Già ci sembrava profondamente sbagliato rimuovere l’obbligo per i commercianti di accettare i pagamenti con carte e bancomat al di sotto dei trenta euro, portare oggi questo limite a sessanta euro è una vera e propria follia.
Equivale ad abolire quest’obbligo del tutto, per la maggior parte dei pagamenti quotidiani, e a trasformarlo in sostanza nel suo opposto, ovvero nell’obbligo dell’uso del contante.
Un regalo per gli evasori (ovvero per la concorrenza sleale agli esercenti onesti) e un’offesa alla libertà delle persone che devono avere il diritto di pagare come vogliono, in contanti o con carta di credito, qualsiasi somma, anche per un aperitivo o un caffè.
Speriamo che i commercianti abbiano negli ultimi anni compreso l’importanza dei pagamenti elettronici e non rinuncino a importanti porzioni di clientela per assecondare questo tic reazionario e luddista del Governo, e siamo certi che gli stessi consumatori sapranno scegliere gli esercenti che rispettano la loro libertà, rifiutando il ricatto “o contanti o niente”.
Firma ora la petizione e fermiamo la proposta del Governo.
Aggiungi signature5 milioni di italiani, soprattutto giovani, studiano e lavorano in una regione diversa da quella del comune di residenza.
L’Italia, oltre a Cipro e Malta, è l’unico Paese in Europa a non riconoscergli il diritto di votare nella città in cui vivono per le elezioni politiche.
Persino stati come Ungheria e Polonia hanno sistemi che consentono il voto a distanza.
I cittadini italiani che, anche per periodi brevi, lavorano all’estero possono votare. Chi lavora e studia in Italia NO.
In questi giorni si sarebbe dovuto votare in Parlamento un disegno di legge che avrebbe garantito questo diritto. La caduta del Governo Draghi ha cancellato anche questa possibilità.
Per questo motivo al Senato a prima firma di Emma Bonino e alla Camera a prima firma di Riccardo Magi, come +Europa/Azione è stata presentata un'interrogazione alla ministra Lamorgese e abbiamo lanciato un appello al Governo per fare tutto il possibile per agevolare il voto di quasi un decimo della popolazione italiana.
Le studentesse e gli studenti universitari, in particolar modo, il 25 settembre, saranno in sessione d’esame e di laurea.
Non possiamo lamentarci della scarsa partecipazione dei giovani alla vita politica e poi non permettergli di votare dove vivono.
Firma ora il nostro appello, fai sentire la tua voce #iovotofuorisede
Aggiungi signatureREFERENDUM CANNABIS
Per depenalizzare la cannabis e aprire la strada delle legalizzazione in Italia
Se vince il sì la coltivazione domestica per uso personale destinate non sarà più reato.
Restano puniti i reati di produzione massiva e detenzione ai fini di spaccio.
Se vince il sì la popolazione carceraria, costituita per un terzo da persone detenute per reati connessi al Testo Unico sulle Droghe e in maggior parte legati alla cannabis, diminuirebbe drasticamente, incidendo positivamente sul problema del sovraffollamento delle carceri.
Se vince il sì non sarà più prevista la sospensione della patente come sanzione amministrativa per chi detiene una piccola quantità di sostanza stupefacente per uso personale. Guidare dopo averla consumata resta reato.
Perché legalizzazione la cannabis è una scelta antimafia
Il mercato della Cannabis in Italia vale il 39% degli affari della criminalità organizzata sullo spaccio di sostanze stupefacenti.
L’Italia oggi è il Paese europeo con le leggi più severe
per i reati connessi alla Cannabis eppure il consumo continua ad aumentare. Sono 6 milioni (1 italiano su 10)
le persone che usano Cannabis ogni anno.
È oramai evidente che proibire non funziona.
Lo hanno capito, tra gli altri, gli USA e il Canada dove la legalizzazione ha già portato a una riduzione dei consumi
e a un uso più consapevole e controllato oltre alla nascita
di una nuova economia con regole stringenti.
I BENEFICI DELLA CANNABIS LEGALE
35.000 nuovi posti di lavoro per una nuova economia legale e trasparente.
7 miliardi di euro di nuove entrate nelle casse dello Stato.
Meno processi per il nostro sistema giudiziario grazie alla depenalizzazione dei reati minori
e più risorse per la lotta al narcotraffico.
Mai più pazienti in tribunale per aver coltivato in casa la cannabis di cui hanno bisogno
e che lo Stato non riesce a fornirgli.
Programmi di informazione ed educazione sui rischi legati all’abuso e alla prevenzione delle dipendenze.
Aggiungi signatureEcco il Manifesto Arcobaleno di +Europa!
Per l’uguaglianza delle persone LGBTI+ ci vuole molto di più del #DdlZan.
In Europa e in Italia i diritti sono sotto attacco, i governi di destra di Polonia e Ungheria, appoggiati dai partiti sovranisti italiani, lo dimostrano.
+Europa chiede la piena uguaglianza formale e sostanziale davanti alla legge per le persone LGBTI+, con proposte volte al riconoscimento di diritti concreti ed esigibili da qualsiasi cittadino.
Matrimonio egualitario, genitorialità, diritti delle persone trans e delle persone intersex, reale contrasto all’omolesbobitransfobia attraverso l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione sessuale ed affettiva nelle scuole.
Il Manifesto arcobaleno è alla base della nostra interlocuzione con le associazioni interessate. Vogliamo portare avanti un lavoro coerente e approfondito, in costante dialogo con le persone e il movimento LGBTI+.
Siamo convinti che il riconoscimento e l’esigibilità dei diritti LGBTI+ siano la cartina di tornasole di una società libera, aperta e democratica.
+Europa è all’avanguardia in questa battaglia.
Dai forza al Manifesto Arcobaleno.
Le persone LGBTI+ non ne possono più di aspettare, i diritti non possono aspettare!
Firma il nostro Manifesto.
Aggiungi signaturePutin sta finanziando la sua guerra grazie al gas che vende a noi europei.
Di fronte al genocidio degli ucraini, non possiamo più restare a guardare.
E’ ora di deputinizzare l’Italia, a cominciare proprio dallo stop all’acquisto di petrolio e gas di Mosca e puntare sull’energia pulita.
Abbiamo un patrimonio di idee e progetti sulle rinnovabili che ad oggi è bloccato dalla burocrazia e dall’inerzia amministrativa a vari livelli.
Soltanto dal 2018 ad oggi, a fronte di più di 24.000 MW di progetti eolici presentati, ne sono stati autorizzati solo 583 MW.
E di quasi 37.000 MW di progetti fotovoltaici, ne sono stati autorizzati solo 3.566.
I procedimenti sono talmente lunghi che l'80% dei progetti autorizzati non può essere costruito perché ormai tecnologicamente obsoleto e per questi deve essere chiesta una variante autorizzativa. Occorre “sbloccare” in fretta le centinaia di progetti eolici e fotovoltaici incagliati nelle Regioni che aspettano da anni di essere autorizzati.
Gli operatori del settore delle rinnovabili sono pronti, in pochi mesi, a raddoppiare la produzione di energia pulita e indipendente per rendere l’Italia più sostenibile, più libera e più sicura.
Occorre però un immediato cambio di passo con un pacchetto di riforme che miri:
1. a rendere davvero efficace il burden sharing con la previsione dell’intervento dello Stato in via sostituiva nelle procedure autorizzative o con la nomina di commissari straordinari nelle Regioni inadempienti;
2. a rimuovere i poteri di veto tutt’ora esistenti
3. a prorogare automaticamente la durata delle autorizzazioni scadute.
Oltre a questo, per una riforma più incisiva e di lungo periodo, è necessario avviare un ripensamento del titolo V della Costituzione e considerare la restituzione al livello statale delle competenze esclusive in materia energetica, necessaria per riconoscere la giusta centralità all’interesse strategico del raggiungimento dell’autonomia e della sicurezza energetiche dell’Italia e dell’Europa, integrate nelle strategie geopolitiche.
Clicca qui per leggere la proposta completa.
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