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Difendiamo la libertà di religione, basta leggi contro la blasfemia

Di Yuri Guaiana

Dal 2009 il 30 settembre si celebra la giornata internazionale per il diritto alla blasfemia per iniziativa del Center for Inquiry (Centro per Inchieste), un’organizzazione senza fini di lucro a favore di una società secolare basata sulla scienza, la ragione, la libertà di inchiesta e l'umanesimo.

La scelta del 30 settembre non è casuale perché quel giorno, nel 2005, furono pubblicate delle vignette satiriche di Muhammad che hanno dato luogo a una controversia internazionale.

In 8 paesi la blasfemia può costare addirittura la vita e in molti di più il carcere. In Italia rimane un illecito amministrativo (l’articolo 724 c.p. prevede che «Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità, è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309. La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti). Come ricorda UAAR, abbandonare una religione, dichiararsi apostati o atei è considerato ancora più grave in alcuni paesi, in particolare in alcuni paesi musulmani.

È una questione di libertà di espressione e di coscienza, diritti umani fondamentali. In questa giornata ribadiamo che le credenze religiose devono poter essere soggette ad esame e critica proprio come le credenze politiche e rivendichiamo la libertà di non credere o di lasciare una religione.

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