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Enrico Vesentini

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  • Comitato nazionale Sì al rigassificatore di Piombino

    È il momento delle scelte.

    È il momento di prendere una posizione chiara, aperta, responsabile.

    È il momento di dire sì al rigassificatore di Piombino e di superare i “no” a tutto, segno di una cultura e di una politica radicata sull’egoismo del “mio” e del qui e ora.

    Per anni, certa politica ha appaltato l’energia dell'Italia a un Paese straniero, rendendoci dipendenti.

    E adesso, adesso che i rapporti con la Russia sono irrimediabilmente compromessi, ne paghiamo tutti il prezzo: forniture del gas tagliate, prezzi esorbitanti, costi della benzina aumentati, bollette sempre più alte.

    Un vero e proprio salasso per cittadini e imprese.

    Per questo, è ora di cambiare. È ora di rendere il Paese libero e indipendente dal gas russo. Il primo passo per farlo è proprio questo: dire sì a un'opera sicura, vale a dire il rigassificatore di Piombino.

    Un'opera che fornisce 5 miliardi di m³ all'anno, cioè il 13% dell'import dalla Russia, coprendo il 6,5% del fabbisogno nazionale.

    Come dimostrano altri esempi in italia e nel mondo, non solo non ha rischi ma è un esempio virtuoso di sviluppo sostenibile, proprio a vantaggio dei territori, con i quali verranno concertate le più ampie compensazioni.

    Non condanniamo l’Italia alla dipendenza energetica.


    Primi firmatari del Comitato, Alessandro Giovannini e Marco Taradash, candidato per Più Europa rispettivamente alla Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Toscana P02 e al Senato nel collegio Toscana 1.

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  • signed IO VOTO FUORISEDE 2022-11-24 11:51:20 +0100

    IO VOTO FUORISEDE

    5 milioni di italiani, soprattutto giovani, studiano e lavorano in una regione diversa da quella del comune di residenza.

    L’Italia, oltre a Cipro e Malta, è l’unico Paese in Europa a non riconoscergli il diritto di votare nella città in cui vivono per le elezioni politiche.

    Persino stati come Ungheria e Polonia hanno sistemi che consentono il voto a distanza.

    I cittadini italiani che, anche per periodi brevi, lavorano all’estero possono votare. Chi lavora e studia in Italia NO.

    In questi giorni si sarebbe dovuto votare in Parlamento un disegno di legge che avrebbe garantito questo diritto. La caduta del Governo Draghi ha cancellato anche questa possibilità.

    Per questo motivo al Senato a prima firma di Emma Bonino e alla Camera a prima firma di Riccardo Magi, come +Europa/Azione è stata presentata un'interrogazione alla ministra Lamorgese e abbiamo lanciato un appello al Governo per fare tutto il possibile per agevolare il voto di quasi un decimo della popolazione italiana.

    Le studentesse e gli studenti universitari, in particolar modo, il 25 settembre, saranno in sessione d’esame e di laurea.

    Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla vita politica e poi non permettergli di votare dove vivono.

    Firma ora il nostro appello, fai sentire la tua voce #iovotofuorisede

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  • De-Putinizziamo l’Italia: sganciamoci dal gas russo e sblocchiamo le rinnovabili

    Putin sta finanziando la sua guerra grazie al gas che vende a noi europei.
    Di fronte al genocidio degli ucraini, non possiamo più restare a guardare.
    E’ ora di deputinizzare l’Italia, a cominciare proprio dallo stop all’acquisto di petrolio e gas di Mosca e puntare sull’energia pulita.

    Abbiamo un patrimonio di idee e progetti sulle rinnovabili che ad oggi è bloccato dalla burocrazia e dall’inerzia amministrativa a vari livelli.

    Soltanto dal 2018 ad oggi, a fronte di più di 24.000 MW di progetti eolici presentati, ne sono stati autorizzati solo 583 MW.
    E di quasi 37.000 MW di progetti fotovoltaici, ne sono stati autorizzati solo 3.566. 
    I procedimenti sono talmente lunghi che l'80% dei progetti autorizzati non può essere costruito perché ormai tecnologicamente obsoleto e per questi deve essere chiesta una variante autorizzativa. Occorre “sbloccare” in fretta le centinaia di progetti eolici e fotovoltaici incagliati nelle Regioni che aspettano da anni di essere autorizzati.
    Gli operatori del settore delle rinnovabili sono pronti, in pochi mesi, a raddoppiare la produzione di energia pulita e indipendente per rendere l’Italia più sostenibile, più libera e più sicura.

    Occorre però un immediato cambio di passo con un pacchetto di riforme che miri:

    1. a rendere davvero efficace il burden sharing con la previsione dell’intervento dello Stato in via sostituiva nelle procedure autorizzative o con la nomina di commissari straordinari nelle Regioni inadempienti;
    2. a rimuovere i poteri di veto tutt’ora esistenti
    3. a prorogare automaticamente la durata delle autorizzazioni scadute.

    Oltre a questo, per una riforma più incisiva e di lungo periodo, è necessario avviare un ripensamento del titolo V della Costituzione e considerare la restituzione al livello statale delle competenze esclusive in materia energetica, necessaria per riconoscere la giusta centralità all’interesse strategico del raggiungimento dell’autonomia e della sicurezza energetiche dell’Italia e dell’Europa, integrate nelle strategie geopolitiche.

    Clicca qui per leggere la proposta completa.

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