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Non vedo nessuna luce sul destino dei diritti civili con questo Governo

Intervista di Emma Bonino a Il Corriere della Sera

Emma Bonino come vede il destino dei diritti  civili con questo governo?

«Non vedo nessuna luce». 

Molti di questi diritti sono in capo della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità che è stato affidato a Eugenia Roccella. Lei la conosce, vero?

«L’ho conosciuta negli anni Settanta quando faceva le battaglie con i radicali».

Avete fatto battaglie insieme?

«No. Tra l’altro lei era molto più politicizzata di me. Militava nel Movimento di liberazione della donna, creato all’interno del Partito radicale,   nel tempo in cui  io arrivavo a Roma della provincia    con la fissazione  dell’aborto clandestino».

Anche la ministra Roccella ha fatto le battaglie per l’aborto. E adesso continua a dirsi femminista...

«Per fortuna il femminismo non è un sindacato».

Cosa vuole dire?

«Ognuna ha il suo progetto di vita. Comunque qualsiasi siano le sfaccettature del femminismo,  i  diritti delle donne, a cominciare da quello dell’aborto, hanno una caratteristica ben precisa che mi pare che Eugenia Roccella  proprio non abbia. Però voglio dire una cosa».

Cosa?

«Non apprezzo per niente gli attacchi personali a lei: è semplicemente fedele interprete della presidente Meloni. Quello che fa più scandalo è che da una giovinezza radicale sia passata ad una maturità conservatrice per non dire reazionaria».

Pensa che si occuperà della Famiglia tenendo fuori tutte le altre famiglie?

«Si si nel suo ministero la signora Roccella ha  già cominciato a parlare di famiglia al singolare. Del resto come Giorgia Meloni lei pensa che la famiglia si fatta da una mamma e un papà, magari con due pupi, meglio se uno maschio e una femmina».

Nel 2016 Roccella si battè per fare un referendum per abolire le unioni civili. Tema che possa agire in qualche modo su quel fronte?

«Temo che i nuovi diritti civili verranno mesi in un cassetto e che se ne riparlerà in un’altra epoca».

Però Giorgia Meloni ha detto che non  toccherà i diritti esistenti.

«Si, appunto, questo vuol dire che si tornerà indietro. Mi sono sgolata per anni a dire che i diritti civili sono una casa fragile che vanno coltivati, curati, difesi e promossi ogni giorno perché se non ti svegli una bella mattina ti svegli e non li hai più. E questo è quello che sta succedendo».

Anche per la legge 194? E’stato detto in tutti i modi che non verrà toccata.

«Ma non c’è bisogno di dire di non cambiare la legge in Parlamento. Si può svuotarla di contenuti e renderla di fatto inapplicabile. Poi rimarranno fermi tutti gli altri diritti come lo ius scholae, figuriamoci l’eutanasia, la cannabis neanche a dirlo. E poi sono molto spaventata per i diritti dei migranti».

Cosa la spaventa?

«La dichiarazione di Giorgia Meloni sugli hotspot in Libia. Non capisco: la scelta  su chi può venire o non venire la fanno i libici? Oppure mandiamo noi del personale? E questo personale chi lo protegge?. Mi sembra solo un pericoloso slogan. Non dobbiamo stare zitti».

Cosa fare?

«Penso ad una mobilitazione della società civile. Non  dobbiamo stare zitti e dire che va bene così. I diritti civili sono stati un po’ trascurati dalla società che si è ridotta a risolverli da se».

Che vuole dire?

«Chi ha i soldi può andare a far valere i suoi diritti all’estero: in Svizzera a Barcellona, a Londra, dove già esistono». 

Torniamo agli anni Settanta. Eugenia Roccella era una leader radicale?

«Stava in quel gruppo del Movimento di liberazione della donna. Non l’ho mai pensata come una leader».

Era legata a Marco Pannella?

«Marco era molto legato a suo padre Franco».

Da quanto non la sente?

«Non l’ho mai più sentita da allora».

Vorrebbe dirle qualcosa?

«Non ho niente da dirle».

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2022-10-27 11:44:15 +0200