situazione sia più o meno peggiorata. Di certo non si è fatto alcun avanzamento per informare e, quindi, consapevolizzare le scelte dei cittadini italiani che restano allo scuro e quindi si distanziano sempre più dalla politica. Il Presidente Einaudi usava l'espressione "conoscere per deliberare". Non è pensabile che si chieda ai cittadini di partecipare tenendoli disinformati».
Non ci si crede.
Una lettera spedita a tutta Verona.
Mittente: la Lega.
Destinatari: i “capofamiglia”.
Nemmeno fossimo ancora negli anni 50.
Il partito dei putiniani, che sostiene Sboarina, si rivolge insomma “all'uomo di casa” che, dovrebbe decidere per tutti gli altri. O almeno istruire moglie e figli su chi votare.
Osserva Giorgio Pasetto, candidato di +Europa che con azione sostiene il candidato del centrosinistra Damiano Tommasi: “Se a destra non sanno che la figura del capofamiglia è stata abolita nel nostro ordinamento nel 1975, significa che la loro ignoranza istituzionale li rende indegni di amministrare Verona”.
Il sospetto è che, invece, non si tratti di un errore ma della dichiarazione di quale sia la sottocultura che la destra esprime.
Siamo alla cultura del patriarcato, alla restaurazione di una mentalità che speravamo fosse alle nostre spalle: le donne e i giovani veronesi, per loro non hanno diritto di fare scelte e devono ubbidire.
Domenica prossima, liberiamoci di questa gente che vuole riportare Verona nel peggior passato.
Qualcuno, alla notizia, ha sorriso.
Qualcun altro ha sminuito.
Altri ancora si sono addirittura detti contrari.
Un risultato che non sarebbe stato possibile se ogni Stato avesse agito da sé. Anche per questo ci vuole più Europa.
+Europa raccomanda ai candidati e alle candidate alle prossime elezioni amministrative di proporre le seguenti iniziative, valutando caso per caso lo strumento normativo e/o burocratico più appropriato allo scopo, per tradurre sul territorio l’impegno che il partito già da tempo ha profuso sui diritti LGBTI+ e per la tutela dei diritti civili e delle libertà individuali in senso più ampio.
Attivazione della carriera alias presso uffici delle pubbliche amministrazioni e delle aziende partecipate
Con l’espressione “carriera alias” si intende la possibilità, per la persona trans che non ha ancora ottenuto l’adeguamento anagrafico dei propri documenti seguendo le procedure previste dalla legge 164 del 1982, di ottenere una documentazione “alias” riportante il proprio nome d’elezione (tesserino identificativo et similia). La carriera alias è già presente in diversi atenei sul territorio nazionale e consente a studenti e studentesse di ottenere tesserino e/o libretto universitario corrispondente al proprio genere a prescindere dal completamento o meno del processo previsto dalla normativa di cui sopra.
Corsi di formazione su diversity & inclusion per i dipendenti della P.A. e delle partecipate
Nella formazione dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni e delle aziende partecipate vengono previsti corsi di formazione e aggiornamento sui temi della diversità e dell’inclusione tenendo conto (anche, ma non solo) delle diverse soggettività LGBTI+, al fine di erogare servizi e prestazioni nel modo più rispettoso ed inclusivo possibile.
Famiglie arcobaleno e filiazione
Sollecitare l’adozione di policy tendenti alla trascrizione dei certificati di nascita dei figli delle coppie dello stesso sesso. Presentazione ODG nei Comuni per schierare le amministrazioni locali a favore di una riforma inclusiva del diritto di famiglia. *Iniziative di approfondimento e sostegno di una regolamentazione del percorso di gestazione per altri in Italia e tuteli tutti i soggetti coinvolti nel percorso di GPA. Casi estremi (vedi ad es. Roma e Torino): invitare i sindaci alla “disobbedienza civile” contro una legge incivile che discrimina le famiglie omogenitoriali e i figli delle stesse.
Informazione su sessualità consapevole e prevenzione infezioni sessualmente trasmesse (IST)
Migliorare l’informazione a livello locale sui servizi di test, screening e prevenzione delle IST in collaborazione con le strutture sanitarie competenti territorialmente. Valutare, anche in base alla grandezza della città, progetti simili ai checkpoint, che attualmente esistono sotto varia nomenclatura, in contesti come Milano, Bergamo e Roma e si occupano nello specifico di HIV e PrEP (profilassi pre-esposizione), ma anche delle IST in generale.
Valutare l’ingresso nel network delle Fast-Track Cities, iniziativa internazionale supportata dalle Nazioni Unite (UNAIDS, il Programma delle Nazioni Unite per l'HIV e l'AIDS, e UN-Habitat, il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani) insieme all’ International Association of Providers of AIDS Care (IAPAC) e al Comune di Parigi. L’idea alla base di questo network è portare i principali centri urbani ad adottare politiche verso l’abbattimento e il progressivo azzeramento delle nuove infezioni HIV e delle morti da AIDS.
Per maggiori informazioni: https://www.fast-trackcities.org/about
Mappatura gemellaggi
Iniziative per comprendere se vi sono gemellaggi con Comuni in cui i diritti LGBTI+ vengono violati in modo sistematico (ad es. le “zone libere dall’ideologia LGBT” in Polonia) al fine di promuovere iniziative congiunte proprio in favore dei diritti LGBTI+. Valutare, in casi estremi, la sospensione dei gemellaggi stessi.
Una lista più specifica di raccomandazioni, strutturate da All Out per affrontare nello specifico la situazione polacca (ma replicabile anche in altri casi), è disponibile al seguente indirizzo:
https://docs.google.com/document/d/1gZPUxyM6saQSOS3m4CXtrlTsPQCZVnLsYlAZTRMwEoc/edit?usp=sharing
Impegnare il comune in cui si viene eletti a dare il patrocinio al Pride
I comuni possono concedere il proprio patrocinio al Pride “di competenza territoriale” (ad es. il Milano Pride ha da anni il patrocinio del Comune di Milano, ma ha ottenuto anche quello di Cernusco sul Naviglio e altri centri dell’area metropolitana milanese).
Impegnare il comune nell’organizzazione di eventi in occasione del 17 maggio e in generale nella sensibilizzazione della P.A. e della cittadinanza sul tema delle discriminazioni omo/lesbo/bi/transfobiche
Il 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l'omofobia, la bifobia, la lesbofobia e la transfobia. I Comuni possono ospitare iniziative organizzate in autonomia, concedere il patrocinio a quelle già organizzate dal terzo settore e porre in essere campagne di sensibilizzazione mirate sul tema.
Turismo LGBT+
L'International LGBTQ+ Travel Association porterà a Milano, dal 26 al 29 ottobre 2022, la 38esima Annual Global Convention. L’Italia è ai posti più alti in classifica come meta “desiderata” dai turisti LGBTI+, ma fa ancora fatica ad imporsi come meta turistica davvero friendly. Valutare, in ambito locale, quali politico possono essere poste in essere per promuovere un’immagine del proprio comune come destinazione inclusiva e accogliente.
*Lavoro sessuale
Favorire, a livello comunale, iniziative volte alla de-stigmatizzazione delle persone che praticano sex work. Revocare eventuali ordinanze e superare regolamenti che finiscono per criminalizzare e marginalizzare de facto le/i sex worker. Sollecitare l’azione del legislatore nazionale per superare l’approccio abolizionista e puntare sulla decriminalizzazione del lavoro sessuale.
Medicina di genere
Promuovere, per quanto di competenza, ogni azione volta alla conoscenza e diffusione della medicina di genere. Sollecitare, anche attraverso appositi corsi di formazione del personale sanitario, percorsi che tengano conto della differenza di genere facilitando l'accesso alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura.
*NB: gestazione per altri (GPA) e lavoro sessuale non vanno assolutamente intese come questioni di esclusivo interesse e coinvolgimento della comunità e delle persone LGBTI+. Ciò nonostante, nel lavoro compiuto in queste settimane dal tavolo tematico sui diritti LGBTI+ di Più Europa, è stato ritenuto utile l’inserimento di proposte politiche su questi due temi in un’ottica di ampio respiro, anche alla luce delle recenti proposte di legge intrise di populismo penale (cfr. ddl Meloni e Carfagna su GPA alla Camera) e di miope abolizionismo (cfr. ddl Maiorino al Senato).
Intervista di Emma Bonino a Formiche
Perché la proposta referendaria non trova spazio sufficiente in tv, sui siti e sui giornali?
Perché fa poco share, immagino. Giornali, Tv e siti di informazione si interessano di giustizia solo nella sua dimensione manettara: se c’è il mostro da sbattere in prima pagina, ovviamente senza che sia stata emessa alcuna sentenza o addirittura che ci siano indagati. E questo non riguarda solo i politici, ma anche le persone comuni. Dalla giustizia dipendono i nostri diritti e la nostra economia, la giustizia giusta è alla base del patto tra Stato e cittadino, è la garanzia della nostra libertà. Ecco perché +Europa è schierata in maniera convinta per il Sì.
È inaccettabile la totale eclissi del referendum giustizia sui mezzi di informazione. Mentre siamo sotto attacco da parte della Russia di Putin, dove la libertà dei cittadini è annichilita, la nostra democrazia ci offre uno strumento come il referendum per affermare la volontà popolare. I media italiani così impegnati nel dare la parola ai propagandisti di Putin, dovrebbero in questi ultimi giorni aprire un grande dibattito democratico sui quesiti. La Rai in particolare sta abdicando al suo ruolo di servizio pubblico.
Al di là degli organi di stampa, non si vede una grande mobilitazione neppure da parte dei partiti promotori. Sembra che, dopo aver annusato una potenziale disfatta, abbiano paura di metterci la faccia…
È così: a cominciare da Salvini, che ha dapprima lanciato i referendum per poi abbandonare la nave. Ma è troppo impegnato a mettere in discussione le scelte di Draghi e a correre in soccorso dell’amico Putin per avere la priorità dei referendum, che pure ha promosso. Ad ogni modo, la mia storia è fatta di battaglie anche quando, il più delle volte, si trattava di andare contro corrente. Non è mai stato lo share, né tantomeno i like, a indicarmi la strada. Per altri non è così, evidentemente.
“Inneggiavo a Mani Pulite, ora lotto con i Radicali per i referendum”. Questa la dichiarazione rilasciata quattro giorni fa da Roberto Calderoli. Lo squilibrio dei poteri, tra politica e magistratura, è frutto di quella stagione? È necessario un serio processo di autocritica e di revisione degli avvenimenti che scandirono il biennio ’92-’93?
Sicuramente quella stagione ha contribuito a creare la figura dei Pm star mediatiche e ha creato un rapporto vizioso tra magistratura e giornalisti: dopo Tangentopoli, la fuga di notizie dalla Procura è diventata un’arma nelle mani di Pm e direttori di giornali per creare i casi, condizionare le indagini, influenzare l’opinione pubblica e più di una volta distruggere l’immagine di indagati destinati a risultati innocenti. Poi, fa sempre piacere quando qualcuno cambia idea e riconosce le tue ragioni. Da Mani pulite ad oggi, la Lega ha alimentato un clima giustizialista: bene che Calderoli oggi si ritrovi garantista, ma mi consenta di dirgli che garantisti lo si è sempre, anche con gli immigrati. Lui e Salvini sono d’accordo?
Togliatti sosteneva: “la magistratura è un ordine, non un potere”. Cosa pensa dell’atteggiamento di Enrico Letta, della sua scelta di “votare no” e al contempo di lasciare ampia libertà di decisione a dirigenti, parlamentari e iscritti? Perché il riequilibrio dei poteri è un argomento tabù nel centro-sinistra?
Credo che da tempo l’elettorato di centrosinistra abbia compreso l’importanza della giustizia e si senta garantista. E che non voglia consegnare la bandiera del garantismo al centrodestra, che non la merita. Ecco perché ritengo che il Pd stia commettendo un grave errore nello schierarsi per il no: come Letta ben sa, tantissimi militanti e dirigenti del Pd voteranno sì. Anche da questo si vede come l’alleanza con il M5S stia danneggiando il Pd, riportandolo alle posizioni giustizialiste della Riforma Bonafede. Per salvaguardare un’alleanza che si tiene con lo scotch, il Pd si appiattisce sulle posizioni manettare dei grillini. Indicando di votare No, inoltre, Letta ha di fatto rivolto un invito all’astensione per far fallire i referendum: non un bel messaggio per chi vuole partecipare alla politica, soprattutto se giovani. Per loro fortuna c’è +Europa che sta lavorando su tutto il territorio, insieme ad Azione, per spiegare le buone ragioni dei sì. Tantissimi ragazzi ci stanno scrivendo per sapere di più su questi quesiti.
Se non verrà raggiunto il quorum, vi sarà il rischio che alcuni ambienti giustizialisti strumentalizzino la bassa affluenza come una volontà del popolo italiano di accettare lo status quo in materia?
Sia chiaro, la Riforma Cartabia che è in approvazione in parlamento è un’ottima riforma che sostengo convintamente perché fa fare un passo avanti importante in avanti rispetto allo spirito giustizialista della Riforma di Conte-Bonafede. La signora Ministro Cartabia ha dovuto necessariamente arrivare a un compromesso con le forze di maggioranza, che hanno idee molto diverse. I referendum propongono riforme molto più nette in chiave liberale: si tratta di cinque Sì per avere una magistratura che abbia criteri di valutazione basati sul merito e non sulle conoscenze, una netta divisione tra magistratura inquirente e giudicante, meno innocenti in carcere e una maggiore attenzione al criterio della presunzione di innocenza, in particolare per gli amministratori locali che sono maggiormente soggetti a incorrere in procedimenti penali.
Di Riccardo Magi
E' di gravita' inaudita quanto compiuto oggi dal Procuratore Capo di Trieste che interviene nella campagna referendaria in corso fornendo informazioni false all'opinione pubblica e condizionando quindi il libero convincimento dei cittadini italiani sull'espressione del voto. Il dottor De Nicolo afferma che come conseguenza dell'eventuale vittoria del Si' sul referendum sulla limitazione del ricorso alla custodia cautelare si avrebbe l'impossibilita' di procedere all'arresto dei presunti responsabili di traffico di droga 'a prescindere dalle quantita', anche mostruose' con riferimento alla grossa operazione della Direzione distrettuale antimafia di Trieste che ha portato a un maxi-sequestro di cocaina.
Di tutta evidenza il Procuratore opera una mistificazione della realta' e del senso stesso del referendum che non eviterebbe affatto il ricorso alla custodia cautelare in casi di reati di criminalita' organizzata, tantomeno di traffico internazionale come in questo caso. Perche' allora intervenire in questo modo lesivo del dibattito democratico, gia' viziato dalla mancanza di informazione pubblica sui temi del referendum, e lesivo anche dell'Ufficio che il Procuratore ricopre? Procederemo alla segnalazione al Procuratore Generale presso la Cassazione e alla Ministra affinche' siano presi tutti gli opportuni provvedimenti per sanzionare una condotta estremamente grave. Parallelamente valutiamo anche un esposto per violazione dell'articolo 98 del T.U. delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, il quale punisce chiunque, investito di un pubblico potere o funzione civile, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a vincolare i suffragi degli elettori o ad indurli all'astensione.
Benedetto Della Vedova a Rai Radio 1
Le minacce di Medvedev di oggi, le parole dell’ambasciatore in Italia Razov che da diplomatico è passato a essere un propagandista politico, sono il segno che, sul piano economico e politico, la Russia sta subendo un contraccolpo pesantissimo. Vedo in queste parole contro l’occidente un certo nervosismo da parte russa.
Vogliono far credere che da parte nostra ci sia un’ostilità nei confronti della Russia e dei russi, ma non è cosi. Si parla di russofobia ma nessuno avrebbe mai pensato di inasprire le sanzioni nei confronti delle autorità e istituzioni finanziarie russe prima di questa aggressione: c’è una reazione ferma, al fianco degli aggrediti, per fermare un’aggressione non provocata e ingiustificata da parte di Putin contro l’Ucraina.
Prime Donne
Un altro attacco ai diritti delle donne polacche!
Al Governo ultraconservatore polacco non è bastato vietare l’aborto.
Al Governo polacco non è bastata la morte di Izabela Sajbor perché i medici, timorosi della legge antiabortista, hanno preferito lasciarla morire invece che aiutarla ad abortire.
Così come, al Governo polacco, non sono bastate le manifestazioni di migliaia di donne che per mesi hanno colorato di rosso le strade delle città polacche.
Il Governo di Varsavia vuole ora schedare le donne incinte per monitorare i tentativi di abortire all’estero o clandestinamente.
Un database centralizzato che imporrà una nuova stretta sui diritti delle donne e che ricorda l’incubo orwelliano del Grande Fratello.
Quello che nel resto dei paesi europei è un diritto di civiltà acquisito, in Polonia è un reato penalmente perseguibile e giorno dopo giorno, la situazione continua a peggiorare.
Non possiamo però fare finta di nulla. Non possiamo voltarci dall’altra parte. Non possiamo lasciare sole le donne polacche.
I loro diritti sono i diritti di tutte e tutti noi, e quello che succede in Polonia riguarda tutti i cittadini dell'Unione europea.
Prime Donne
In Italia lavora meno di una donna su due (49,4% - dati Istat). In Europa invece la percentuale sale al 63,4%.
Un divario di 14 punti che si traduce in talenti, idee e risorse persi.
A tutte queste domande (e non solo) proveremo a rispondere nel corso di Prime Donne, la seconda edizione della scuola di politica di +Europa.
Di Riccardo Magi
Fabio Ridolfi ha 46 anni e da 18 è immobilizzato a letto a causa di una tetraparesi e ha scelto di porre fine alle sue sofferenze con la sedazione profonda e continua.
Morire con la sedazione profonda significa non accelerare il percorso che porta alla morte del paziente, che quindi avverrà in modo fisiologico con il prolungamento delle sofferenze per Fabio e i suoi affetti.
Questa è una sconfitta per lo Stato perché Fabio ha tutte le condizioni per essere aiutato a morire in maniera dignitosa.
Peccato che l'azienda sanitaria delle Marche tarda a indicare il farmaco che risparmierebbe ulteriori sofferenze a Fabio!
Quante altre persone come Fabio Ridolfi, Piergiorgio Welby o Dj Fabo devono subire sulla loro pelle il silenzio di uno Stato che si volta dall'altra parte davanti al dolore delle persone?
Approviamo finalmente una legge perché l'Eutanasia sia legale!
Di Maria Saeli
Prima, da Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov, si è fatto dire che "sembra essere arrivato sul pianeta Terra da una settimana".
Poi, non soddisfatto, si è fatto deridere per il suo modo di parlare e di ragionare definito "da bambino".
Infine, ciliegina sulla torta, è riuscito nell'impresa di far apparire Alessandro Sallusti un gigante: "Mi trovo davanti a un asservimento totale di fronte alla peggiore propaganda che ci possa essere".
Quanto accaduto ieri, a Non è L'Arena, è forse il punto più basso mai raggiunto dai talk show italiani.
35 minuti di vera e propria propaganda putiniana, in cui Massimo Giletti ha fatto da comparsa.
E così, mentre Zakharova riscriveva la storia persino su Aleppo e affermava che "non volevamo entrare con i carri armati ma i bombardamenti ucraini sono aumentati", lui rispondeva così: "Non le dò torto".
Arrivando a rivendicare che "in Italia siamo gli unici ad ospitare vostri personaggi importanti in Tv". Come se fosse una cosa di cui vantarsi.
Al proprietario di La7 e del Corriere della Sera Urbano Cairo vogliamo fare una domanda semplice: a che gioco sta giocando?
Perché di mattina, sul Corriere, si informa dettagliatamente sui putiniani e putinisti d'Italia. Ma di sera, quando c'è da fare un punto in più d'ascolti, si fa direttamente da grancassa dei putiniani russi.
Questa non è informazione. È avanspettacolo di bassa qualità.