Prime Donne
È vero che il suo libro di poesie - fresco di stampa - s’intitola “La signorina Nessuno”.
Ma quando Giorgia Soleri - che è scrittrice, attivista e modella - è stata definita solo come “fidanzata di Damiano dei Maneskin” durante tutta l’intervista concessa alla trasmissione “Storie italiane”, su Rai 1, non credevamo ai nostri occhi.
“Ho un nome e cognome” si sarebbe sfogata Soleri subito dopo l’intervista, nel rispondere ai propri follower delusi.
Così, mentre Soleri parlava e nel sottopancia la sua identità era esclusivamente riferita al frontman del gruppo rock, ci si chiedeva, increduli, in qualche capitolo de “Il Racconto dell’ancella” si fosse finiti: lo avete letto il romanzo distopico di Margaret Atwood in cui le donne di una teocrazia totalitaria perdono il proprio nome e sono esclusivamente chiamate con quello del marito? “DiDamiano” si chiamerebbe per la Atwood (e per la trasmissione di Rai 1), Giorgia Soleri: un’iperbole fantasiosa, certo, ma neanche tanto visti i tempi che corrono.
Come se le donne acquisissero valore solo in quanto “fidanzate di”.
Come se Giorgia, la cui raccolta di poesie è tra i libri più venduti in Italia e il cui impegno da attivista per l’empowerment femminile ha aiutato ad accendere un faro sulla vulvodinia, dando voce a un dolore finora poco noto, senza Damiano, non fosse nessuno.
Ma serve ancora, nel 2022 sottolineare che le donne non sono definite dai loro partner e non possono essere etichettate come “fidanzate di”? A quanto pare sì!
Cara Rai 1,
Giorgia Soleri non è “la fidanzata di Damiano dei Maneskin”.
Giorgia Soleri è Giorgia Soleri.
Di Giordano Masini
Il Ministro della Cultura Franceschini qualche giorno fa ha dichiarato in Parlamento, a proposito della sistematica bocciatura dei progetti per le rinnovabili in Italia, che la responsabilità sarebbe delle sole Soprintendenze, che sarebbero autonome e il Ministro, il potere politico, non avrebbe nessuna possibilità di interferire. Il Ministro non dovrebbe sottovalutare il suo potere, dal momento che il Regolamento di organizzazione del suo Ministero prevede, come è ovvio, che il Ministro eserciti funzioni di indirizzo politico-amministrativo, definisca obiettivi, priorità, piani, programmi e direttive generali per l'azione amministrativa e adotti atti di indirizzo interpretativo ed applicativo e espressamente sottopone le Soprintendenze ai poteri di direzione, indirizzo, coordinamento, controllo e, in caso di necessità, avocazione e sostituzione del Ministero.
Franceschini è anche intervenuto personalmente per fermare progetti per l'energia pulita, come accaduto nel caso della centrale geotermica in provincia di Siena: in questo caso lo stesso Ministro ha proposto ricorso contro il progetto. Le Soprintendenze italiane non devono e non possono diventare semplici portavoci del fronte del no a tutto, soprattutto in una fase storica come questa, in cui la diversificazione delle fonti energetiche non è più solo una priorità ambientale, ma un'esigenza strategica dell'Europa intera. Noi crediamo che sbloccare rapidamente i progetti per le energie rinnovabili ostacolati dalla burocrazia avvicinerebbe l'obiettivo dell'indipendenza energetica dalla Russia senza arretrare nella lotta ai cambiamenti climatici. Il Ministro Franceschini, che sicuramente condivide questo obiettivo, dovrebbe adoperarsi in questo senso.
Nel 2015, Salvini affermava che i figli delle coppie gay partono con un handicap.
Nel 2019, una giovane cresciuta in una famiglia arcobaleno, Sanna Marin, diventa premier della Finlandia.
Nel 2022, con la decisione di aderire alla Nato, quella giovane premier finlandese cresciuta da una coppia gay porta Helsinki al centro dell'Europa e del mondo.
Non è vero che, ultimamente, Salvini non ci azzecca più.
Salvini non ci ha mai azzeccato.
Benedetto Della Vedova e Carlo Calenda
Dopo le tragicomiche dichiarazioni di Conte e Salvini sulle armi dei giorni passati, alla luce delle tensioni vissute ieri in Senato e della qualità del dibattito di oggi a palazzo Madama, e in vista di importanti scadenze parlamentari legate ai temi della concorrenza, esprimiamo la nostra preoccupazione per i continui distinguo sul sostegno al Governo di due tra i principali partiti della maggioranza e per il sempre più sistematico tentativo di sabotarne l'operato.
Il susseguirsi di prese di distanza più o meno esplicite di Lega e Cinquestelle sono da rispedire al mittente. E sono inaccettabili soprattutto se giustificate con la scusa della campagna elettorale per le elezioni amministrative.
Azione e Più Europa insisteranno ancor più convintamente nel sostegno a Mario Draghi, consapevoli che se nei contesti internazionali vi e' stato un recupero di immagine e credibilità dell'Italia, questo e' dovuto unicamente al suo prestigio e all'azione del suo Esecutivo.
Di Riccardo Magi
ll dibattito sul conflitto Russo-Ucraino e' sempre piu' dettato da esigenze di posizionamento politico elettorale, e questo e' un sintomo di fragilita' della nostra democrazia. Chi come il sottoscritto, partecipando insieme alla collega Lia Quartapelle a una delegazione di parlamentari di diversi Paesi europei a Kiev, ha visto la distruzione prodotta su obiettivi civili, le fosse comuni e la brutalita' dell'attacco non ha dubbi sul fatto che la scelta della Russia nasca con il marchio della violazione del diritto internazionale.
L'obiettivo putiniano della 'denazificazione' e' in realta' sinonimo di 'deucranizzazione', cioe' di annientamento della soggettivita' storico politica sovrana dell'Ucraina, di sterminio di chi non si sottomette. Ma davvero qualcuno puo' credere che se vi fosse stato un ingresso trionfale dell'armata russa a Kiev senza alcuna resistenza Ucraina cio' avrebbe garantito la pace? Dobbiamo invece avere consapevolezza che la pace si costruisce con la democrazia e con il diritto.
Quindi anche con l'invio di armi che consentano di esercitare all'Ucraina il diritto di legittima difesa e di proteggere la popolazione, esattamente come sancisce l'art. 51 della Carta ONU, che non vaneggia di armi difensive o offensive.
Presidente Draghi, per questi motivi noi vogliamo ringraziarla, per la guida che ha saputo assumere di un'azione chiara e decisa fin dall'inizio, e rinnovarle il nostro sostegno politico. In particolare vogliamo sottolineare il valore del suo modo di agire che e' sempre improntato alla ricerca di decisioni e di responsabilita' comuni e condivise. Cio' ha un enorme valore, non solo nell'affrontare questa tragica sfida, ma in prospettiva di costruzione di quel federalismo pragmatico e ideale che ha indicato come opzione politica.
Concludo, infine, ricordando Marco Pannella a 6 anni dalla sua morte, che da parlamentare europeo in carica fu l'unico ad avere il coraggio di recarsi a Mosca al funerale di Anna Polikvoskaja.
Di Giordano Masini
Lukashenko introduce in Bielorussia la pena di morte per chi "prepara" azioni terroristiche. In un paese in cui i fondamentali dello Stato di diritto sono già cancellati, questo si traduce in un via libera per l’eliminazione fisica dei dissidenti e degli oppositori politici.
Eccola, la vera “espansione” di cui avere paura e da contrastare, altro che allargamento della NATO a Est.
La Bielorussia era un paese formalmente neutrale, che in poco tempo è diventato nella sostanza un nuovo Oblast della Federazione Russa (potrà ospitare anche testate nucleari), a suon di modifiche costituzionali autoritarie ratificate da referendum farsa effettuati mentre dal paese era stato già sferrato l’attacco russo verso l’Ucraina.
Per questo i paesi liberi che confinano con la Russia hanno ottime ragioni per cercare sostegno e protezione nell’Europa e nella NATO, per questo facciamo bene a sostenere e ad armare la resistenza Ucraina.
La scelta è se conservare la libertà o diventare come la Bielorussia, ed è una scelta che non riguarda solo l’Ucraina ma tutti noi.
Di Simona Viola
Il 18 maggio del 1988 ci lasciava Enzo Tortora.
Enzo Tortora è stato un “eroe normale”, un cittadino incappato nella giustizia ingiusta dei teoremi che ha scelto di fare della propria vicenda privata una questione politica.
Con coraggio si è prima candidato e poi, eletto, ha rinunciato all’immunità parlamentare per dimostrare la propria totale e assoluta innocenza.
Un esempio unico di impegno civile e politico.
Ricordare Enzo significa accendere un faro sulla “malagiustizia”, non dimenticare e spronare le riforme necessarie, ancora mancanti, affinché il suo dramma non si ripeta.
Di Benedetto Della Vedova
Togliere oggi il sostegno all’Ucraina da parte dell’Italia annunciando la fine dell’invio di armi per la difesa dall’aggressione russa qualunque cosa accada sul terreno, come vorrebbe Salvini, finirebbe per indurre Putin non ‘alla pace’ ma, al contrario, a mantenere il conflitto aperto, in attesa che tutta l’Europa smetta di appoggiare la resistenza di Kiev, consentendo alla Russia di riprendere l’invasione.
Di Riccardo Magi
Nella giornata internazionale contro l'omotransfobia vorrei solo far notare ai miei colleghi che i numeri in Parlamento per approvare delle leggi che tutelino i diritti delle persone LGBTQI+ ci sono.
Prime Donne
“Dedico questa nomina a tutte le bambine francesi: inseguite i vostri sogni, niente deve fermare la lotta per il ruolo delle donne nella società”.
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Dei 12 Presidenti della Repubblica?
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In Italia le donne hanno duramente combattuto prima per poter esercitare il diritto di voto, poi per essere elette in Parlamento, diventare Presidenti della Camera, del Senato e Ministre della Repubblica.
Ma nessuna è mai stata eletta Presidente del Consiglio o Presidente della Repubblica. Almeno finora.
Speriamo che la nomina di Elisabeth Borne serva da apripista anche per le donne in Italia.
Benedetto Della Vedova a Radio Anch’io
Il dietro front repentino di Silvio Berlusconi che è tornato a difendere Putin e ad attaccare la Nato è incomprensibile, se non con il richiamo dei bei tempi andati dell’amicizia del Presidente di Forza Italia con l’autocrate di Mosca che ha scatenato la guerra in Ucraina. Trovo poco responsabile, se come immagino si tratta di fare campagna elettorale per le amministrative, anche la posizione di Conte e Salvini di mettere in dubbio la linea che l’Italia ha seguito finora. Non possiamo voltare ora la faccia dall’altra parte.
La linea del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto finora un’ampia maggioranza in Parlamento: il voto sull’invio delle armi c’è già stato e sarebbe un segnale di poca affidabilità cambiare opinione così rapidamente. L’obiettivo di sostegno alla resistenza ucraina contro l’aggressione violenta di Putin è stato in parte raggiunto e abbiamo consentito, insieme a tanti altri paesi, con le sanzioni, l’accoglienza di profughi e l’invio di armi all’Ucraina di non essere spazzata via da Putin e questo è nell’interesse della pace mondiale. Se Putin avesse trionfato, il mondo sarebbe stato molto più insicuro. Putin ha scatenato senza nessuna ragione o provocazione questo inferno. Inferno che ora gli si sta rivolgendo contro.
Siamo madri, siamo donne, siamo italiane.
Ma siamo anche uomini, padri, single. italiani ed europei.
Siamo etero, gay, bisex, lesbiche, trans. Siamo giovani, siamo anziani, siamo tutte e tutti diversi e proprio per questo uguali.
Firma ora il nostro manifesto arcobaleno
Prime Donne
Sanna Marin, Premier finlandese, 36 anni, ha annunciato un passo storico per il suo paese. E così anche la sua omologa svedese, Magdalena Andersson, 55 anni.
Sanna Marin, Magdalena Andersson, Ingrida Simonyte, Roberta Metsola e Ursula von der Leyen sono la risposta migliore al "bullismo nazionalista" dell'autocrate russo e dei suoi epigoni. Sono il futuro che vogliamo: più equo, libero e democratico.
Di Riccardo Magi
La Rai dovrebbe assicurare all'informazione sui referendum del 12 giugno "fasce di massimo ascolto".
+Europa il 28 e 29 maggio organizzerà una mobilitazione in favore di 5 sì nei referendum sulla giustizia.
"Non ci nascondiamo l'estrema difficolta' di raggiungere il quorum per l'assenza di informazione. C'e' un dolo del Servizio Pubblico, che dovrebbe occupare le fasce di punta, non quelle sfigate, almeno nelle ultime settimane.
Poi c'e' il problema del sostegno altalenante da parte della Lega, questo non facilita.
Di Benedetto Della Vedova
Svezia e Finlandia, due paesi membri dell’Unione europea, due solide democrazie fondate sullo Stato di diritto e sui diritti di libertà, chiedono di entrare nella Nato. Saranno benvenute, senza ombra di dubbio. La loro tradizione di neutralità viene superata oggi per esigenze di sicurezza, certo non per spirito bellicista. Putin dovrà subito farsene una ragione.
“Abbiamo visto la distruzione totale. A Bucha, Irpin e Borodyanka non è rimasto più nulla. Non c’è un edificio che non è stato colpito dall’artiglieria russa e sono state ritrovate diverse fosse comuni con centinaia di cadaveri. Cadaveri che avevano le mani legate dietro la schiena.
Nessuno come gli ucraini vorrebbe la pace e un cessate il fuoco. Ma nessuno come loro è consapevole che non esiste pace che passi dalla sottomissione alla Russia. La creazione delle condizioni per la pace passa inevitabilmente per la resistenza”.
Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa, insieme alla deputata del PD Lia Quartapelle è stato il primo parlamentare italiano a recarsi in Ucraina.
Ascolta la nuova puntata del podcast di +Europa su Spotify, Apple Podcasts, Google Podcasts o Anchor per la testimonianza del suo viaggio in Ucraina.
https://open.spotify.com/show/5Jf9jQqUhfkZ2yzy9gQaoQ
Di Yuri Guaiana
La mappa sui diritti lgbti in Europa pubblicata oggi da ILGA-Europe mostra che alcuni paesi europei hanno fatto passi avanti per garantire il diritto all’eguaglianza delle persone lgbti, nonostante le forze anti-lgbti rimangono forti e attive in tutta Europa.
Tra questi paesi non c’è l’Italia che rimane stagnante al 33esimo posto della classifica di 49 paesi europei.
Il paese che più è migliorato è la Danimarca, grazie al miglioramento delle proprie leggi contro le discriminazioni. Altri paesi che sono migliorati sono la Francia di Macron, che ha vietato le terapie riparative e garantito i diritti riproduttivi delle coppie lesbiche, la Germania, che ha vietato le mutilazioni genitali intersex, e l’Islanda.
Ma anche paesi Grecia, Lettonia, Lituania, Serbia, Slovacchia e Slovenia sono migliorati, mostrando che anche i paesi dell’Est e del Sud Europa possono migliorare se c’è la necessaria volontà e leadership politica. La stagnazione dell’Italia risulta quindi ancora più imbarazzante.
Il fanalino di coda tra i paesi UE rimane la Polonia, ma Romania e Bulgaria peggiorano e scendono agli ultimi posti dell’UE, vicino alla Polonia.
Anche l’Ungheria di Orban perde punti, ma rimane comunque più avanti dell’Italia, anche se di poco.
Infine, l’Ucraina guadagna un punto grazie all’abolizione del divieto di donare il sangue per gli uomini che fanno sesso con altri uomini poco prima dell’invasione Russa. L’Ucraina ha un punteggio più alto, anche se di poco, della Polonia e c’era un cauto ottimismo tra gli attivisti lgbti ucraini prima dell’invasione. Dovremo aiutare l’Ucraina anche dopo la guerra a ricostruire una società pienamente inclusiva anche delle persone lgbti.
Di Benedetto Della Vedova
La volontà di adesione alla NATO che emerge in paesi democratici storicamente neutrali come Finlandia e Svezia è la diretta conseguenza dell’aggressione militare non provocata e inaccettabile della Russia di Putin all’Ucraina. La leadership russa dovrebbe comprendere che nei paesi democratici i governi rispondono alle esigenze dei cittadini: in questa occasione, all’esigenza di sicurezza e protezione nel caso di una aggressione militare da parte di un paese terzo.
La Nato è una organizzazione difensiva e, come tale, non è una minaccia per nessuno. Putin deve prendere atto che la politica delle sfere di influenza è finita con il secolo scorso e ora i paesi, in primo luogo quelli europei, solo liberi di scegliere il proprio destino e le proprie alleanze. La minaccia per Putin non è rappresentata dalla NATO ma dalla capacità attrattiva di quell’Occidente liberale che qualche autocrate come lui pensava di avere liquidato.
Rivedi la diretta:
Benedetto Della Vedova a Coffee Break
Quando e' arrivato al governo, Draghi ha detto che il suo sarebbe stato un esecutivo atlantista ed europeista. E cosi', linearmente e coerentemente con l'ampio voto di fiducia che ha ottenuto, si e' mosso. Ha riconfermato la posizione europea di un rapporto e di una alleanza solida tra Ue e Stati Uniti e di condivisione di quanto si sta facendo in Ucraina: difesa della democrazia, sostegno alla resistenza, difesa della sovranità territoriale e dell'indipendenza di Kiev.
Draghi con Biden ha espresso le posizioni e le aspettative dell'Europa e cioè che la guerra si gioca dentro i confini geografici dell'Ucraina, e che bisogna sostenere Zelensky per avere la pace. Putin puntava a una operazione lampo per uccidere Zelensky, sostituendo la sua leadership repubblicana e democratica con una soluzione precaria, tutt'altro che pacifica, in un Paese non più libero ne' sovrano.