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#IlMioCongresso. Elena, studentessa: "iscrivermi a +Europa è stata una delle migliori decisioni della mia vita"

di Elena Buratti

È il 25 gennaio 2019, sembra un giorno come tanti altri, ma non è esattamente così.

Mi sveglio, mi guardo allo specchio e una voce nella mia testa dice: “è il gran giorno”. Apro l’armadio, individuo la mia camicia preferita, la sfilo dall’omino e la indosso. È la camicia dei giorni speciali, quella che rende la giornata fortunata e indimenticabile, una sorta di porta fortuna scaramantico che indosso sempre quando devo fare qualcosa di importante. Esco di fretta e furia dalla porta di casa, saluto i miei genitori e con uno scatto felino entro nella macchina dei miei compagni di viaggio che con me partono alla volta di Milano. Durante l’ora e venti di viaggio ho continuato a pensare a dove stessi andando, a chi stessi per conoscere, a come dovessi comportarmi, se dare del “tu” o del “lei”, se iniziare il discorso con un “ciao” o se fosse meglio un “salve”. Non ho ancora finito la mia lunga lista di domande che uno esclama “Siamo arrivati!”. Scendiamo dalla macchina e mi ritrovo catapultata in un contesto in cui non avevo idea di chi fosse tutta quella gente, da dove venisse. I miei amici, sicuramente più abituati a situazioni del genere, vedendomi disorientata, cercano di farmi ambientare presentandomi a persone che già conoscevano. Tutti molto gentili, che parlavano come se mi conoscessero da una vita.

Ad un certo punto della conversazione intravedo dei volti familiari. Sì! Quello è Bruno Tabacci, quello è Marco Cappato e quello è Benedetto Della Vedova -in realtà pensavo fosse più alto. Il mio amico mi prende per un braccio e mi esorta a seguirlo; non avevo capito esattamente dove stessimo andando. Scendiamo una rampa di scale e incontro Alessandro Fusacchia, che girandosi verso di me esclama “Oh sì, certo, mi ricordo di Elena. Come posso dimenticarla. Quando sono venuto a trovarvi a Brescia era seduta esattamente di fronte a me!”. Si può capire la mia esaltazione in quel momento: Alessandro Fusacchia, si proprio lui, si ricorda di me!

Con un sorriso a 32 denti, entro in una stanza, piena di persone sorridenti e con spille di cui andavano tanto fieri, che cominciano a presentarsi: sono arrivata a destinazione, ho trovato il mio gruppo di “Contare di +”! Finalmente conosco quelle persone che, come me, avevano “messo la faccia” sul sito della lista. Non mi sarei mai aspettata di conoscere tanti ragazzi così simpatici e cordiali; per non parlare di quanto possa essere piacevole che gli adulti si rivolgano ai più giovani come a loro pari e non come ragazzini troppo giovani per capire.

Dopo due ore passate a chiacchierare, il mio amico, io e un gruppo di suoi conoscenti ci incamminiamo verso un ristorante lì vicino. Togliamo i cappotti, ci accomodiamo e chi vedo scendere dalle scale? Niente popò di meno che Andrea Mazziotti, che con nonchalance si siede al nostro tavolo e comincia a conversare amichevolmente. Io, esterrefatta, lo fisso e sorrido. Non so proprio cosa dire, se salutarlo, se cominciare a tempestarlo di domande e curiosità, ma non faccio a tempo a parlarci che subito “Ragazzi siamo in ritardo! Dobbiamo andare”.

Con una corsa alla velocità della luce, entriamo in quel grandissimo salone, che sembra essere stato preso direttamente dal set di un film principesco, sulle cui pareti è proiettata una luce lilla che si propaga lungo tutta l’altezza ed illumina il soffitto pieno di specchi. La prima cosa su cui lo sguardo cade è quel palco laggiù in fondo. Sullo sfondo bianco sono disegnati cinque individui, uno ocra, uno rosa, uno blu, uno verde acqua e uno azzurro, che si tengono per mano, come in un girotondo; con loro anche 12 stelle che li circondano e a fianco tre parole ben distinte: UNITI + FORTI +EUROPA.

Ci sediamo nell’ultima fila del primo blocco a destra, inizia il discorso di benvenuto di Spadaccia seguito dalla votazione degli emendamenti al regolamento, dai discorsi di Benedetto Della Vedova e Silvja Manzi e dal dibattito programmato dei gruppi territoriali. Non ho mai visto così tanti giovani, adulti e anziani nella stessa sala, che si impegnano tutti per la stessa causa: la fondazione di un partito contro corrente, che unisce e rende più forti coloro che vogliono cambiare le cose. È emozionante pensare che quattro generazioni, da Nord a Sud, possano condividere un obiettivo comune e collaborare per la sua riuscita.

Finito il dibattito programmato è ora di tornare a casa, forse… O forse no. Il gruppo di Contare di + propone di andare a cena tutti insieme, per conoscerci meglio e passare del tempo assieme, ma i nostri compagni di macchina, con i quali siamo venuti a Milano, vogliono tornare a casa. Il mio amico ed io ci guardiamo e senza pensarci due volte guardiamo l’ultimo treno per Brescia: et voilà! 23:25, prenotato. Pazzia? Può darsi. Ne è valsa la pena? Sicuramente! È stata una delle serate più interessanti e istruttive che io abbia mai trascorso finora.

Dopo aver rischiato di perdere anche quel treno, arriviamo a casa: ore 01:13; sveglia ore 06:10; treno ore 7:28. Penso di aver dormito all’incirca due ore, ma non so come sono piena di energie e voglia di partire di nuovo alla volta di Milano.

È il 26 gennaio 2019, sembra un giorno come tanti altri, ma non è così.

Arrivati al Marriott salutiamo tutti, mi sento già come se fossi a casa mia, come se fosse il mio habitat naturale. Oggi è la seconda giornata di congresso, la più intensa e importante, che inizia con la presentazione delle liste, intervallate da interventi di membri del consiglio direttivo e di ospiti invitati da Emma Bonino. Le liste iniziano con il ritiro di “+Europa Shitposting”, una lista di ragazzi che ammiro molto per il loro senso di ironia e la loro simpatia politica contagiosa -ammetto che prima dell’uscita della loro lista ho pensato “in un mondo perfetto “+Europa Shitposting” si candiderebbe come lista”- e che ringrazio sentitamente per aver portato la loro simpatia e determinazione a questo congresso. Il ritiro della prima lista è seguito dalla presentazione delle seguenti due: “Siamo Uniti in Europa” e “Europa Radicale”. Dopo alcuni interventi di membri del consiglio direttivo è arrivato finalmente il momento più atteso: i discorsi degli ospiti invitati. Tra tutti, tre in particolare mi hanno fatto riflettere: Guy Verhofstadt, che ci ha ricordato che nel dire di essere cittadino di Bruxelles, cittadino belga o cittadino europeo non c’è alcuna contraddizione e che non c’è futuro per l’Europa senza l’Italia, perché è uno dei paesi fondatori e la miglior risorsa dell’Europa; Astrid Panosyan, che ha sottolineato che l’Europa ha bisogno dell’Italia, il mondo ha bisogno dell’Italia, per la grandezza della cultura, dell’architettura,  della qualità del made in Italy, ed è importante che i cittadini italiani si sentano anche cittadini europei; ed infine Willis Onyango, giovane leader dal Kenya, che ci dice che tre sono le cose importanti che i giovani d’oggi in Kenya e in Africa devono fare: rivendicare il passato, sfidare il presente e reinventare il futuro e tutto questo si deve affrontare uniti e più forti perché insieme si può andare lontani, ma da soli si può solo andare veloci.

Ho passato il resto della mia giornata a ragionare sulle parole di quelle tre grandi figure politiche e vedere la situazione italiana da un punto di vista esterno aiuta molto a capire quali siano le vere priorità, le vere necessità che l’Europa e il mondo hanno in questo preciso momento storico, ma soprattutto che grande ruolo e potenziale ha il nostro Paese in tutto questo.

Continua la presentazione delle liste con “LSD – libertà, stato di diritto, democrazia”, “Europa in Comune”, “Contare di +”, “Orgoglio Europeista” e ”Italia Europea”, ma io non riesco a smettere di pensare a quei discorsi, al nostro futuro come partito, a quanto riusciremo davvero a cambiare dell’odierna situazione di odio e recessione. Il mio flusso di pensieri viene interrotto esattamente alle 18:00: è l’inizio degli interventi dei candidati segretari, in ordine Fusacchia, Cappato, Della Vedova. Tre discorsi pieni di senso, entusiasmo e determinazione, ma se devo essere sincera -nonostante la lunghissima storia politica di Cappato e Della Vedova- quello che mi ha stupito di più è Fusacchia. Non perché lo sostengo -sì, anche per quello- ma per ciò che ha detto nella sua conclusione: “mi appello a ciascuno di voi, perché ognuno di voi conta enormemente. Sentitela questa responsabilità, perché non avremo una seconda occasione, non potremmo dire “io c’ero eppure…” o “io c’ero, se solo avessi!”. Pensateci bene. Pensateci due volte… Pensateci tre volte. Voi siete arrivati qui oggi, pensando che non ci fosse una domanda per voi, che questa non fosse una prova, non fosse un colloquio… Invece lo è! Voi… VOI, CHI SIETE? NOI CHI SIAMO? Ciascuno di voi si ricorderà di questa sala, di questo momento, in cui lo state sentendo qualcosa dentro di voi. E sapete che cos’è? È che state capendo che non dovete fare qualche cosa, ma dovete decidere chi essere”. Penso che queste parole dicano molto, indipendentemente da chi si voti, indipendentemente da cosa uno sostenga. Personalmente non sono molto emotiva, ma alla fine di quel discorso ho cominciato a piangere, non solo per la profondità del discorso, ma perché finalmente ho trovato qualcuno che riesca ad incarnare tutto ciò in cui credo, che dica esattamente ciò che voglio dire, ma per cui a volte mi mancano le parole.

La serata procede con la discussione degli emendamenti allo statuto, e come la sera precedente: arriviamo a casa alle ore 01:15; sveglia ore 06:10; partenza ore 7:28. Come la scorsa notte penso di aver dormito circa due ore, sono ancora piena di energie, ma stavolta triste, perché sarà l’ultimo giorno.

È il 27 gennaio 2019, sembra un giorno come tanti altri, ma non è così.

Questo è l’ultimo viaggio verso Milano, l’ultimo giorno di congresso. Entriamo in quel salone che ci ha ospitati per tre intensissimi giorni, ci sediamo, tutti insieme, nella quarta fila del primo blocco a destra. Mi mancheranno quelle comode poltrone di velluto rosso, che rendono l’ambiente ancora più regale, che fanno sentire persone comuni come me più importanti e fondamentali.

Inizia il dibattito programmato dei capilista e a seguire gli ultimi interventi dei tre candidati alla segreteria; tutti molto decisi e con idee molto chiare su quello che sarà il destino di questo partito, che proprio oggi vedrà la sua nascita. Ogni discorso ben studiato, ogni parola intrisa di significato, ogni capolista e segretario innamorato di quel partito, di quell’idea di partito, di quella visione comune del mondo… Insomma anche oggi tutti a livelli espressivi a 5 stelle, o meglio, a 12 stelle.

Oggi è il giorno decisivo: chi diventerà il segretario? Chi entrerà a far parte del direttivo? E chi dell’assemblea? Ore 11:00 aprono i seggi: si dia inizio alle votazioni.

La parte più bella dell’attesa è accamparsi fuori dai seggi, dove sostenitori di Cappato e sostenitori di Fusacchia -io in prima fila- fanno a gara a chi urla più forte, con conseguente rimprovero delle guardie al di fuori del seggio. Quattro lunghissime ore passate ad urlare a squarciagola “Votate Fusacchia se volete contare di +!”, e altri motti e slogan che ci siamo inventati sul momento. La gente, ogni tanto intimorita, ogni tanto divertita, si ferma davanti a noi chiedendoci “Ma non siete stanchi?” e, puntualmente, arriva la risposta “non bisogna mai essere stanchi di crederci, perché comunque vada NOI SIAMO +EUROPA”. Ore 17:30, chiusura dei seggi. “Alea iacta est”, “il dado è tratto”. La decisione è presa ormai, bisogna solo aspettare i risultati.

I miei compagni di viaggio ed io ci avviamo verso la nostra macchina parcheggiata. Io, un po’ come viene descritto l’“Addio ai monti” di Lucia Mondella, saluto per l’ultima volta i miei nuovi amici, i miei nuovi compagni d’avventura, e tristemente salgo sull’auto. Quest’ultimo viaggio sembra non finire mai… Un’ora e venti minuti dopo, arrivo a casa. Scendo dalla vettura, cerco le chiavi del portone e lo apro. Mi assale un tremendo senso di nostalgia, ma mi sento una persona migliore. Migliore di quanto lo fossi tre giorni fa, prima di iniziare questa meravigliosa avventura.

Mi precipito al computer e seguo la diretta streaming, mentre i gruppi Whatsapp impazzano scrivendo di risultati parziali che stanno uscendo. Candidato vincente: Benedetto Della Vedova. Congratulazioni segretario! Molti cominciano a chiedermi se sia triste per una sfegatata sostenitrice di Fusacchia, effettivamente un pochino sì, ma come abbiamo ripetuto durante i tre giorni: COMUNQUE VADA SIAMO +EUROPA!

È il 28 gennaio 2019, sembra un giorno come gli altri, ed è proprio così, ma io non sono la stessa persona del 25 gennaio. Sono cresciuta, ho imparato cose nuove, conosciuto nuove realtà, ascoltato nuove storie che hanno reso la mia visione della vita più completa e arricchita. Proprio oggi sono giunta alla conclusione che nella vita bisogna fare delle scelte e penso che una delle migliori decisioni che io abbia preso è stata spendere i miei ultimi 50€risparmiati e iscrivermi a +Europa in quel 7 settembre 2018.

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