+Europa e Azione oggi saranno a Roma, Milano e Torino per prendere parte alle manifestazioni spontanee di cittadini che chiedono al premier Mario Draghi di andare avanti.
A partire dalle 18.30 saremo a Milano in piazza della Scala, a Torino in piazza Palazzo di Città e a Roma, in piazza San Silvestro.
Garante dei ristrettì per la Sardegna: “il tempo è scaduto”. Con queste parole l’Avv. Emilia Rossi, del Collegio del Garante Nazionale per le persone della private della libertà personale, ha inteso rappresentare l’urgenza di attuare la legge regionale che, dal 2011, prevede l’istituzione della figura del Garante Regionale di nomina del Consiglio Regionale.
All’incontro, moderato da Nicola Carboni, Coordinatore di Più Europa-Cittá metropolitana di Cagliari, erano presenti operatori che si occupano del mondo delle carceri, delle restrizioni sanitarie (l’Associazione “Diritti alla Follia” che ha contribuito all’iniziativa) e dei migranti, che hanno rappresentato l’indispensabile ruolo di monitoraggio affidato al Garante Regionale nel sistema integrato di interventi, previsto dalla Legge Regionale 7/2011 che promuove il sostegno alle donne detenute, minori e stranieri, il diritto alla salute, il diritto all'istruzione ed al reinserimento lavorativo e sociale.
Al convegno, aperto dal Segretario di Più Europa Benedetto della Vedova, oltre ad Emilia Rossi, hanno partecipato Stefano Anastasia, Garante Regionale di Lazio e Umbria e Portavoce della Conferenza nazionale dei garanti territoriali; Monica Cristina Gallo, Garante Città di Torino; Patrizio Rovelli, Avvocato Presidente dell'Osservatorio per la giustizia.
Nelle conclusioni Manuela Zambrano, componente della Segreteria nazionale di Più Europa, ha dichiarato: “Piu Europa, anche in Sardegna, 'parte' dai diritti, e dai diritti degli ultimi, perché in questa chiave intende marcare una distinzione del proprio impegno. Distinzione rispetto al centro-destra, che proprio in questi giorni ha messo in scena l’ennesima polemica populista sulle visite ai detenuti al 41-bis in Sardegna; ma anche distinzione nell’ambito del progetto di centro-sinistra a cui intende lavorare: non a caso il populismo dei 5 Stelle ha trovato il modo di “convergere” con il piglio giustizialista di Fratelli d’Italia nell’attacco al Direttore del Dap Renoldi, “reo”di avere consentito la verifica delle condizioni di detenzione in Sardegna a chi, come l’associazione Nessuno Tocchi Caino, da trent’anni si occupa di questi temi”.
Più Europa Città Metropolitana di Cagliari, con Nicola Carboni, ha presentato nel corso del Convegno una proposta di legge regionale che istituisca e riconosca la Conferenza Sarda dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, che è stata subito accolta dai Consiglieri regionali presenti in sala e che, anche a nome di altri colleghi, si sono impegnati a presentarla senza indugio in Consiglio Regionale.
Riunione dei vertici di Azione e +Europa questa mattina per fare il punto sulla crisi di governo.
Nell'incontro ristretto, cui hanno preso parte Emma Bonino, Carlo Calenda, Benedetto Della Vedova, Matteo Richetti, Riccardo Magi, Enrico Costa, Maria Saeli, Andrea Mazziotti, Giordano Masini, è stata confermata la necessità che l’esperienza del governo Draghi vada avanti.
In particolare, hanno sottolineato i leader della federazione durante la riunione, “il nostro impegno in queste ore sarà quello di lavorare perché si creino le condizioni per la permanenza di Mario Draghi alla guida del governo italiano, perché rappresenta la migliore leadership che il Paese possa esprimere, in particolare in questa drammatica fase sia a livello internazionale che sul piano interno per famiglie e imprese.
L’atteggiamento del M5S è stato irresponsabile e dannoso per l'Italia - il ragionamento dei leader di +Europa e Azione - e conferma la bontà e la lungimiranza della nostra scelta di essere all’opposizione dei governi Conte 1 e 2 e di non aver mai aperto un’interlocuzione elettorale con il partito di Conte, che dimostra ancora una volta di essere un campione del populismo.
Proprio per questo, l’impegno di Azione e +Europa è quello di preparare per le prossime elezioni un’offerta politica che si ponga l’obiettivo di proseguire la stagione di riforme e serietà di Mario Draghi, rifiutando qualsiasi alleanza con chi sta mettendo in serio pericolo l’Italia e l’Europa intera”.
Di Benedetto Della Vedova
Vogliamo prima di tutto ribadire la nostra ammirazione per come Mario Draghi ha guidato l’Italia in questo anno e mezzo.
La sua leadership e la sua autorevolezza sul piano interno ed internazionale sono state preziosissime per l’Italia in questa fase drammatica.
La sua guida ha fatto assumere all’Italia un ruolo importante nel garantire che l’Unione europea reagisse con forza e unità all’aggressione della Russa putiniana all’Ucraina.
La totale irresponsabilità del M5S e del suo presidente Conte culminata oggi nel mancato voto di fiducia al Governo, una decisione immotivata e propagandistica, ha portato a questo esito dannoso per l’Italia.
Più Europa insieme ad Azione si batterà in ogni modo per evitare che le politiche positive messe in campo da Draghi lascino il passo a quelle sovraniste e populiste negative per il Paese, ora come non mai.
E lavora perché l’esperienza di Draghi non si esaurisca ora.
Intervista di Riccardo Magi a Il Riformista.
Clicca qui per leggere l'intervista.
Di Valerio Federico
Dapprima l’INPS comunica che il suo disavanzo sale inesorabilmente e che la crescita dell’inflazione metterà ancor più a rischio la tenuta del sistema pensionistico a danno delle giovani generazioni; poco dopo Eurostat comunica che il calo di popolazione più alto nel 2021 si è avuto in Italia, meno 253 mila. La Ragioneria Generale dello Stato scrive che, perché l’attuale sistema pensionistico sia sostenibile, servono 160 mila migranti di media all’anno fino al 2070 e che il tasso di fecondità ‘dovrà’ crescere fino all’1,47 nel 2030, mentre sta ulteriormente diminuendo. Avremo così troppo pochi lavoratori per pagare le pensioni.
Ecco perché serve rendere effettivo il programma di regolarizzazione dei lavoratori stranieri, e approvare al più presto lo ius scholae come primo passo per preparare più lavoratori italiani del futuro.
+Europa sostiene che ogni misura non volta a ridurre il divario tra la retribuzione media dei lavoratori (che pagano i contributi) e l’importo medio delle pensioni (in costante aumento da oltre 20 anni), non volta a investire in formazione per allineare alla domanda immigrati e giovani, non volta a far crescere la produttività del lavoro, non volta a ridurre il costo del lavoro, non volta a regolarizzare un numero adeguato di migranti, corrisponde - prosegue l’esponente di +Europa - a un attentato ai diritti dei giovani, dei lavoratori attuali e dei pensionati di domani. Le comunicazioni di INPS e Eurostat confermano la bontà dell’analisi di +Europa e dell’approccio del governo Draghi e la totale irresponsabilità della proposta Salvini/Landini – in pensione a 62 anni ma non con una pensione in linea con i contributi versati bensì più alta e a carico di tutti i contribuenti – destinata, se attuata, ad affondare definitivamente il sistema pensionistico e ogni prospettiva per i giovani.
“Per me è un grandissimo onore ricevere questo incarico e ringrazio tutti gli iscritti del Lazio per la fiducia. Un ringraziamento particolare va a Emma Bonino, al segretario nazionale Benedetto Della Vedova, al presidente Riccardo Magi e a tutti i vertici del partito. Abbiamo tanto lavoro da fare e sarò il primo ‘operaio’ del nostro partito nel Lazio - ha affermato Pedica subito dopo l’elezione -. Vogliamo far sentire la nostra presenza sul territorio. Non ci interessa fare politica dietro la scrivania. Saremo tra la gente, la ascolteremo e cercheremo di far capire a tutti i delusi della politica che un’alternativa è possibile. Insieme ad Azione rappresenteremo quella politica pragmatica ed europeista che difende i diritti e restituisce dignità ai cittadini”.
Di Anna Lisa Nalin
A fronte di un possibile (e probabile) innalzamento delle temperature di 2 o addirittura 3 gradi rispetto all’1,5 previsto dall’accordo di Parigi del 2015, le prospettive anche immediate in Europa saranno estremamente pesanti. A sostenerlo è l’IPCC (il Gruppo Intergovernativo scientifico dell’ONU sul cambiamento climatico). Le ricadute delle ondate di calore causeranno un drammatico aumento del numero dei decessi che potrebbero raddoppiare o addirittura triplicare per il rischio di stress da calore. L’agricoltura sarà messa, inoltre, a durissima prova dalla combinazione caldo e siccità. La scarsità idrica riguarderà tra il 18% e il 54% della popolazione, e con un amento di 3 gradi l’aridità del suolo potrebbe superare il 40%. Infine, una maggiore frequenza di inondazioni sarà causata dai cambiamenti nelle precipitazioni, dallo scioglimento dei ghiacciai e dall’innalzamento del livello del mare.
Questi dati indicano senza mezzi termini che siamo ad un bivio: ora o mai più, come emerge appunto nel rapporto pubblicato lo scorso marzo e in successivi approfondimenti del panel mondiale per il clima. Servono quindi, strategie immediate da affiancare a quelle già definite per perseguire gli obiettivi del 2030 (riduzione del 55% di emissioni di CO2) e della neutralità climatica del 2050. Per il breve termine diviene, quindi, una necessità improrogabile ridurre consumi e sprechi ed evitare dispersioni: dalle risorse idriche a quelle energetiche a quelle alimentari attraverso rigorose politiche di razionamenti e ottimizzazione delle risorse già esistenti, oltre a politiche diversificazione e di approvvigionamento da fonti sostenibili.
Nel frattempo a livello mondiale i piani transizione ecologica per la decarbonizzazione e la tutela del pianeta devono rimane priorità nelle agende dei governi e dei blocchi geopolitici. L’Unione Europea è e resta in prima linea nel perseguimento della strategia emissioni 0 avendo lanciato nei mesi scorsi il piano RePower EU in rinforzo al Green Deal: tutto questo al fine di rendere verdi e sostenibili le fonti energetiche, oltre che uscire dal tunnel del ricatto dalle forniture di gas e di petrolio provenienti dalla Russia.
Ormai non è più confutabile che se continuiamo ad emettere gas serra ed a produrre energia attraverso i combustibili fossili non solo inquiniamo ma surriscaldiamo la terra depauperandone le risorse e rendendola arida ed improduttiva (così come dimostrano anche le immagini dall’alto pubblicate da Repubblica e dell’Accademia delle Scienze Rep.Ceca relative all’Europa e all’Italia).
L’interconnessione tra le emergenze climatiche, energetiche ed alimentari seguite a quella pandemica, sta causando nel mondo fame e povertà sempre più gravi, come ha indicato il recente rapporto Oxfam “Dalla crisi alla catastrofe” pubblicato dalla Banca Mondiale. 263 milioni sono i nuovi poveri, le vittime “indirette” degli effetti negativi della pandemia e dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari innescato dalla guerra in Ucraina. Nel mondo salirebbero a 860 milioni le persone che si ritroverebbero sotto la soglia di povertà, 827 milioni soffrirebbero la fame, non dimenticando che l’Ucraina sino a prima della guerra è stata il granaio d’Europa e la Russia è stata il granaio del mondo.
Di Benedetto Della Vedova
Oggi il Parlamento europeo ha respinto a maggioranza una risoluzione che chiedeva di escludere gas e nucleare dalla tassonomia europea proposta dalla Commissione, cioè dal novero degli investimenti ritenuti adatti ai principi di sostenibilità.
Naturalmente la conferma del PE non comporta alcun obbligo per i piani italiani di transizione energetica. Per questi crediamo che si debba aprire un confronto aperto, senza preclusioni e senza salti in avanti, per una soluzione di mix energetico che non escluda a priori alcuna fonte pulita, che si basi su affidabili analisi costi/benefici e che punti a massimizzare in tempi rapidi la capacità di produrre di energia da fonti rinnovabili.
Intervista di Benedetto Della Vedova a Il Tempo
“Protestare è legittimo, mica siamo il Sud America! Però certe scene, come quelle viste di fronte a Palazzo Chigi, suonano come una sorta di intimidazione a non andare avanti. Ecco che, allora, di fronte a queste circostanze la politica deve tenere il punto”. Al telefono con il Tempo il segretario di + Europa Benedetto Della Vedova analizza la mobilitazione dei tassisti contro il ddl concorrenza. “Io prendo spesso i taxi, non ce l’ho con i tassisti, e non vedo intenti punitivi in questo provvedimento”, specifica.
Però i diretti interessati prevedono che la liberalizzazione, l’ingresso degli Ncc e l’utilizzo delle app porterà ad un livellamento verso il basso del loro lavoro.
E’ illusorio pensare di tenere fuori l’innovazione tecnologica, va governata. Non possiamo pensare di fossilizzarci agli anni ’80. Ampliare l’offerta dei servizi non significa dover dividere la stessa torta, ma significa allargare il settore della mobilità con autista. Cosa di cui oggi c’è un gran bisogno, lo vediamo nella vita di tutti i giorni. In certe occasioni, pensiamo a quando qui a Roma ci sono le partite o i grandi eventi, prendere un taxi diventa difficile, poi c’è il discorso dei costi. E allora ecco che ampliare l’offerta diventa indispensabile se vogliamo raggiungere un modello di mobilità in cui l’utente ricorre il meno possibile al proprio automezzo. Se ci sono degli imprenditori, magari anche giovani, che vogliono mettersi in gioco, investire nel settore, perché non dovremmo farglielo fare? Per questo occorre fare entrare tecnologie e nuovi operatori, fare crescere il mercato a vantaggio di tutti. Non si può perdere altro tempo, anche per una ragione di opportunità.
Cosa intende dire?
Perché oggi si protesta, ma domani ci lamenteremo che le piattaforme saranno solo americane, francesi o tedesche, e l’Italia sarà rimasta indietro. E’ bene che cominciamo subito a pensare in grande. Nel nostro Paese spesso sentiamo ripetere il dogma del “piccolo è bello”, ma poi quando i consumatori si rivolgono a qualche realtà maggiore, e dunque più competitiva, poi sono dolori. E lacrime di coccodrillo.
In linea di principio il discorso è logico. Ma all’atto pratico, come si fa a mettere a sistema questo sistema di mobilità, taxi, Ncc, app?
Come in tutte le cose ci si confronta e si fanno degli aggiustamenti. Nessuno vuol togliere il lavoro a chi ha fatto un investimento sulla licenza. Nessuno vuole impoverirlo o creare danni ingiusti. Ci sono mille modi per affrontare con efficacia questo tema.
Come?
Possiamo pensare a dei meccanismi di compensazione nel momento in cui la licenza dovesse perdere di valore. Si può discutere, si può trovare una strada, ma dire ‘siccome di sono io allora blocco tutto il resto’ è un approccio sbagliato”.
Per abbassare la tensione e rafforzare il confronto, un punto di caduta non potrebbe essere stralciare la norma sui taxi dal Ddl concorrenza?
Io mi auguro non ci sia nessuno stralcio. Il Ddl concorrenza è stato approvato svariati mesi fa dal Consiglio dei Ministri, dunque il contenuto era noto da tempo. Non può continuare questa logica tale per cui non si può toccare niente. Se non riusciamo neanche a fare una riforma ‘moderata’ in un settore come quello dei taxi, poi non lamentiamoci se l’economia italiana perde di produttività e di competitività”.
Di Benedetto Della Vedova
I tassisti in queste ore e fino a domani bloccano le città per protestare contro il moderato tentativo di apertura al mercato del settore da parte del governo Draghi, che vuole scommettere su una crescente liberalizzazione del settore sostenuta dalla digitalizzazione.
30 docenti. 23 tra allievi e allieve provenienti da tutta Italia scelti su circa 150 domande presentate. 30 ore di lezioni suddivise in tre moduli.
Dibattiti, confronti, politica e diritti, ma soprattutto tanta passione ed entusiasmo.
Tutto questo è stata la seconda edizione di Prime Donne, la scuola politica di +Europa per la parità di genere, conclusasi sabato a Roma e finanziata dalle risorse raccolte tramite la destinazione del 2x1000 al partito.
Uno straordinario risultato per niente scontato, reso possibile da Ilaria Donatio e Maria Saeli che per settimane hanno perso il sonno per organizzare questa scuola. Ma anche da Benedetto Della Vedova, Emma Bonino, Alessandra Flavetta, Luigi Quercetti, Stefano Marrella, Stefano Gianfreda, Pierluigi Gagliardi e Pasquale Di Pace.
Uno straordinario risultato merito dei nostri studenti pieni di passione e di domande: Martina, Valentina, Alessandra, Marta Chiara, Livia, Roberta, Federica, Miriam, Giorgia, Martina, Patrizia, Olga, Giulia, Francesca, Maria Eva, Lorenzo, Antonio, Marcello, Raffaele, Michele, Andrea, Marco e Marcello.
Ma soprattutto, realizzato grazie ad un piccolo ma importante gesto: scrivi anche tu R45 nella tua dichiarazione dei redditi e destina il tuo 2x1000 a Più Europa.
Grazie a tutti e non vediamo l’ora di rivedervi l’anno prossimo.
A presto!
Lo Staff di Prime Donne.
Alla Camera dei Deputati è in discussione un disegno di legge a prima firma Riccardo Magi che legalizza la coltivazione domestica di 4 piante di cannabis, abbassa le pene per i fatti di lieve entità e rimuove le sanzioni amministrative per chi detiene per uso personale.
Perché è importante?
+LEGALITÀ
Evitare che i consumatori di cannabis siano costretti a rivolgersi alle piazze di spaccio nelle mani delle mafie.
+GIUSTIZIA
Liberare il sistema giudiziario da tutti quei procedimenti inutili legati a fatti di lieve entità nel segno della proporzionalità della pena.
+SICUREZZA
Rendere più naturale la cannabis consumata dai cittadini, tutelando la salute dei consumatori da sostanze nocive come lacca, lana di vetro e piombo con le quali viene mescolata per il commercio illegale.
+SALUTE
Assicurare la continuità delle terapie per i pazienti che fanno uso di cannabis terapeutica regolarmente, colmando l’insufficienza della produzione italiana.
+RIEDUCAZIONE
Adottare misure alternative al carcere per aiutare davvero il reinserimento delle persone tossicodipendenti nella società.
Firma ora la nostra petizione per chiedere al Parlamento di approvare entro questa legislatura il nostro disegno di legge.
Aggiungi signatureDi Giordano Masini
Quelli che nella maggioranza pensavano, per interessi di piccolo cabotaggio, di poter negoziare sui valori della resistenza ucraina e della collocazione atlantista ed europea dell’Italia hanno finito per farsi male da soli, come dimostrano le vicende del M5S trascinato da Conte verso un epilogo triste e meritato. Ma il cupio dissolvi grillino indica anche che la prospettiva politica del campo largo costruito attorno all’alleanza strategica tra PD e M5S non ha futuro.
Più Europa insieme ad Azione sta lavorando con coerenza e costanza per costruire una alternativa tanto al sovranismo quanto al populismo, per proseguire l’agenda Draghi anche dopo il 2023.
Il numero di iscrizioni a +Europa nella regione Lazio ha superato la quota minima necessaria - ai sensi dell'art. 16.8 del nostro Statuto - alla convocazione dell'Assemblea Regionale.
Quindi ho deciso di convocare l'Assemblea Regionale delle iscritte e degli iscritti del Lazio per il giorno 9 luglio, riservandomi di comunicarvi nei prossimi giorni il luogo dell’Assemblea e la composizione della Presidenza.
Questo il link alle linee guida regolamentari che saranno integrate dalla Presidenza dell'Assemblea con l'Ordine dei Lavori.
NB. L'ultima Assemblea Nazionale di +Europa ha approvato le linee guida per la redazione di un regolamento delle Assemblee Regionali. Sebbene quindi un regolamento definitivo non sia stato ancora approvato, queste linee guida sono sufficientemente complete per consentire lo svolgimento dell'Assemblea Regionale e quindi garantire agli iscritti e alle iscritte del Lazio il diritto di riunirsi, discutere ed eleggere, ai sensi dell'art. 16.9 dello Statuto di +Europa, il Segretario e la Direzione Regionale.
Coerentemente con quanto riportato nelle linee guida, all'Assemblea Regionale partecipano con diritto di elettorato attivo e passivo tutti gli iscritti a +Europa domiciliati nella regione (a questo scopo fa fede l'indirizzo comunicato all'atto dell'iscrizione) entro un termine individuato nel giorno della convocazione dell’Assemblea stessa - quindi la data odierna - salvo diversa decisione della Presidenza dell'Assemblea Regionale.
Un caro saluto,
Benedetto Della Vedova
Intervista di Emma Bonino a La Repubblica
"La latitanza della politica sul suicidio assisto mostra che i legislatori hanno perso la testa, hanno perso la pietà e la compassione. E la destra la smetta di usare strumentalmente questi temi". Emma Bonino, storica leader radicale e di +Europa, ex ministra degli Esteri, una vita spesa per le battaglie sui diritti civili sin dall'arresto per l'aborto nel 1975, è un fiume in piena. Dice: "L'ho scritto nel mio testamento biologico e anche dal notaio, se mi ritrovo a vivere come una zucchina, per favore lasciatemi andare".
Bonino, è morto "Mario" il primo caso di suicidio assistito in Italia. Conservatori e clericali gridano contro l’eutanasia.
"A chi grida contro l'eutanasia dico che non volerlo fare non implica automaticamente che altri non possano e non debbano farlo. Si chiama libertà di scelta. Nel caso di Mario, è il primo italiano ad chiesto e ottenuto l'accesso al suicidio medicalmente assistito, perché reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale 242/2019 sul caso Cappato-Antoniani. Federico Carboni, “Mario”, immobile da 12 anni a causa di un incidente stradale, l'ha scelto volontariamente, trovandosi nelle condizioni molto restrittive definite dalla Consulta".
La politica è latitante da decenni: non si riesce a fare la legge, perché?
"In Italia le questioni per i diritti e le libertà non trovano mai spazio. Non è il momento perché c’è un’emergenza o l’altra da affrontare. Da Englaro e Welby a Dj Fabo sono quarant’anni che se ne parla. Ma il dolore e la sofferenza non aspettano. Questo atteggiamento mostra che i legislatori non hanno testa, non hanno pietà, né compassione. La destra poi la smetta di usare strumentalmente questi temi. E la lontananza dall'Europa aumenta".
Le norme bloccate al Senato sul suicidio assistito però a lei non piacciono?
"Mi preoccupano molto, perché si divide la sofferenza in categorie. Ma non ci sono categorie tra malati terminali e oncologici, ad esempio, e bisogna essere liberi di scegliere anche sul fine vita, se fatto consapevolmente. La realtà, però, è che quel testo rischia di peggiorare."
Non è sempre meglio un piccolo passo piuttosto che nessuno?
"Nella mia vita politica ho fatto molte battaglie e ho sempre sostenuto che sia meglio raggiungere piccoli avanzamenti che nessuno. Lo è stato per la L.194, con tutti i limiti che dopo 40 anni sono palesi. Meglio sarebbe una buona legge a tutela di tutti, non sulla base del caso o della patologia di cui si soffre."
La chiesa definisce una sconfitta il suicidio di "Mario".
"Penso che la vera sconfitta per Mario e i suoi familiari sarebbe stata continuare a soffrire."
Quanto tempo dovremo aspettare sui diritti civili?
"Mi rifiuto di assecondare la tesi per cui occorra aspettare. Ho sempre sostenuto che i diritti civili sono anche diritti sociali, nella misura in cui chi è più abbiente non avrà difficoltà ad andare in Svizzera o altrove. Serve un balzo di civiltà per il nostro Paese, riconoscendo quanto i cittadini chiedono oramai da troppo tempo."
Ripresenterete un referendum eutanasia, che è comunque cosa diversa rispetto suicidio assistito?
"Seguiremo intanto la proposta sul suicidio assistito. Il referendum abrogativo su eutanasia non si può fare, semplicemente perché l’eutanasia non è disciplinata dalla legge. Ma sicuramente continueremo a batterci, perché tutti, fino alla fine possano autodeterminarsi e scegliere. Scegliamo la vita dignitosa."
A lei capita di pensare alla dignità della morte?
"L'ho scritto nel mio testamento biologico e anche dal notaio: se mi ritrovo a vivere come una zucchina, lasciatemi andare. E' una mia scelta".
Matteo Di Maio
La morte di Cloe Bianco ha giustamente suscitato reazioni di sdegno e di dolore in migliaia di cittadini in tutta Italia. La docente di fisica, esclusa dall'insegnamento in seguito al coming out come donna trans, si è tolta la vita dopo anni in cui ha dovuto subire il peso costante e la somma di una discriminazione transfobica da parte della società, dello Stato italiano e delle proprie leggi.
C'è una persona che non ha trovato modo di commentare l'accaduto, ma che in passato ha contribuito ad aggravare il peso delle discriminazioni scaricate su Cloe: l'Assessora all'Istruzione e alle Pari Opportunità della Regione Veneto, Elena Donazzan, esponente di Fratelli d'Italia e della visione reazionaria che il partito di Giorgia Meloni ha, e che non manca mai di ribadire come fatto l’altro giorno in Spagna in cui ha messo di nuovo nel mirino la comunità LGBT.
Donazzan, nel 2015, fu una delle prime rappresentanti istituzionali a scagliarsi contro Cloe e contro il suo ruolo di docente, offendendola e sminuendo il suo coming out da donna trans, un gesto coraggioso e liberatorio, ad un capriccio.
+Europa chiede le dimissioni di Elena Donazzan perché è manifestamente inadatta a ricoprire il ruolo tanto di Assessora all'Istruzione quanto di Assessora alle Pari Opportunità. Chi ha ruoli istituzionali così importanti non dovrebbe utilizzare la propria voce per discriminare e per rilanciare messaggi di odio e di esclusione sociale nei confronti del prossimo. La Regione Veneto merita di meglio.
Di Riccardo Magi
Mario è morto, da uomo libero.
Grazie Mario, fai buon viaggio.