Intervista di Emma Bonino a La Repubblica
Il governo a cutro ha preso misure sui migranti che rappresentano un passo avanti o sono uno spot?
Per la precisione il Consiglio dei Ministri a Cutro non ha messo piede. E a Crotone, il governo ha preso misure sui migranti che direi decisamente sono uno spot, non si ritrova nel decreto quella volontà di favorire l'immigrazione regolare che il governo nei momenti di maggiore difficoltà dei giorni scorsi aveva annunciato seppure in modo contraddittorio. Anzi se, come pare, si restringeranno le maglie della protezione speciale avremo ancora più irregolari nel nostro Paese.
Il decreto prevede la caccia senza quartiere agli scafisti, sarà una misura efficace?
Nel mondo intero sentendo le parole della Presidente del Consiglio in conferenza stampa. Diversi autorevoli giuristi le hanno definite norme manifesto peraltro di difficile applicazione e incoerenti con il nostro codice. Nessuno si è mai sognato di assolvere i trafficanti di esseri umani ma vi sembra che i fenomeni migratori mondiali e le loro conseguenze che arrivano fino alle nostre coste possano essere governati con il codice penale?
Giorgia Meloni ritiene strumentale accusare l'esecutivo per il naufragio di Cutro, è così?
Cosa c'è si strumentale nel chiedere chiarezza su un un naufragio in cui hanno perso la vita 73 persone tra cui decine di bambini?
Cosa non torna in quelle ore in cui il salvataggio non c è stato?
Perché la guardia costiera che aveva i mezzi adeguati per intervenire non è mai uscita per cercare quell'imbarcazione della cui presenza si sapeva da ore così come si sapeva che le condizioni del mare andavano peggiorando? Perché non gli è stato chiesto di intervenire è la risposta che abbiamo sentito è perché questa richiesta non c'è stata?
Nel decreto però sono previsti più flussi regolari, che è anche la linea della proposta di legge "ero straniero" di cui lei è promotrice.
Sì prevede che aumentino i flussi che erano praticamente azzerati negli ultimi anni ma saranno comunque insufficienti e soprattutto non si vuole affrontare davvero il nodo della Bossi-Fini. Non si vuole creare un meccanismo più elastico che consenta a molte più persone di arrivare in sicurezza e a chi c'è già di regolarizzarsi a determinate condizioni, come invece chiede il deputato e segretario di +Europa, Riccardo Magi, ripresentando la proposta di legge "Ero Straniero", cercando di coinvolgere almeno tutta l'opposizione.
Come si affronta il fenomeno migratorio?
Con pragmatismo, senza usarlo come un clava retorica e propagandistica che è quello che abbiamo visto fare negli ultimi anni dall'attuale destra di governo e non solo. Con umanità e senso della realtà , cogliendo tutti gli aspetti positivi e i benefici dell'integrazione. Ovvio non è facile ma non c'è un'altra via.
L'Europa è la grande assente?
Non mi stancherò di ripeterlo: sono i paesi membri che non hanno voluto e non vogliono assegnare alle istituzioni europee reali capacità e poteri sull’immigrazione e sui confini esterni. La gelosia miope degli Stati più o meno sovranisti, ha fatto sì che i poteri della Commissione siamo residuali e che tutte le proposte di una gestione unitaria sull’immigrazione siamo state bocciate o depotenziate dal Consiglio.
Quale dovrebbe essere il primo passo europeo?
Al fondo serve una decisione politica: sull’immigrazione bisogna rinunciare al sovranismo e mettere in campo l’Europeismo. Pensiamo alla Riforma del regolamento di Dublino, promossa dal Parlamento ma bocciata dagli Stati: che profughi e richiedenti asilo debbano rimanere nel paese di primo approdo è un non senso che genera illegalità e frustrazione. Pensiamo a operazioni tipo Mare nostrum con mezzi e budget adeguati gestite a livello comunitario. Pensiamo a meccanismi europei di ingressi legali per coloro che cercano lavoro. Si potrebbe agire a trattarti vigenti, anche se la via maestra sarebbe una revisione in senso federalista delle regole comuni sull’immigrazione. E qui parte il cortocircuito dell’ unanimità. Se l’Europa non c’è o neon c’è abbastanza sull’immigrazione la colpa è degli Stati e dei partiti che preferiscono fare propaganda sugli immigrati piuttosto che cambiare lo status quo europeo.
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Di Annalisa Nalin e Paolo Costanzo
Nucleare: quarta, nuova, ultima generazione, dalla fissione alla fusione!? È in corso un dibattito reale con soluzioni a portata di mano? Non sembra.
Le centrali da fusione sono ancora in fase di studio e di sperimentazione per almeno i prossimi 30 anni. Nel campo della fissione, invece, i cosiddetti SMR, impianti modulari di piccola taglia, se interessanti in prospettiva e con alcuni produttori pronti a sostenerne lo sviluppo, ad oggi non sono ancora commerciali. Nell’ipotesi ottimistica occorrono 15 anni, mentre la transizione deve avvenire ora.
La Francia ed altri dieci paesi hanno chiesto all’UE una spinta per progetti congiunti sull’energia nucleare. Gli altri 16 Stati, tra cui l’Italia, al momento ne stanno fuori.
Da tempo, peraltro, la Germania ha deciso di uscire definitivamente dal nucleare. Svezia, Belgio, Spagna e Svizzera non costruiranno nuovi impianti a fine vita dei propri reattori. Anche il Giappone, un tempo leader sul fronte nucleare, manifesta dubbi su riaperture e completamenti di impianti.
Ci sono, comunque, circa 60 reattori in costruzione nel mondo (1/3 in Cina) e alcuni Paesi, come Turchia ed Egitto, hanno deciso recentemente di investire sul nucleare. D’altro canto, il parco dei reattori in esercizio a livello globale sta invecchiando e i fondi di ricerca sono drasticamente diminuiti.
Nel 2021 l’energia nucleare ha rappresentato il 10% della produzione elettrica mondiale (in contrazione). La Francia è capofila con il 70%, mentre gli USA sono al 20%. Il modello francese, tuttavia, è in forte difficoltà, tant’è che EDF, la società nazionale di produzione energetica, ha registrato nel 2022 perdite per 17,9 miliardi con un output nucleare crollato del 30% a causa di manutenzioni e/o riparazioni su oltre la metà dei suoi 56 reattori. Una conferma questa che costi, investimenti e manutenzioni sono insostenibili in assenza della mano pubblica. Per questo anche in Italia una scelta pro-nucleare richiederebbe una statalizzazione dell’energia come è avvenuto per la produzione francese dove il governo ha riacquistato le quote di EDF per far fronte a investimenti non digeriti dal mercato. Una tale opzione, inoltre, andrebbe contro le politiche di liberalizzazione degli ultimi 20 anni.
Da non sottovalutare pure il forte consumo di acqua in un crescente regime di scarsità per il surriscaldamento del pianeta, che potrebbe incidere pesantemente sulla produzione nucleare per fissione. Non dimentichiamoci poi la scarsa flessibilità per l’uscita da questa tecnologia in caso di nuove valutazioni strategiche. Se l’energia nucleare di quarta generazione è considerata green in termini di emissioni CO2, ritardare la transizione per attendere le “nuove” tecnologie ha un costo sociale potenzialmente elevatissimo.
Consideriamo, inoltre, che la materia prima imprescindibile è l’uranio. Già attualmente la sua produzione annuale viene assorbita dai 450 reattori presenti nel mondo e si stima una quantità di uranio sufficiente solo per prossimi 90/120 anni a livello globale, peraltro non presente in Italia.
Costi e tempi di realizzazione: l’impianto finlandese “Olkiluoto 3”, in funzione dal gen. 2022, ha richiesto enormi investimenti per 11 mld e 16 anni per la costruzione, senza contare i tempi di progettazione. In Francia la centrale di Flamanville, iniziata nel 2007 e ancora in fase di finalizzazione, è costata 12,7 mld contro i 3,3 mld inizialmente stimati.
Sicurezza: il nucleare è interdipendente, un eventuale drammatico incidente in una centrale avrebbe ricadute anche su altri paesi. Si aggiunge l’irrisolta questione della messa in sicurezza delle scorie radioattive unitamente al tema dello smantellamento delle vecchie centrali.
In conclusione, l’obiettivo di neutralità climatica per il 2050 richiede un serio dibattito, privo di affermazioni semplicistiche e ideologiche come “nucleare domani” o “nucleare mai”, per non incorrere in decisioni sbagliate e irreversibili. Gli investimenti nella ricerca e nella sperimentazione rimangono essenziali come pure la penetrazione delle rinnovabili, affiancata alla temporanea diversificazione con il gas e l’introduzione dell’idrogeno, così come previsto dalla strategia per la transizione ecologica disegnata dalla Commissione europea.
Primo giorno
Secondo giorno
Terzo giorno
Riccardo Magi: Segretario
Carla Taibi: Tesoriera
Federico Pizzarotti: Presidente
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Buon lavoro a tutti!
Risultati delle elezioni del 3 Congresso di +Europa.
Segretario
Riccardo Magi: 211
Bianche: 31
Nulle: 6
Non votanti: 2
Presidente
Federico Pizzarotti: 203
Bianche: 39
Nulle: 8
Tesoriere
Carla Taibi: 180
Bianche: 62
Nulle: 8
Assemblea
. Scossa Liberale: 14
. Next generation +Eu: 51
. Energie Libere: 115
. ImMAGIna: 69
. Bianche: 1
Candidature a Segretario
. Riccardo Magi
Candidature a Presidente
. Federico Pizzarotti
Candidature a Tesoriere
. Carla Taibi
Liste assemblea:
. Scossa Liberale
Capolista: Giulio Del Balzo
. Next Generation +Eu
Capolista: Benedetto Della Vedova
. Energie libere
Capolista: Piercamillo Falasca
. Europa in Comune
Capolista: Valeria Ambrosino
. ImMAGIna +Europa
Capolista: Matteo Hallissey
Risultati delle elezioni della platea dei delegati comunicati dalla piattaforma Eligo.
Numero totale di elettori: 3913
Numero totale di elettori che hanno votato: 3808
Affluenza totale degli elettori: 97,32 %
Peso totale degli elettori: 3.756,95
Peso totale degli elettori che hanno votato: 3.655,30
Affluenza pesata totale degli elettori: 97,29 %
Numero schede bianche: 22
Peso totale schede bianche: 20,90
Territori Diritti e Libertà
Stefano Pedica
Voti ponderati assegnati alla lista: 60,85
Europa in Comune
Valerio Federico
Voti ponderati assegnati alla lista: 201,90
Energie Nuove con Federico Pizzarotti
Piercamillo Falasca
Voti ponderati assegnati alla lista: 1.265,90
Next Generation +EU
Benedetto Della Vedova
Voti ponderati assegnati alla lista: 767,50
ImMAGIna +Europa
Riccardo Magi:
Voti ponderati assegnati alla lista: 950,90
Scossa Liberale
Giulio del Balzo
Voti ponderati assegnati alla lista: 387,35
Di Ilaria Donatio
Una madre non può essere lasciata sola.
E se chiede aiuto, sfinita, dolorante, dopo ore di travaglio o dopo un cesareo, ha diritto di ricevere l’aiuto di cui ha bisogno dal personale sanitario.
A Roma, un neonato di tre giorni, in piena salute, è morto nel letto dell’ospedale (per ora, la procura indaga contro ignoti per omicidio colposo): è rimasto soffocato sotto il peso del corpo della mamma che, stravolta da 17 ore di travaglio, si è addormentata mentre lo allattava. Per tre notti, lei aveva chiesto - inutilmente - di essere aiutata, ma le infermiere le hanno risposto di no.
Ora, il problema non è il “rooming in” - letteralmente "tenere in stanza" – che non è una pratica obbligatoria ma “raccomandata” dall’Oms per rinsaldare, fin dai primi istanti di vita, il legame tra madre e figlio.
E non lo è perché, sebbene consigliato, si tratta evidentemente di un protocollo che necessita di una serie di attenzioni che l'ospedale deve essere in grado di garantire ai neo-genitori, primo tra tutti, la presenza di personale sanitario preparato e pronto ad assisterli in questa delicata fase della loro vita.
Dunque, quello che è in questione è la stessa possibilità di scegliere se avere o meno un supporto.
E se una madre chiede aiuto e viene lasciata sola oppure - peggio ancora - le si fa notare che se non riesce a provvedere da subito alle esigenze del proprio figlio, allora è una madre inadatta, allora è lei che ha qualcosa che non va, beh, questo è un problema: si chiama violenza ostetrica.
La violenza ostetrica è anche un problema di risorse umane, di formazione professionale, di cultura.
E non si può più rimanere in silenzio.
Come funziona la riforma Cartabia?
Lo spieghiamo in questi 13 video, a cura dell’associazione Stato di diritto, in cui avvocati e professori illustrano la riforma per aree tematiche.
Lezione n.1: La Riforma della Giustizia Penale. Avv. Guido Camera.
Lezione n.2: Improcedibilità, prescrizione e interessi civili. Avv. Prof. Alessio Lanzi
Lezione n.3: I nuovi reati procedibili a querela. Avv. Luca Beltrami
Lezione n.4: Le indagini preliminari. Avv. Vinicio Nardo
Lezione n.5: Notificazioni e processo in assenza. Avv. Enrico Giarda
L’assemblea di +Europa, riunitasi venerdì 20 Gennaio 2023 in presenza presso la sede del partito e in modalità videoconferenza, ha eletto Alfonso Maria Gallo nuovo tesoriere con 45 voti.
Gli altri candidati alla carica di tesoriere che hanno ottenuto preferenze sono:
Annunziata Dimitri: 5 voti
Pasquale Pesce: 3 voti
Francesco Franco: 2 voti
Paolo Maria Cavallo: 2 voti
Astenuti: 20.
Di Anna Lisa Nalin
Ultima follia in Veneto: la proposta di legge del partito della Meloni riguardante la “Giornata del Patriota” per i giovani, da celebrare ogni 15 giugno.
Scoppia la lite persino con la Lega, che è in disaccordo, e forti polemiche con le opposizioni.
Si tratta del progetto di mettere i giovani al servizio della patria per il sostegno all’attività educativa delle associazioni legate all’arma e alle forze di sicurezza nel segno della dedizione e della solidarietà.
L’obiettivo è “arginare il disagio psicologico”.
Per questa iniziativa, è previsto uno stanziamento addirittura di 250.000 euro in un momento di pesanti difficoltà economiche per tantissimi cittadini veneti, così come per il resto degli italiani.
Una inutile follia che sembra ricordare il sabato fascista e che ha gran poco a che fare con attività del civismo e di volontariato.
Sembrano piuttosto attività nazionalistiche che indicano una certa nostalgia per il Ventennio.