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Bonino a Libero: sui referendum giustizia il PD è succube del M5S

Intervista di Emma Bonino a Libero

Bonino, perché è importante votare per i referendum il 12 giugno?

La battaglia per una giustizia giusta è la battaglia delle battaglie. Dal buon funzionamento della macchina giudiziaria passa tutto ciò per cui ho combattuto per una vita e continuo ancora oggi a combattere: i diritti umani, le libertà economiche e civili, la difesa dei più deboli, la burocrazia, le carceri, i migranti, le minoranze religiose e le persone LGBTI+. Dalla giustizia giusta passa lo Stato di diritto e quindi la democrazia del nostro Paese. Per questo, +Europa insieme ad Azione ha lanciato, anche in queste giornate, una mobilitazione in tutta Italia per informare i cittadini delle ragioni liberali del sì.

La riforma Cartabia non basta?

La riforma Cartabia tocca 3 dei 5 quesiti: elezione del CSM, separazione delle carriere e consigli giudiziari. È importante e positiva, per questo la sostengo convintamente, ma i referendum vanno più in profondità nelle riforme.

Il quorum sembra difficilissimo da raggiungere. E non aiuta che si voti un solo giorno e a scuole chiuse Il governo è stato complice di chi vuole falliscano?

Il Governo Draghi è un governo a tutti gli effetti politico: ha ottenuto la fiducia del Parlamento e ci sono ministri politici designati dai partiti che partecipano al Consiglio dei Ministri e, dunque, influenzano le decisioni del Governo. Complice casomai è chi, politicamente, sta cercando di far passare sotto silenzio questo referendum.

Chi e perché?

Letta ha indicato il no, che è di fatto un invito all’astensione, il modo più efficace per far fallire i referendum. Questo nonostante molti dirigenti, militanti e semplici iscritti Pd voteranno sì. Il segretario Pd ha fatto prevalere le ragioni dell’alleanza con il M5S, contrario a questi referendum perché fanno fare un balzo avanti in senso garantista all’Italia, mettendo definitivamente alle spalle la stagione giustizialista di Bonafede. E poi c’è Salvini: ha visto che la battaglia era in salita e si è defilato: adesso va pure in Russia… la sua fase garantista sembra sia già passata. Giorgia Meloni praticamente non ne parla.

Molti sostengono che la giustizia si riforma solo in Parlamento, non con i referendum.

La riforma Cartabia, passata solo alla Camera e in attesa dell’ok del Senato, è positiva, lo ripeto, ma risente della necessità di un necessario compromesso tra forze di maggioranza con idee molto diverse. I referendum propongono riforme molto più nette in chiave liberale.

Gli italiani sembrano disinteressati. Eppure la stragrande maggioranza delle persone è scontenta della giustizia italiana. Come mai questa contraddizione?

Gli italiani non sono disinteressati. Sono disinformati. O meglio, non informati. Del referendum sulla giustizia si parla solo negli spazi delle tribune politiche a orari improbabili. Non c’è copertura mediatica se non quella assegnata per legge dalla par condicio. E come dicevo, i partiti non ne stanno facendo una priorità politica.

Negli ultimi anni la magistratura è stata al centro di scandali di ogni tipo, penso al caso Palamara. Eppure non si riesce a riformarla. Perché?

Il CSM è lacerato dalle correnti e anche dagli scandali recenti: stiamo parlando di un organo di rilievo costituzionale presieduto dal Presidente della Repubblica, che non può essere terreno di battaglia tra le correnti della magistratura. Se dovesse prevalere il sì, si spezzerebbe questo meccanismo correntizio e sarebbe un buon punto di ri-partenza.

Passiamo al merito dei quesiti. Abolizione della legge Severino. Lei è tra quelli che l'ha votata, se non sbaglio (se sbaglio, mi scusi). Perché ora chiede di abrogarla?

Ha ragione, ma all’atto pratico ha dimostrato di essere una legge che troppo spesso viola il principio di non colpevolezza a causa dell’automatismo dell’incandidabilità, decadenza e sospensione dalla carica pubblica anche in caso di sentenza non definitiva. E riserva un trattamento eccessivamente severo verso agli amministratori locali, che più di tutti sono esposti a rispondere anche dei comportamenti dei funzionari. Lasciamo alle sentenze definitive il compito di disporre l’interdizione dai pubblici uffici.

Custodia cautelare. Le norme esistenti, in realtà, già limiterebbero il ricorso. Perché occorre intervenire di nuovo?

Oggi le carceri sono piene di persone che non sono ancora condannate ma solo indagate o processate: se vince il sì, questa possibilità si restringe. La carcerazione preventiva resta comunque per i casi più gravi, ma non può essere la regola.

Separazione delle carriere. I magistrati dicono che proprio per essere imparziali è utile per un giudice essere stato pm. Cosa risponde?

O fai il PM o fai il giudice: il cittadino ha diritto ad avere un giudice terzo rispetto sia all’avvocato della difesa che al magistrato della pubblica accusa. La commistione delle carriere invece crea un rapporto strettissimo tra giudici e PM, che oggettivamente annacqua l’imparzialità dei giudici, a vantaggio dell’accusa.

Valutazione dei magistrati. Per l'Anm si limita l'indipendenza dei giudici.

Se passa il referendum, i magistrati, che decidono del destino delle persone, potranno essere valutati anche da chi tutti i giorni li conosce e li osserva: avvocati, professori, membri dei Consigli giudiziari. E non più soltanto da magistrati, come avviene adesso nei consigli giudiziari, dove la componente laica viene esclusa dalla valutazione. Una misura di buon senso, non un accanimento.

Elezione del Csm. Il Parlamento ha già approvato una riforma. Non basta?

Bisogna spezzare il “sistema” delle correnti organizzate, che spesso subordina il merito dei magistrati a favore della appartenenza. Il referendum ripristinerebbe la possibilità, per il singolo magistrato, di candidarsi alle elezioni del CSM senza dover raccogliere le sottoscrizioni di presentatori.

Letta ha detto di essere contrario a tutti i 5 quesiti, ma ha lasciato libertà di coscienza. Come giudica questa decisione?

Avrei preferito che Letta imprimesse una svolta sulla giustizia al Pd con la stessa positiva determinazione con cui si sta muovendo sui temi internazionali.

C'è ancora giustizialismo a sinistra?

Penso che nel centrosinistra molte persone abbiano compreso l’importanza della giustizia e che non affrontino più il tema in maniera ideologica. Tuttavia, il Pd ha ancora riflessi che non gli consentono di avere un approccio riformista rispetto alla giustizia e di completa autonomia rispetto alle organizzazioni dei magistrati. Detto questo, nel centrodestra si urla alla dittatura giudiziaria quando si tratta degli amici, mentre per tutti gli altri si sventolano le manette. Meglio ancora se questi “altri” hanno la pelle di un altro colore.

Salvini, che lei più volte ha avversato, è l'unico leader che ci sta mettendo la faccia. Questa volta sta facendo bene?

Riconosco che Salvini abbia contribuito in modo decisivo perché si potesse votare su questi referendum, anche se certo non basta a farne un testimonial del garantismo: il garantismo o è per tutti, immigrati compresi, o non è. Oggi parla di tutto, a cominciare dal calcio, ma di referendum sulla giustizia no. Evidentemente questo tema fa pochi like.

Renzi, nel suo ultimo libro, si scaglia contro i magistrati. Ha ragione?

Non ho letto il libro di Renzi. Contesto alcune sue scelte politiche e alcune sue frequentazioni internazionali, ma mi sembra di capire che le principali accuse nei confronti suoi e della fondazione Open si siano poi rilevate infondate, nonostante il clamore mediatico che avevano sollevato con il relativo contraccolpo per un uomo pubblico e politico come lui.

Draghi avrebbe potuto far pesare di più la sua voce in materia di giustizia?

Draghi è arrivato al governo per mettere in sicurezza l’Italia rispetto alla campagna vaccinale e ai soldi europei. Tra le riforme strutturali del PNRR, la giustizia rappresenta un capitolo importante e la riforma Cartabia va in quella direzione. Come vediamo anche in altri settori, pensiamo alla concorrenza, le forze politiche stanno frenando l’azione riformatrice di Draghi pensando più alle prossime elezioni che alle prossime generazioni. Con i referendum c’è la possibilità di essere più incisivi.

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  • Pasquale Di Pace
    published this page in News 2022-05-31 11:02:43 +0200