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La vita umana per i 5Stelle è merce di scambio

di Giulia Pastorella

Ieri l’intero gruppo degli eurodeputati del Movimento 5 Stelle ha deciso di astenersi sulla risoluzione pro-ONG presentata dall’eurodeputato verde Marquardt. Un’astensione che si è rivelata decisiva, visto che la proposta è stata bocciata per soli due voti.

La risoluzione chiedeva l’applicazione delle convenzioni internazionali sul diritto del mare, azioni concrete per svuotare i campi libici, l’apertura di un corridoio umanitario e poneva un freno a chi da mesi sta criminalizzando le organizzazioni che nel mediterraneo si fanno carico di salvare vite umane. Insomma, un manifesto di tutto ciò che è contrario alle politiche portate avanti dal recente governo gialloverde.

Divisi tra la nuova identità di europeisti progressisti e la loro recente liaison con Salvini, i 5 stelle hanno provato a salvare capra e cavoli, presentando un emendamento che subordinava l’apertura dei porti al rispetto delle convenzioni nazionali e ad “altre norme applicabili”, ovvero i decreti Salvini. Come c’era da aspettarsi, questo emendamento è stato bocciato dal Parlamento in favore di quello proposto dai liberali, che sosteneva con ancora più chiarezza l’obbligo di aprire i porti alle navi ONG che trasportano i migranti raccolti in mare.
Ed ecco che i grillini hanno scoperto le carte, scegliendo di astenersi sull'intera risoluzione e affossandola. Una ripicca, come ha scritto l’eurodeputata 5 Stelle Ferrara su Twitter: «È piuttosto semplice da capire: 3 emendamenti presentati, key votes per sostenere testo. Ne passa 1, dunque astensione».

Come all'asilo: tu non mi dai la caramella, io non ti parlo più. Peccato che, invece che caramelle, stavolta in ballo ci fossero vite umane.

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