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Il blocco della prescrizione è indecente e incostituzionale

Di Carmelo Palma

Il negoziato all'interno della maggioranza sui temi della giustizia fa emergere con chiarezza un solo dato certo. Il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio, che decorrerà dall’inizio del 2020 per decisione del governo Conte I, non sarà revocato dal Governo Conte II. Tutto quello che il Partito Democratico timidamente chiede è una legge che garantisca tempi certi al processo. Il che significa che laddove lo Stato non rispetti i tempi dettati dalla legge, anziché lo Stato, con la decadenza della sua pretesa punitiva, a pagare sarà l'imputato, con la decadenza del suo diritto di essere giudicato in tempi decenti.

La ragionevole durata del processo, stabilita dalla Costituzione, viene negata come diritto del cittadino, ma viene perseguita come obiettivo dell’amministrazione giudiziaria. In ogni caso, laddove non venisse garantita, varrà il principio del “fine processo mai”, che oltre a essere incostituzionale dal punto di vista giuridico e letteralmente indecente dal punto di vista politico. Anche da questo punto di vista c'è una perfetta continuità tra il governo Conte I e il governo Conte II.

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