Il Governo di Giorgia Meloni parla tanto di natalità e famiglie ma rischia di perdere i 4,6 miliardi di euro messi a disposizione dal PNRR per la realizzazione di 2.190 nuove strutture tra asili nido e scuole materne su tutto il territorio nazionale.
Ha lanciato troppo tardi la piattaforma su cui i comuni dovevano caricare i progetti e non ha saputo affiancare e sostenere gli enti locali nella redazione dei progetti, lasciando sindaci e amministrazioni alle prese con le note fragilità dei loro uffici tecnici.
Avere un asilo nido o una scuola materna vicina è un diritto fondamentale per le famiglie italiane e libera la scelta delle donne di diventare madri conciliando la vita professionale.
COSA PROPONIAMO NOI?
Per tutti i progetti non messi a gara entro la scadenza di giugno 2023 noi proponiamo:
La centralizzazione della progettazione e della realizzazione di asili e scuole da parte da parte del Governo, anche servendosi dei locali messi a disposizione dai comuni o di altri immobili di proprietà pubblica.
Un bando per la costruzione di asili rivolto ad aziende e organizzazioni del terzo settore per la realizzazione nel territorio dei comuni originariamente destinatari dei fondi (o nella provincia di appartenenza) di asili aziendali o privati, che destinino però almeno il 30% dei propri posti a servizio pubblico.
Scarica la bozza di comunicato stampa da inviare ai giornali locali
Aggiungi signatureAPPELLO per la liberazione e per un maggiore sostegno militare all’Ucraina da parte dell’Unione europea e degli Stati membri.
Le armi e le munizioni inviate all’Ucraina hanno permesso di frenare l’occupazione russa.
In considerazione della situazione di sostanziale stallo sul campo e del ruolo decisivo che potrebbe avere un aumento delle forniture militari all’Ucraina, al fine di evitare nuove avanzate russe e al fine della liberazione dei territori illegalmente occupati.
In considerazione dei soli aiuti militari per i quali l’impegno dell’Unione europea, con le proprie istituzioni e con accordi bilaterali degli Stati membri, è stato inferiore alla metà dell’impegno dei soli Stati Uniti.
CHIEDIAMO alle istituzioni dell’Unione europea, agli Stati membri, all’Italia, di accrescere e accelerare il sostegno industriale militare, l’acquisto comune di mezzi e di munizioni, l’addestramento dei militari ucraini, la fornitura di armi ed equipaggiamenti.
La resistenza ucraina va necessariamente sostenuta di più e presto.
CHIEDIAMO di promuovere un maggiore sostegno alla resistenza ucraina per la liberazione dall'occupazione russa, con tutti i mezzi utili allo scopo.
Aggiungi signatureIl governo ha varato un ddl che vieta la produzione, la commercializzazione e l’importazione della cosiddetta “carne sintetica”.
Ma che cosa è esattamente la “carne sintetica”?
È un errore definire “sintetico” un alimento, come se fosse realizzato attraverso un processo chimico di sintesi. In realtà la cosiddetta “carne sintetica” si ottiene attraverso la coltivazione in vitro di cellule staminali estratte attraverso procedure indolori da animali vivi, in grado di generare tessuti muscolari simili a quelli della carne ottenuta attraverso la macellazione.
I vantaggi sono di due tipi:
Beneficio etico: per produrre questo tipo di carne non è necessario uccidere animali.
Beneficio ambientale: la carne ottenuta con questa procedura ha una minore carbon footprint e quindi un minore impatto ambientale rispetto a quella tradizionale, soprattutto nel caso di quella bovina e ovina.
È possibile vietare in Italia la produzione, la commercializzazione e l’importazione di un prodotto di questo tipo? No. L’immissione sul mercato di alimenti di nuova concezione è disciplinata dalle norme europee che riguardano, senza eccezioni, l’intero mercato comune. È l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, con sede a Parma, a stabilire in base a valutazioni scientifiche rigorose se la cosiddetta carne sintetica è sicura, e poi sono le autorità dell’Ue ad autorizzarne eventualmente la produzione e la commercializzazione.
Se uno Stato membro dell’Ue vuole sottrarsi a queste regole deve produrre evidenze scientifiche solide che dimostrino che un prodotto è davvero pericoloso per la salute, non ipotesi politiche generiche come quelle contenute nel ddl approvato dal governo, altrimenti incorrerà in procedure di infrazione e sanzioni che pagheranno i cittadini contribuenti italiani.
La produzione, commercializzazione e import della cosiddetta “carne sintetica” avrebbe conseguenze negative per la nostra economia? No. Ogni nuovo prodotto che arriva sul mercato porta con sé potenzialmente conseguenze positive per l’economia, perché potrebbero nascere nuove imprese e nuovi posti di lavoro. Quindi a essere dannoso per la nostra economia è proprio il ddl approvato dal governo, che impedirà ai ricercatori e alle imprese italiane di sviluppare un settore con enormi potenzialità.
Non è detto che la cosiddetta carne sintetica avrà successo commerciale: ad esempio le aziende che producono la cosiddetta “carne vegetale”, ottenuta attraverso ingredienti di origine vegetale che imitano per consistenza e sapore la carne vera, hanno visto i loro fatturati ridursi drasticamente rispetto alle aspettative iniziali. Questo perché le persone non abbandonano volentieri gli alimenti ai quali sono abituati, come la carne. Ma questo rende il divieto imposto dal governo ancora più insensato: se la carne coltivata in vitro non avrà successo sarà un divieto inutile, se invece avrà successo sarà dannoso per le prospettive della nostra economia.
Chiediamo al governo di ritirare questo ddl insensato e dannoso. Firma anche tu la nostra petizione.
Aggiungi signatureNei giorni scorsi abbiamo presentato, insieme a Radicali Italiani, il testo della mozione per invitare i Sindaci a procedere con le registrazioni degli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali, indicando entrambi i genitori che si sono assunti la responsabilità della procreazione, e per sollecitare il Parlamento a sostenere la nostra proposta di legge su questo tema.
Clicca qui per leggere la mozione.
Clicca qui per leggere le città dove abbiamo presentato, depositato o approvato la mozione.
Vuoi darci una mano per lanciare una mobilitazione nazionale che inviti i sindaci a firmare la nostra mozione?
Lascia i tuoi dati e sarai contattato dal partito.
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È il momento delle scelte.
È il momento di prendere una posizione chiara, aperta, responsabile.
È il momento di dire sì al rigassificatore di Piombino e di superare i “no” a tutto, segno di una cultura e di una politica radicata sull’egoismo del “mio” e del qui e ora.
Per anni, certa politica ha appaltato l’energia dell'Italia a un Paese straniero, rendendoci dipendenti.
E adesso, adesso che i rapporti con la Russia sono irrimediabilmente compromessi, ne paghiamo tutti il prezzo: forniture del gas tagliate, prezzi esorbitanti, costi della benzina aumentati, bollette sempre più alte.
Un vero e proprio salasso per cittadini e imprese.
Per questo, è ora di cambiare. È ora di rendere il Paese libero e indipendente dal gas russo. Il primo passo per farlo è proprio questo: dire sì a un'opera sicura, vale a dire il rigassificatore di Piombino.
Un'opera che fornisce 5 miliardi di m³ all'anno, cioè il 13% dell'import dalla Russia, coprendo il 6,5% del fabbisogno nazionale.
Come dimostrano altri esempi in italia e nel mondo, non solo non ha rischi ma è un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile, proprio a vantaggio dei territori, con i quali verranno concertate le più ampie compensazioni.
Non condanniamo l’Italia alla dipendenza energetica.
Primi firmatari del Comitato, Alessandro Giovannini e Marco Taradash, candidato per Più Europa rispettivamente alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Toscana P02 e al Senato nel collegio Toscana 1.
5 milioni di italiani, soprattutto giovani, studiano e lavorano in una regione diversa da quella del comune di residenza.
L’Italia, oltre a Cipro e Malta, è l’unico Paese in Europa a non riconoscergli il diritto di votare nella città in cui vivono per le elezioni politiche.
Persino stati come Ungheria e Polonia hanno sistemi che consentono il voto a distanza.
I cittadini italiani che, anche per periodi brevi, lavorano all’estero possono votare. Chi lavora e studia in Italia NO.
In questi giorni si sarebbe dovuto votare in Parlamento un disegno di legge che avrebbe garantito questo diritto. La caduta del Governo Draghi ha cancellato anche questa possibilità.
Per questo motivo al Senato a prima firma di Emma Bonino e alla Camera a prima firma di Riccardo Magi, come +Europa/Azione è stata presentata un'interrogazione alla ministra Lamorgese e abbiamo lanciato un appello al Governo per fare tutto il possibile per agevolare il voto di quasi un decimo della popolazione italiana.
Le studentesse e gli studenti universitari, in particolar modo, il 25 settembre, saranno in sessione d’esame e di laurea.
Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla vita politica e poi non permettergli di votare dove vivono.
Firma ora il nostro appello, fai sentire la tua voce #iovotofuorisede
Aggiungi signatureAlle prossime elezioni abbiamo la precisa priorità di non consegnare l'Italia dalle mani di Draghi a quelle incompetenti di Salvini e Meloni, il duo Putin-Orban italiano.
Salvini e Meloni si possono battere ma non vogliamo minestroni.
Vogliamo costruire un'alternativa chiara, fondata su obiettivi e programmi comuni: europeismo, atlantismo e società aperta.
Ecco perché, insieme ad Azione, abbiamo presentato il Patto Repubblicano: un appello ai politici e ai cittadini per la ricostruzione dell’Italia.
Il nostro è un tentativo di mettere per iscritto 14 punti per chiamare a raccolta le forze liberali e atlantiste che ci sono nel Paese.
Clicca qui per leggere il Patto Repubblicano.
Dai forza al Patto Repubblicano.
FIRMA ORA!
Aggiungi signatureAlla Camera dei Deputati è in discussione un disegno di legge a prima firma Riccardo Magi che legalizza la coltivazione domestica di 4 piante di cannabis, abbassa le pene per i fatti di lieve entità e rimuove le sanzioni amministrative per chi detiene per uso personale.
Perché è importante?
+LEGALITÀ
Evitare che i consumatori di cannabis siano costretti a rivolgersi alle piazze di spaccio nelle mani delle mafie.
+GIUSTIZIA
Liberare il sistema giudiziario da tutti quei procedimenti inutili legati a fatti di lieve entità nel segno della proporzionalità della pena.
+SICUREZZA
Rendere più naturale la cannabis consumata dai cittadini, tutelando la salute dei consumatori da sostanze nocive come lacca, lana di vetro e piombo con le quali viene mescolata per il commercio illegale.
+SALUTE
Assicurare la continuità delle terapie per i pazienti che fanno uso di cannabis terapeutica regolarmente, colmando l’insufficienza della produzione italiana.
+RIEDUCAZIONE
Adottare misure alternative al carcere per aiutare davvero il reinserimento delle persone tossicodipendenti nella società.
Firma ora la nostra petizione per chiedere al Parlamento di approvare entro questa legislatura il nostro disegno di legge.
Aggiungi signaturePutin sta finanziando la sua guerra grazie al gas che vende a noi europei.
Di fronte al genocidio degli ucraini, non possiamo più restare a guardare.
E’ ora di deputinizzare l’Italia, a cominciare proprio dallo stop all’acquisto di petrolio e gas di Mosca e puntare sull’energia pulita.
Abbiamo un patrimonio di idee e progetti sulle rinnovabili che ad oggi è bloccato dalla burocrazia e dall’inerzia amministrativa a vari livelli.
Soltanto dal 2018 ad oggi, a fronte di più di 24.000 MW di progetti eolici presentati, ne sono stati autorizzati solo 583 MW.
E di quasi 37.000 MW di progetti fotovoltaici, ne sono stati autorizzati solo 3.566.
I procedimenti sono talmente lunghi che l'80% dei progetti autorizzati non può essere costruito perché ormai tecnologicamente obsoleto e per questi deve essere chiesta una variante autorizzativa. Occorre “sbloccare” in fretta le centinaia di progetti eolici e fotovoltaici incagliati nelle Regioni che aspettano da anni di essere autorizzati.
Gli operatori del settore delle rinnovabili sono pronti, in pochi mesi, a raddoppiare la produzione di energia pulita e indipendente per rendere l’Italia più sostenibile, più libera e più sicura.
Occorre però un immediato cambio di passo con un pacchetto di riforme che miri:
1. a rendere davvero efficace il burden sharing con la previsione dell’intervento dello Stato in via sostituiva nelle procedure autorizzative o con la nomina di commissari straordinari nelle Regioni inadempienti;
2. a rimuovere i poteri di veto tutt’ora esistenti
3. a prorogare automaticamente la durata delle autorizzazioni scadute.
Oltre a questo, per una riforma più incisiva e di lungo periodo, è necessario avviare un ripensamento del titolo V della Costituzione e considerare la restituzione al livello statale delle competenze esclusive in materia energetica, necessaria per riconoscere la giusta centralità all’interesse strategico del raggiungimento dell’autonomia e della sicurezza energetiche dell’Italia e dell’Europa, integrate nelle strategie geopolitiche.
Clicca qui per leggere la proposta completa.
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