di Benedetto Della Vedova
Rimettere oggi in discussione l’accordo sul Mes, per un paese indebitato come il nostro, significa scherzare con il fuoco. La polemica scomposta di questi giorni sta già indebolendo la posizione e la reputazione dell’Italia sui tavoli europei, dove si giocano altre partIte rispetto alla governance economica in particolare dell’area Euro.
Questo è un altro caso in cui i guai del Conte 1 pesano come macigni sul Conte 2. Il premier avallò a giugno un accordo con i partner frutto di un lungo negoziato. Oggi Conte lo vuole mettere in discussione, rimangiandosi di fatto la parola e mettendo l’Italia in una posizione di difficoltà. Il Primo Ministro e il Movimento 5 Stelle si devono assumere, in solido con Salvini, la responsabilità di quanto concordato (in un accordo che resta purtroppo tra Stati e quindi al di fuori dalle istituzioni Ue) ed evitare di trascinare l’Italia in una polemica solitaria, fuori tempo e fuori misura.
In questi giorni, la Lega, i sindacati e anche vari esponenti di maggioranza si sono scagliati contro la Ragioneria dello Stato e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, per aver osato dire che il rinvio dell’innalzamento dell’età pensionabile avrebbe costi difficilmente sostenibili.
Invece di polemizzare con chi gestisce il sistema e i conti pubblici, politici e sindacalisti dovrebbero spiegare nel dettaglio come pagheranno le pensioni dei giovani.
Se non avessero una risposta seria e circostanziata diversa da quella standard “attraverso crescita e lavoro”, che serve solo a buttare la palla in tribuna, farebbero meglio a stare zitti.
Sarebbe inaccettabile se una decisione di questo tipo venisse adottata senza un’analisi degli effetti su chi oggi sta pagando i contributi.
E per questo mi auguro che tutti i partiti, a partire dal Pd, votino la mia proposta di legge, sottoscritta da circa 50 parlamentari di maggioranza e opposizione, per introdurre nell’art. 38 della Costituzione il principio di equità generazionale delle pensioni.
Una modifica che renderebbe impossibile legiferare infischiandosene delle generazioni future.
Andrea Mazziotti
Il rinvio in commissione della proposta di Mdp sull'articolo 18 è senza dubbio una buona notizia e rappresenta una vittoria della cultura delle assunzioni e un no alla cultura dei licenziamenti. Siamo stati gli unici in Parlamento a opporci a questo testo da anni '70 e ora siamo contenti che venga ufficialmente affossato. E' imbarazzante l'assenza del centrodestra e di Forza Italia su questo tema: non hanno presentato nessun emendamento, ma dimostrano più attivismo solo sulla difesa dei balneari, su battaglie contro la concorrenza o sul distacco di Sappada.
Lo diciamo sin da ora: siamo contro un innalzamento delle indennità al lavoratore licenziato come manovra di scambio in legge di bilancio. Sappiamo di essere quasi soli in questa battaglia a tutela della cultura d'impresa, ma continueremo a combatterla.
La scelta del Pd e della maggioranza di schierarsi contro la proposta di MDP sulla restaurazione dell'art. 18 rappresenta una vittoria netta contro i conservatori e la sconfitta di un totem ideologico antistorico nelle politiche del lavoro, la fine di uno slogan-provocazione da fine legislatura. Dopo che la relatrice Di Salvo ha annunciato di voler riferire in senso contrario alla proposta, abbiamo, quindi, comunicato al presidente Damiano il ritiro dei nostri emendamenti soppressivi.
Noi abbiamo scelto di proseguire coerentemente il nostro impegno di questi anni a sostegno delle politiche di riforma del mercato del lavoro. Opporsi a questi vecchi totem ideologici vuol dire sostenere assunzioni e non licenziamenti più facili.
Come Forza Europa siamo soddisfatti dell'incontro con i radicali e con il segretario del Pd, Matteo Renzi, a cui abbiamo sempre riconosciuto un coraggio innovatore nel campo del lavoro e siamo soddisfatti per la scelta del Pd a favore di politiche di apertura e di modernizzazione, proprio come avvenuto con la bocciatura dei tentativi di restaurazione dell'articolo 18 promossi da Mdp in Commissione Lavoro alla Camera.
Andrea Mazziotti
Su un tema come l'immigrazione non servono dibattiti italioti con accenti nazionalisti. E’ necessario un confronto più approfondito e partecipato da parte del Governo e dei partiti. Bisogna battersi convintamente per avere più Europa: più integrazione e maggiore presenza della Commissione europea durante l'esame dei provvedimenti comunitari in Parlamento. L’Europa è anche un’unione di valori e diritti fondamentali condivisi e occorre agire per farli concretamente valere.
Sul tema del meccanismo di ricollocazione, che rappresenta senza dubbio un significativo passo in avanti nella strategia comune europea, occorre che le istituzioni dell’UE, gli Stati membri sotto pressione e quelli che si sono impegnati a ospitare le persone trasferite diano un seguito immediato a queste decisioni.La realizzazione del programma non può avere carattere facoltativo né essere subordinato alla disponibilità dei singoli Stati membri.
No alla regola del “ se paghi un po’ non prendi i migranti”. Bisogna realizzare il criterio dell’equa ripartizione delle responsabilità, anche finanziarie, all’interno dell’Unione, anche perché la relocation non va concepita dall’Unione europea come il frutto episodico di una situazione emergenziale, bensì, come un esempio di soluzioni strutturali.
Andrea Mazziotti
Il dibattito sulle fake news dimostra ancora una volta la confusione che regna nel centrodestra.
Salvini ha iniziato a urlare alla sola ipotesi di un intervento anti-bufale, ed è comprensibile visto quello che pubblicano i siti che lo sostengono.
Forza Italia, invece, ha presentato, a prima firma della collega De Girolamo sulle fake news, un testo che sembra uscito dal Ministero della Propaganda Cinese o, se volete, del Ministero della Verità di Orwelliana memoria. Ecco cosa prevede:
1) Nella proposta di Forza Italia si prevede il divieto di pubblicare contenuti sulle piattaforme digitali in forma anonima, nonostante il partito abbia votato a favore dell'anonimato come valore fondamentale nella Carta dei diritti di internet. Intendiamoci, ci sono governi che applicano principi di questo tipo. Ad esempio la Cina..
2) Il diritto degli utenti di cui siano state pubblicate immagini o a cui siano stati attribuiti atti, pensieri, o affermazioni "da essi" ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità. Avete capito bene: dagli interessati. Non oggettivamente lesivi della dignità o oggettivamente contrari a verità. Quindi se IO penso che mi stiano attribuendo una frase non vera, ho diritto a chiedere che sia rimossa (pure se è vera?).
La norma non si applica nel caso in cui la pubblicazione sia effettuata da un giornalista professionista, nell'esercizio della professione ed "esclusivamente" per il perseguimento della relativa finalità. In pratica, se qualcuno che lavora a un sito di informazione, ma non è iscritto all'albo dei giornalisti pubblica, nell'esercizio dell'attività giornalistica, un articolo in cui mi attribuisce un'affermazione che non mi piace, posso pretenderne la cancellazione.
3) Il vero capolavoro è l'ultimo comma della proposta di legge, in base al quale, se su un sito vengono ripubblicati dei vecchi articoli, l’interessato che non ritenga sussistente, al momento della ripubblicazione, l’interesse pubblico all’informazione può chiederne la rimozione ai sensi del presente articolo. In pratica, decido io se sussiste o no l'interesse pubblico a rileggere un vecchio articolo.
Il tema delle fake news è un argomento serio, come ho spiegato in un mio paper. Incide sulla democrazia, sulla formazione dell'opinione pubblica e del consenso. Servono interventi, ma non norme orwelliane o cinesi. Bisogna muoversi sempre nel rispetto della nostra Costituzione, dell'art. 21 e dei principi fondamentali delle norme internazionali.
Solidarizzo comunque con la collega De Girolamo, che si trova a sollevare (male) un tema comunque legittimo, visto che si troverà in coalizione con chi le bufale le difenderà sempre a prescindere.
Andrea Mazziotti
ROMA, 12 DIC - "Intendiamo porre la questione in maniera seria con l'obiettivo di arrivare finalmente a una soluzione. La direttiva Barnier del 2014 e' molto chiara e anche l'Antitrust ha segnalato che il monopolio Siae sulla gestione dei diritti d'autore non e' pienamente superato. Dall'Europa arrivano molto spesso norme a favore della concorrenza e dell'innovazione e l'Italia ci mette sempre un po' a recepirle pienamente. E' l'ora di farlo dopo che la blindatura del decreto fisco alla Camera non ci ha permesso di intervenire". Lo afferma il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti di Celso, firmatario dell'emendamento che estende la concorrenza sui diritti d'autore anche alle entita' di gestione indipendenti.
L’iniziativa della Cgil ha diviso i sindacati e riproposto risposte vecchie a problemi nuovi. Una manifestazione solitaria semplicemente assurda, fuori dal tempo e contro la storia. Dobbiamo riportare risorse e attenzione pubblica sui giovani e sul futuro. Per questo aderisco con convinzione all’appello lanciato oggi in prima pagina su Il Foglio dal think tank Tortuga.
E’ tempo di dire basta alla strategia della pensione, a una politica e a un sindacato che pensa solo ad accontentare e proteggere chi gia’ ha. Sostengo l’appello perché è ora che i giovani inizino non solo a preoccuparsi, ma anche a occuparsi di loro stessi e a far sentire la propria voce. L’aumento dell’età pensionabile ostacola la crescita e la sostenibilità dei conti pubblici, creando prepensionamenti pagati sempre dai giovani. Mentre il mondo corre, inventa il domani e si prepara ad affrontare questioni sempre più complesse, l’Italia si piega sull’oggi schiacciata dal passato offrendo solo ingiustizie e aumenti della spesa pubblica. Proprio per questo presentato una proposta di legge costituzionale, sottoscritta da circa 50 parlamentari di maggioranza e opposizione, per introdurre nell’art. 38 della Costituzione il principio di equità generazionale delle pensioni.
Andrea Mazziotti
Spostamento di risorse dal Cnel al fondo sport e periferie, liberalizzazione del settore dei diritti d'autore, più soldi per PMI, Erasmus+ e borse di studio per i dottorandi di ricerca, stop al concorso per bidelli a Palermo, eliminazione del fondo per gli archivi dei partiti politici: le mie proposte di modifica alla legge di bilancio 2018.
A proposito delle modifiche alle norme sul diritto d'autore, intendiamo porre la questione in maniera seria con l'obiettivo di arrivare finalmente a una soluzione. La direttiva Barnier del 2014 e' molto chiara e anche l'Antitrust ha segnalato che il monopolio Siae sulla gestione dei diritti d'autore non è pienamente superato. Dall'Europa arrivano molto spesso norme a favore della concorrenza e dell'innovazione e l'Italia ci mette sempre un po' a recepirle pienamente. E' l'ora di farlo dopo che la blindatura del decreto fisco alla Camera non ci ha permesso di intervenire. Con quest’emendamento apriamo, infatti alla concorrenza non più solo per gli organismi di gestione collettiva, ma anche per le entità di gestione indipendente (come Soundreef), recependo così a pieno le indicazioni dell'Autorità garante.
Nel dettaglio i miei emendamenti alle legge di bilancio prevedono:
-Eliminazione del Fondo istituito presso il Mistero dei beni culturali, con dotazione di € 1 mln annui a decorrere dal 2018, per la conservazione e l' informatizzazione degli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori.
-Spostamento di risorse destinate dal Cnel al fondo sport-periferie. Sono 7,123 mln di euro all'anno, quindi 14,25 circa, che si vanno ad aggiungere alla dotazione di 10 milioni di euro all’anno. Viene autorizzata, inoltre, la spesa di € 10 mln annui dal 2018 da destinare al Fondo sport e periferie – con una dotazione economica riferita al triennio 2015-2017 –in modo da attribuire natura strutturale allo stesso
-Abolizione delle norme che dispongono la corresponsione, per i 10 esperti che compongono il CNEL, di un'indennità e, per il presidente ed i consiglieri del CNEL, del rimborso delle spese di viaggio e di soggiorno, effettivamente sostenute e documentate, nel rispetto dei limiti finanziari complessivi dei trasferimenti statali al CNEL.
- Stop al concorso per l’assunzione di bidelli nella provincia di Palermo, e più soldi a sostegno delle piccole e medie imprese nell’ambito del piano Industria 4.0
-Cancellazione della norma che destina 6 milioni di euro al sostegno di manifestazioni carnevalesche. Le risorse cosi recuperate vanno a potenziare Erasmus+, il programma europeo per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport.
-Apertura alla concorrenza del settore della gestione dei diritti d’autore, così come più volte auspicato dall’Autorità, cercando di spingere in avanti il processo di liberalizzazione in materia.
-Incremento delle risorse stanziate per le borse di studio destinate ai dottorandi di ricerca.
Andrea Mazziotti
L’intervento alla Camera del presidente del consiglio Gentiloni in vista del consiglio europeo ha fornito spunti positivi e interessanti per sviluppare il processo di integrazione europea su più fronti, dall’economia all’innovazione, dall’immigrazione ai diritti.
Abbiamo condiviso, in particolare, la posizione adottata sul tema dell'unione monetaria, sulla quale abbiamo assolutamente la convinzione che si debba proseguire verso una maggiore unità, in un'ottica di coesione e crescita, e non in un'ottica di veti che porterebbe solo a scaricare nuovamente colpe sull'Europa, che probabilmente non avrebbe ma sarebbero degli Stati nazionali.
Condivisibile è stato, inoltre, il richiamo ai diritti umani sul tema della migrazione. In tal senso positiva è stata la decisione della Commissione europea di deferire Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia per la violazione degli accordi sulla ricollocazione. Occorre, infatti, vigilare, perché sul tema della ricollocazione obbligatoria ci sono invece proposte che potrebbero essere contrarie agli interessi italiani.
Da parte di alcune forze politiche (Lega nord e grillini in primis) , invece, sono arrivate prese di posizione pre-elettorali molto diverse da quelle che venivano ostentate qualche giorno prima. Il record di incoerenza spetta senza dubbio al M5S. Si è passati dal “riprendiamoci la sovranità” di Di Battista al “diamo più poteri al Parlamento europeo” di Di Maio. Allo stesso modo bisogna ammettere che lascia piuttosto allibiti sentir dire, in un dibattito che riguardava tutt'altro, che la priorità è togliere le sanzioni alla Russia. Almeno sarebbe il caso di leggere i dati di questi mesi: sui primi nove mesi l'export in Russia è cresciuto del 23 per cento, nelle regioni del Nord ancora di più. Raccontare che il nostro export è danneggiato quando cresce del 23 per cento rispetto all'anno scorso fa semplicemente sorridere.
Purtroppo ancora una volta, quando si affrontano temi europei e non solo, le forze di opposizione hanno deciso di parlare di tutt’altro rispetto all’oggetto della discussione.
Andrea Mazziotti
Improbabile alleanza Lega-Fi-Mdp portera' a procedura infrazione - ROMA, 13 DIC - "Non stupisce la gioia del senatore Gasparri alla notizia dell'insabbiamento del ddl spiagge al Senato. La legge approvata dalla Camera, seppur timida e poco innovatrice, non verra' mai approvata definitivamente grazie a una improbabile alleanza tra Forza Italia, Lega e Mdp. Un'alleanza anti legalita' che quasi sicuramente ci costera' una nuova procedura d'infrazione, dopo quella che ci aveva regalato il governo di centrodestra. Il risultato sara' meno concorrenza e meno trasparenza nel settore nonostante i risultati da noi ottenuti in Commissione a Montecitorio". E' quanto dichiarato da Andrea Mazziotti (Civici e Innovatori), presidente della commissione Affari Costituzionali, tra i promotori della lista europeista + Europa con Emma Bonino
"Contro ogni forma di violenza sulle donne, dico agli uomini: siate anche voi l’argine, insieme a noi. L'amore non è violenza". Emma Bonino per la giornata contro la violenza sulle donne.
Di Benedetto Della Vedova
L’Italia e l’Unione Europea siano in prima linea per sostenere Tirana nelle operazioni di soccorso e di ricostruzione di cui l’Albania avrà presto bisogno. I rapporti tra i nostri paesi e la fortissima integrazione tra la popolazione albanese e quella italiana impongono al governo italiano di offrire alle autorità di Tirana lo stesso livello di impegno, di risorse umane e di mezzi che metteremmo a disposizione di un terremoto sul suolo italiano.
di Piercamillo Falasca
L’annuncio del premier Conte sulle coperture trovate per evitare gli aumenti fiscali è al momento poco più di un esercizio retorico: non sappiamo di quali coperture si tratti, se eviteranno completamente gli aumenti o ne ridurranno solo l’entità, e se per evitare una certa tassa ne aumenterà un’altra.
Sulla tassazione delle auto aziendali, in particolare, non c’è stata ancora chiarezza da parte del premier: il governo ha fatto dietrofront totale o intende solo ammorbidire la stangata? Sulle auto aziendali ogni euro di aumento è un euro di tasse in più su quei tantissimi lavoratori per i quali l’uso dell’automobile aziendale è una parte non monetaria del loro salario. Dunque, finché non c’è la certezza ‘nero su bianco’ che questa tassazione non aumenta è bene non abbassare la guardia.
La Commissione Bilancio del Senato ha giudicato ammissibili gli emendamenti presentati da Emma Bonino alla manovra. “Sia la Commissione che l’Aula di Palazzo Madama dovranno ora esprimere un voto favorevole o contrario alle nostre proposte - spiega Più Europa in una nota - che mirano a sostituire Quota 100 e Reddito di cittadinanza con interventi di rilancio della crescita e dell’equità intergenerazionale. Quanti in queste settimane hanno criticato l’una o l’altra misura simbolo del governo gialloverde, che purtroppo l’attuale governo sembra intenzionato a conservare, hanno ora la possibilità di far seguire alle loro parole i fatti: votare per gli emendamenti Bonino”, conclude il comunicato.
Di Piercamillo Falasca
Gennaro Migliore di Italia Viva chiede oggi al governatore De Luca un passo indietro per consentire in Campania la costruzione di una coalizione più ampia, che includa il M5S. De Luca o non De Luca, si vedrà. A noi di Più Europa il punto dirimente appare un altro: anche il partito guidato da Matteo Renzi chiede la costruzione di una maggioranza strutturale che includa Pd e M5S?
Come hanno dimostrato le elezioni regionali in Umbria e il consenso di cui Salvini e compagnia continuano a godere a livello nazionale, più ti sommi con il M5S e più perdi. L’alternativa al populismo e al sovranismo si costruisce, nella società e nelle istituzioni, con posizioni politiche non ambigue e con la forza di un progetto radicalmente distinto rispetto a Lega e M5S.
di Costanza Hermanin
Pochi giorni fa, un rapporto speciale delle nazioni unite ha definito le prospettive climatiche del pianeta “bleak”, desolate.
Tra il voto di ieri del Parlamento europeo a favore del Grean Deal della Commissione Von der Leyen e l’inizio, questo lunedì, della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico (COP25), oggi un altro Fridays for Future urge i governi a far fronte al riscaldamento globale.
E mentre i governi (anche il nostro) esitano, +Europa aderisce a una proposta di legge d’iniziativa popolare per far pagare un prezzo per tutte le emissioni di carbonio e generare un guadagno che vada ridistribuito dal bilancio dell’Unione alle fasce sociali più deboli, su cui la transizione ecologica potrebbe avere un effetto.
Si tratta dell’iniziativa cittadina europea Stop Global Warming che mira ad accelerare quelle riforme di cui si parla già da anni: cambiare il sistema di scambio delle quote di emissioni (emission trading scheme), i cui limiti sono ormai conosciuti, per dare un prezzo a tutte le emissioni e raccoglierne i proventi nel bilancio UE. Un gettito che vada a finanziare misure sociali europee, per esempio di riduzione del cuneo fiscale. Visionario? Sì e no. La Commissione UE ha già messo in cantiere la possibile introduzione di un adeguamento delle emissioni alla frontiera dell’Unione, piccolo passo verso il carbon pricing generale.
Di cantiere dell’Europa sociale si parla ormai da anni, ma l’entità attuale del bilancio dell’Unione non ha mai permesso di svilupparlo.
Basta poco per iniziare a sensibilizzare cittadini e governo sull’importanza di ridurre le emissioni, anche tramite la fiscalità. Basta una firma.
Per firmare, anche online, serve un documento d’identità
Emma Bonino intervistata dal Mattino sulla vicenda della fondazione Open.
Roma, 10 gen. - "La posizione su Atac della giunta Raggi sarebbe comica, se non ci trovassimo davanti a un problema gravissimo affrontato al di fuori della legalita'. Dopo aver scelto la via fallimentare del concordato, adesso la usano come scusa per approvare una proroga illegale e gia' bocciata dall'Antitrust a novembre. Un vicolo cieco che, visti anche i tempi ridotti, ha un unico effetto: il rischio dello stop dei bus il 27 gennaio. In questo modo giunta e consiglio si assumono responsabilita' enormi per i danni alla collettivita''". Lo dichiara Andrea MAZZIOTTI, presidente della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio e tra i promotori della lista europeista +Europa con Emma Bonino. "La realta' e' una sola: Atac e' un'azienda incapace di garantire qualita' ed efficenza economico del servizio, cosi' come la sindaca Raggi e' incapace di cambiarla. 33mila cittadini hanno gia' firmato per il referendum sulla messa a gara del trasporto pubblico locale aderendo all'iniziativa promossa dai Radicali. Il referendum va indetto subito, senza modifiche dello statuto o altri trucchi per sabotarlo", conclude MAZZIOTTI.
Il Ministro Orlando sta facendo circolare per consultazione tra i Consigli nazionali di 13 Ordini professionali lo schema di un DPR per la riforma dei loro organi.
Questa proposta di fatto raddoppia il limite di tre mandati - già previsto dalla normativa esistente anche se spesso violato - stabilendo che i nuovi limiti si applichino a partire dall'entrata in vigore del decreto stesso.
In pratica, si manda indietro l'orologio, con l'effetto di consentire fino a sei mandati consecutivi di Presidenti e consiglieri che sono già arrivati a tre mandati.
E' una norma assurda, non a caso sostenuta da molti presidenti uscenti degli ordini, che diversamente non sarebbero più ricandidabili.
Se entrasse in vigore con un blitz di fine legislatura, si potrebbero avere organi che restano in carica 24 anni per gli ordini territoriali e addirittura 30 per quelli nazionali.
In questo modo, si rischia di cristallizzare per altri 12-15 anni proprio le rendite di posizione che le attuali disposizioni -ed anche, sebbene formalmente, il nuovo decreto- dovrebbero combattere, creando invece cariche a vita.
Secondo noi di +Europa, le priorità in campo ordinistico, dovrebbero essere la creazione di meccanismi più democratici e il rinnovamento generazionale, non l'ingessamento trentennale degli organi.Già nel 2015, con una mia interrogazione, avevo chiesto al Ministro di non portare avanti questo tipo di interventi e l'iter si era arrestato.
Mi auguro che si fermi anche questa volta, a tutela soprattutto dei giovani professionisti che in questo modo rischiano di essere di fatto esclusi dall'accesso agli organi degli ordini.Sarebbe gravissimo, visto che sono coinvolti ben 13 ordini (agronomi e forestali, architetti, assistenti sociali, attuari, biologi, chimici, geologi, ingegneri, tecnologi alimentari, geometri, periti agrari, periti industriali, agrotecnici) - su cinque dei quali è dubbia anche la legittimità dell'intervento -che rappresentano quasi 1.000.000 di professionisti.
Andrea Mazziotti