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  • Bendato in caserma? Un omaggio a Salvini e al governo.

    di Marco Taradash 

    "La foto stile prigione di Putin o Cina comunista diffusa dall'interno della caserma dei Carabinieri di Roma, dove si ritrae bendato e ammanettato alla schiena il ragazzo indagato per l'omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega, è innanzitutto un messaggio politico.

    È un ringraziamento indirizzato a Salvini, Meloni, Trenta e a tutti i ministri ed esponenti politici che invocano ogni giorno e più volte al giorno tolleranza zero, punizioni esemplari, marcire in galera, mani libere, estromissione dei giudici ‘buonisti’ e così via.

    È un allinearsi di una parte delle forze di polizia alle leggi e ai messaggi televisivi o social di un governo che dal suo insediamento ha tenacemente perseguito la trasformazione del sistema penale di matrice liberale in un meccanismo di repressione poliziesca al servizio del potere costituito. Oltre a un incisivo intervento dei vertici delle forze dell'ordine, occorre ora e subito - e lo bisbigliamo con rispetto - un intervento di chi è stato eletto a garanzia della Costituzione e dei suoi equilibri".

  • Il 5G non è nemico del popolo: combattiamo la nuova psicosi

    di Piercamillo Falasca

    Sta partendo in Italia un nuovo fronte anti-scientifico, che vogliamo contribuire a contrastare: l’opposizione irrazionale e ideologica al 5G, la rete per le telecomunicazioni di ultima generazione.

    L’evidenza scientifica ci dice che la nuova tecnologia non è migliore o peggiore di quelle già esistenti per la salute umana. Se “i cellulari fanno male”, fanno male anche oggi: aiutiamo dunque la ricerca a comprendere gli effetti dei campi elettromagnetici sui nostri corpi, evitando però che si diffonda una nuova psicosi collettiva, indotta dai soliti professionisti dell’allarmismo.

    Il 5G promette di essere un salto eccezionale per la nostra società e pensare di escludere l’Italia dalla nuova tecnologia è semplicemente folle.

    L’aumento esponenziale della velocità di trasmissione ei dati da connessioni mobili sarà solo uno degli effetti del passaggio dal 4G al 5G. Altre caratteristiche della nuova tecnologia modificheranno radicalmente la società, dall’automazione in ambito industriale e agricolo alle automobili senza guida, passando per le applicazioni mediche (la telemedicina), il lavoro a distanza, la realtà virtuale, i dispositivi di sicurezza civile e militare o i servizi amministrativi.

    Perché il 5G farebbe più male delle tecnologie precedenti? Non è dato sapersi, non c’è alcuna evidenza scientifica che giustifichi l’opposizione al 5G, come si legge ad esempio in questo articolo di Wired.

    Nelle prossime settimane e mesi, dovremo contribuire come potremo al dibattito pubblico, per evitare che - tra un Tav e un vaccino - anche il 5G diventi l’ennesimo “nemico del popolo”.

  • Tav: nessuna sponda alla Lega. Se Salvini vuole il Sì voti la mozione delle opposizioni

    di Benedetto Della Vedova

    Ora che il M5S ha depositato al Senato la propria mozione sulla Tav, che politicamente implica la presentazione di una mozione uguale e contraria da parte della Lega, è essenziale che tutte le forze di opposizione non si prestino - volontariamente o involontariamente - a fare da “spalla” ai due partiti di maggioranza.

    Quello che deve emergere in questo passaggio parlamentare non è solo la divisione tra Lega e M5S, ma l’insufficienza della sola Lega, nonostante l’atteggiamento da uomo solo al comando di Salvini, ad assicurare la partecipazione italiana al progetto Tav.

    Per impedire i giochi di sponda della Lega ci sono almeno due possibilità. La prima è quella di non partecipare alle votazioni sulle mozioni presentate dalle forze di maggioranza, lasciando che il regolamento di conti sia tutto interno ai partiti che sostengono l’esecutivo. Insomma, se tutte le opposizioni fossero compatte, lascerebbero alle sole forze di maggioranza di risolvere la questione, senza cavare le castagne dal fuoco alla Lega.

    Se Fratelli d’Italia e Forza Italia, invece, accorressero in soccorso di Salvini e si preparassero a votare con la Lega una mozione comune, le opposizioni non corrive con i gialloverdi hanno una seconda opzione: proporre una mozione “si tav” di minoranza, dichiarando in anticipo di votare in ogni caso contro qualunque mozione proveniente da una forza di maggioranza o da una forza di “opposizione a metà” (FdI e FI). Una eventuale mozione leghista al Senato potrebbe contare, anche nel caso in cui la tentazione da parte di Forza Italia di ricompattare un simulacro di centro-destra portasse il partito di Berlusconi a votare con Salvini e Meloni una mozione “di coalizione”, su 137 voti (58 Lega, 18 FdI e 61 FI) e rimarrebbe molto lontana dalla maggioranza.

    Escludendo (anche se ormai nella politica italiana nulla è impossibile) che il M5S diserti questo voto, l’illusione di autosufficienza di Salvini verrebbe cosi bocciata.

    Insomma, se Salvini vuole il Sì alla Tav, deve venire in Parlamento (di persona) e votare la mozione delle opposizioni. In caso contrario, niente Sì alla Tav in Parlamento.

    Altrimenti l’Italia uscirebbe dalla Tav? Ovviamente no, perché come è noto la partecipazione italiana è già stata deliberata e non ha bisogno di alcuna riapprovazione. Ma forse si riuscirebbe a dare un ulteriore colpo all’equilibrio di questo esecutivo pericolante che produce danni all’Italia dentro e fuori i confini, uscendo dalla rappresentazione di comodo che le forze di maggioranza danno delle proprie divisioni, pretendendo di rappresentare a un tempo il governo e l’opposizione.

  • Sulla Gregoretti Salvini reitera il reato della Diciotti perchè sa che può scappare dal processo

    di Costanza Hermanin

    La cosa politicamente più grave del caso Gregoretti è che il Ministro dell’Interno ha orgogliosamente reiterato quello che il Tribunale dei Ministri ha indagato come un reato meno di un anno fa circa il caso della nave Diciotti e al cui accertamento si è sottratto per l’intervento del Senato.

    Ancora una volta Salvini ha lanciato una sfida aperta allo Stato di Diritto, che tutti sottovalutano perché ormai abituati alla retorica e alla prassi dei porti chiusi. Quella dell’abbandono dell’Europa, poi - sottolinea Hermanin - è davvero ormai pura retorica visto che, oltre alle recenti ridistribuzioni volontari dai porti italiani, 14 Stati dell’Unione europea hanno già iniziato a lavorare a un progetto concordato di ricollocamento dei profughi, progetto a cui l’Italia non sta partecipando.

     

     

  • Emma Bonino in Senato presenta la prima mozione Sì Tav

    La prima delle mozioni Sì Tav depositate in Senato in risposta a quella del M5S è stata presentata ieri da Emma Bonino, che l'ha sottoscritta insieme ai senatori Monti, Casini, De Falco, Durnwalder, Errani, Lanièce, Nencini, Rojc e Unterberger.

    La mozione “impegna il Governo a proseguire nelle attività amministrative finalizzate alla realizzazione dell’opera e in particolare della sezione transfrontaliera e del tunnel di base del Moncenisio, dando attuazione a quanto già previsto dalla normativa vigente e dagli accordi stipulati dall’Italia in sede internazionale.

    “Fin da quanto venne concretamente prospettata la realizzazione di una linea ad alta velocità tra Torino e Lione – si legge inoltre nella mozione – si accesero violente polemiche sull’opera, che, anche a seguito delle revisioni del progetto, del tracciato e degli importi di spesa previsti, oggi presenta per la sezione transfrontaliera caratteristiche di piena sostenibilità economica e ambientale e non giustifica forme di opposizione pregiudizialmente ideologiche. 

    Il voto nell'aula del Senato è previsto tra il 6 e il 7 agosto.

    Clicca qui per leggere la mozione.

     

     

  • Cambiamo la legge elettorale, è una questione di democrazia!

    La legge elettorale attuale non garantisce parità di accesso alle elezioni da parte di tutti i partiti. Vogliamo ripristinare regole minime, democratiche, per l'accesso alla competizione elettorale. Ecco perché, insieme ad Europa Verde, abbiamo presentato una proposta di modifica della legge elettorale per la parte che riguarda la raccolta delle firme.

    Guarda la conferenza stampa

     

    PROPOSTE DI MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE

     

    FIRME

    Sulle firme necessarie a presentare le liste, si prevede il passaggio dalle attuali 1500 a 400 per ciascuno dei 63 collegi plurinominali della Camera e 33 del Senato. Nella scheda si spiega quali sono le firme richieste nei principali paesi europei.

    AUTENTICATORI

    Sulla disciplina delle autenticazioni, si estende alle elezioni un nuovo regime già approvato, solo alla Camera, per i referendum (articolo 2, comma 2, lettera b) dell’Atto Senato 859). Tra gli autenticatori autorizzati sono aggiunti consiglieri regionali e avvocati, ma soprattutto si prevede che i promotori della sottoscrizione, cioè i partiti, per le elezioni nazionali, regionali e locali, possano indicare dei delegati all’autenticazione tra i cittadini in possesso dei requisiti per fare il presidente di seggio.

    ESENZIONE DALLA RACCOLTA FIRME

    Sull’esenzione dalla raccolta firme ci sono due scenari alternativi.
    Il primo di abrogazione del regime dell’esenzione dalla raccolta firme e di equiparazione di tutti i soggetti politici concorrenti. Con il vecchio Mattarellum era così. Tutti i partiti, presenti o non presenti in Parlamento, dovevano raccogliere le firme. Il secondo scenario è di estendere alle politiche il regime di esenzione per le elezioni europee.

    MODALITA’ RACCOLTA FIRME

    Sulle modalità di raccolta firme si prevede che si possano raccogliere solo sui candidati delle liste proporzionali e non su quelli uninominali e dunque potenzialmente di coalizione. È una norma di interpretazione autentica dell’art. 18- bis, comma 1 del DPR 361/57 che corregge l’interpretazione data dal Viminale.

  • A Von der Leyen Conte dica se vuole un'Europa Unita o un'Italia satellite di Putin

    di Valerio Federico
     
    Oggi Ursula Von der Leyen è in visita in Italia.
    La neopresidente della Commissione europea nel suo discorso di insediamento ha posto tra le priorità anche la proposta di +Europa di dare il diritto di iniziativa legislativa propositiva al Parlamento europeo.
     
    Riprendiamo dunque un percorso che porti ad un'Europa unita e federale, agli Stati Uniti d’Europa, a partire, subito, senza bisogno di modificare i Trattati, da un Parlamento che legiferi a maggioranza per tutti gli europei, si apra la strada a una vera cittadinanza europea, siano i cittadini europei a eleggere il presidente di Commissione, si prevedano collegi elettorali europei interstatali.
     
    Chi ci sta oggi nell’Italia delle forze di governo vicine a Putin? Conte scelga l’Europa unita, rifiuti la disgregazione europea con stati nazione deboli, illiberali e non competitivi, magari satelliti della Russia di Putin.
     
    L’obiettivo dell’Italia, più che uno spazio per un leghista nazionalista in Commissione europea sia di lavorare con Von der Leyen per un’Europa in grado di garantire comuni diritti fondamentali ai cittadini europei e, finalmente, di contare al pari di Cina e Stati Uniti.
     
    Serve coraggio, servono riforme per trasferire a una Federazione europea competenze e decisioni con un processo pienamente democratico.
     
    Von der Leyen ci ha detto: "Vogliamo vedere più Europa qui. Il mondo chiede più Europa. Il mondo ha bisogno di più Europa".
    L’Italia che dice?
  • published Contro Salvini, dalla parte degli "zingaracci" in News 2022-02-01 18:00:49 +0100

    Contro Salvini, dalla parte degli "zingaracci"

    Di Giordano Masini

    L’antisemitismo dei leader di governo è strisciante, mai urlato, piuttosto sussurrato qua e là, evocato nei riferimenti a Soros e alla finanza internazionale. Oggi (o sarebbe meglio dire “per ora”) nemmeno Salvini potrebbe permettersi di evocare la “ruspa” contro gli ebrei e sopravvivere politicamente.

    Può farlo invece contro gli zingari, che con gli ebrei condivisero lo sterminio nazista, perché se la Shoah ha costretto gli europei a una grande resa dei conti con i propri demoni, l’olocausto dei Rom e dei Sinti resta il “grande rimosso” nella nostra coscienza collettiva: un olocausto che ha anche un nome, “porrajmos”, ma guarda caso questa è una parola che non conosce quasi nessuno, e proprio oggi si ricorda - ma in realtà chi lo ricorda davvero? - l'assassinio in un solo giorno di circa 4000 Rom e Sinti nel campo di Auschwitz-Birkenau, avvenuto il 2 agosto del 1944.

    Se il ventre che ha partorito il mostro è ancora fertile, come scrisse Bertold Brecht (“der Schoß ist fruchtbar noch, aus dem das kroch”), il seme che può fecondarlo è l’odio contro gli zingari, più ancora di quello contro gli immigrati, perché più antico e profondo, più intimamente condiviso.

    Stare oggi dalla parte degli “zingaracci” contro Salvini è la cosa politicamente meno remunerativa, ma è la cartina di tornasole della civiltà.

  • Legge Elettorale: Più Europa e Verdi chiedono incontro a presidenti Camere. "Servono modifiche urgenti"

    Il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova e la co-portavoce dei Verdi, Elena Grandi, hanno inviato una lettera ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Casellati, richiedendo un incontro per poter “illustrare, insieme ai contenuti delle nostre proposte, anche la gravità del nostro allarme rispetto a una situazione, che tendenzialmente esclude dalla competizione elettorale qualunque forza politica non costituita in Gruppo parlamentare alla Camera e al Senato”.

    Clicca qui per scaricare il testo della lettera.

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  • Bonomi ha ragione: barra sulla rotta dello sviluppo

    di Marco Marazzi, coordinatore del gruppo Più Europa Milano.

    Qualche giorno fa Carlo Bonomi, il presidente di Assolombarda, un'associazione che raccoglie più di 6,000 imprese con quasi 370,000 addetti, ha fatto un accorato appello di 4 pagine sul Foglio.

    Di cosa parlava? Di economia, ovviamente. Di crescita che non c'è. Di competitività. Di misure di facilitazione del fare impresa nel paese.  Come +Europa ci ritroviamo interamente nell'appello di Bonomi.  Non solo perché rimette finalmente al centro il tema della crescita economica e del fare impresa, dimenticato da gran parte dell'elettorato che dà per scontato, sbagliando, che l'Italia sia e sarà sempre una potenza industriale. Ma anche perché identifica con correttezza i problemi e le false soluzioni offerte non solo da questo governo ma anche in parte da governi precedenti.

    A chi parla di flat tax, Bonomi ricorda che il sistema tributario è già un labirinto di agevolazioni e forfait che servono solo a coltivare certe fasce di elettorato, con la conseguenza per esempio che il 58% dell'intero gettito IRPEF è pagato solo dal 12,3% degli italiani.   E spiega che l'unico modo vero per rilanciare l'occupazione e la crescita è un taglio netto del cuneo fiscale.  Una decontribuzione che deve essere strutturale e permanente e non per tipologie di contratto.

    A chi parla di fare ancora più debito, spiega che dobbiamo in primis evitare l'aumento probabile di IVA a causa di impegni già presi, che avrebbe effetti recessivi peggiori di quanto non viviamo già.

    A chi ha manifestato un'ostilità verso le medie e grandi imprese e soprattutto le multinazionali ricorda invece quanto la presenza di queste sia importante per l'attrattività del paese e l'innovazione.

    A chi cerca lo scontro con l'Europa ci ricorda che questo danneggia in primo luogo e direttamente il tessuto economico italiano che dipende fortemente dalla sua integrazione col resto della UE.

    Come +Europa, speriamo che una volta che avremo dimenticato i vari tormentoni estivi, dal ripristino della pena di morte vietata dalla Costituzione alla moto d'acqua della polizia, all' inclusione della Francia (!!) nel novero delle "potenze nemiche",  una volta cioè che la cacofonia pilotata sia venuta meno,  l'appello di Assolombarda venga ripreso anche da tutti i principali giornali italiani (non speriamo molto nella RAI).  E che le sue parole vengano ascoltate attentamente soprattutto dagli elettori.

  • In Russia l’ennesima repressione del movimento Lgbti

    Di Yuri Guaiana

    Mentre a Mosca la polizia arrestava manifestanti nonviolenti che chiedevano di avere elezioni libere e aperte, a San Pietroburgo l’ennesima repressione del movimento Lgbti.

    Dopo essersi visti rifiutato il permesso di tenere il pride, circa 50 attivisti hanno deciso di fare dei picchetti individuali per non violare la legge sulle manifestazioni e mostrare comunque il loro messaggio d’amore e uguaglianza.

    Nonostante questo tentativo di rispettare la legge, 11 di loro sono stati arrestati dalla polizia che è intervenuta brutalmente spezzando una gamba a un attivista chiuso nella camionetta.

    C’è voluto l’intervento di un deputato di Yabloko, il piccolo partito liberale russo iscritto all’Alde, affinché agli attivisti detenuti venisse data almeno un po’ d’acqua.

    Tutto questo mentre la stessa costituzione della Federazione Russa affermi all’articolo 31:
    "I cittadini della Federazione Russa hanno il diritto di riunirsi pacificamente, senz'armi, di tenere riunioni, comizi e dimostrazioni".

    L’arbitrio e l’illegalità in cui agisce il regime di Putin è ormai sfacciato. È molto significativo che gli amici di Putin nostrani non abbiano niente da dire in proposito.

  • Il decreto sicurezza bis e la triste commedia di Salvini

    di Bruno Tabacci

    L'equilibrismo di Salvini mette tristezza, non tanto per lui quanto per l'Italia che paga e pagherà un prezzo per la totale mancanza di coerenza del vicepremier e leader leghista.

    Oggi a Milano Salvini ha detto che vuole vivere in un Paese sicuro 'a droga zero, senza spacciatori'.  Poche settimane fa si faceva fotografare con un ultras condannato per spaccio e lo difendeva pure solidarizzando al punto da definirsi "indagato tra gli indagati".

    Sempre Salvini mentre dice di essere un giornalista, insulta i giornalisti dal caso Savoini alla vicenda del figlio sulla moto d'acqua della polizia; incredibile peraltro la difesa del capo della polizia Gabrielli che dice che sono decine i ragazzini sulle moto d'acqua degli agenti.

    E poi Salvini fa l'amicone di Putin, ma pure del suo più acerrimo avversario Trump; vuole l'autonomia regionale ma da buon sovranista lavora per il centralismo; dice che andrà contro l'evasione ma liscia il pelo agli evasori contro lo Stato che li opprime di tasse. Una commedia infinita e davvero molto triste".

  • Si lascino soli in aula Lega e M5s su mozione No Tav

    di Benedetto Della Vedova

    La TAV si farà comunque, qualunque sia l’esito del voto del Senato sulla mozione tartufesca del M5S, che non impegna il Governo, ma il Parlamento, e non modifica il quadro degli accordi internazionali ratificati dall’Italia per la realizzazione dell’opera.
    Il passaggio parlamentare voluto dai grillini è un puro regolamento di conti interno all’esecutivo, quindi le opposizioni vere non devono partecipare al voto sul testo proposto dal M5S e non offrire sponde a una componente della maggioranza contro l’altra. Che senso ha togliere le castagne dal fuoco al Governo Salvini, che mina lo stato di diritto, ci porta in recessione, vuole scassare i conti e guida il fronte anti Europa? Che senso ha, con i voti delle opposizioni, regalare una ennesima vittoria parlamentare a Salvini contro Di Maio? Si lascino Lega e M5S soli in aula, a recitare la pantomima che cela un patto di potere, di cui gli altri sarebbero solo complici comparse.

     

  • Fuori dai giochi? Con la legge sullo sport l'Italia rischia di perdere le Olimpiadi

    di Piercamillo Falasca

    In questo momento, l’Italia rischia di non partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo 2020 e di vedersi revocati i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. Il decreto legge sull’ordinamento sportivo convertito in legge dal Parlamento italiano ha sollevato forti obiezioni da parte del Comitato Internazionale Olimpico, perché alcune norme andrebbero ad intaccare “l’autonomia del Coni” e sarebbero pertanto “non aderenti ai principi della Carta Olimpica”.

    Il Cio ha chiarito di poter adottare per la protezione del “movimento di un Paese la sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico”.

    Il governo italiano sta “faremo, vedremo, risolveremo”.

    Noi intanto vigileremo, per evitare che la prossima estate l’inno nazionale non suoni solo al Papeete ma anche alle Olimpiadi di Tokyo. Ci appelliamo al presidente della Repubblica perché intervenga, prima di promulgare la legge: c’è in gioco l’autonomia dello sport italiano e la partecipazione del nostro Paese alle manifestazioni sportive internazionali.

  • No alla chiusura dei negozi di Cannabis Light: la proposta di legge di Più Europa

    La proposta di legge  sulla cannabis light, depositata ieri in Senato da Emma Bonino, consente la commercializzazione di infiorescenze fresche ed essiccate, resine e oli per prodotti da fumo o inalazione, nonché per altri usi non medicinali e non alimentari (oggetto di una specifica disciplina), delle varietà di canapa sativa di cui è autorizzata la coltivazione.

    Scarica il testo 

    Firma la petizione

    La situazione

    La legge 242/2016 contiene norme che promuovono la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa sativa (da non confondere con la cannabis indica, da cui sono derivati l’hashish e la marijuana tuttora illegali).

    Una recente sentenza delle Sezioni Unite Penali della Cassazione – 30475/2019–condanna di fatto alla chiusura gli oltre 2800 punti vendita di cannabis light aperti in Italia dal 2016, avendo stabilito che è illecita la vendita di infiorescenze secche e essiccate delle varietà di cannabis sativa, con una quantità di THC inferiore allo 0,6% e quindi priva di “effetto drogante”, malgrado ne sia consentita la coltivazione.

    La decisione della Cassazione capovolge una interpretazione della legge 242/2016, pacificamente accettata anche dalle strutture ministeriali competenti nel Ministero dell’Agricoltura, che con la circolare 5059 del 23/5/2018 disciplinava ad esempio il commercio di infiorescenze nel settore florovivaistico.

     

    I numeri della cannabis light in Italia

    Uno studio pubblicato sull’European Economic Reviewstima una sensibile riduzione sia dei volumi (-14%) sia dei profitti (da 90 a 170 milioni in meno) del mercato criminale di hashish e marijuana, dopo l’apertura degli shop di cannabis light.

    Il mercato della cannabis light ha un impatto economico diretto stimato in circa 350 milioni di euro. Secondo quanto comunicato dalla Coldiretti, gli ettari destinati alla coltivazione di cannabis sativa sono passati da poco meno di 400 nel 2013 a più di 4.000 nel 2018. Sono circa 10 mila i posti di lavoro diretti e indiretti.

  • Serve una revisione seria ed ecologica della spesa fiscale

    di Benedetto Della Vedova, Costanza Hermanin, Michele Governatori

    Non solo sui celebri "80 Euro di Renzi" il Governo sta pensando di intervenire. Apprendiamo dalla stampa dei giorni scorsi che il Ministero dell'Economia e delle Finanze starebbe vagliando ipotesi di intervento sulla spesa fiscale che include alcune delle voci evidenziate nella seconda edizione del Catalogo dei sussidi dannosi all’ambiente, recentemente licenziata dal Ministero dell’Ambiente stesso.

    Secondo questo Catalogo, il sistema di sussidi pubblici diretti, delle imposte e delle tariffe in alcuni settori regolati avvantaggia attività dannose all’ambiente per oltre 19 miliardi/anno, mentre le aiuta per 15. Lo Stato, in altri termini, usa risorse pubbliche per remare contro quella stessa transizione verso la sostenibilità a cui è impegnato e che coinvolge vasti investimenti privati in settori innovativi.

    Gran parte di questi sussidi dannosi riguardano proprio la cosiddetta spesa fiscale, cioè l’insieme di facilitazioni ed esenzioni di imposte per categorie specifiche, un oceano di norme ad hoc che in Italia vale più che nella media dei Paesi Ocse.

    Ridurre, in questo oceano, almeno i sussidi dannosi all'ambiente, potrebbe trasformarli in meno tasse per tutti o per le categorie più svantaggiate. Con effetti positivi sia distributivi e di crescita, sia in termini di sostenibilità, di risparmi in costi sanitari da inquinamento e di innovazione.

    Quindi, che il MEF e in particolare la viceministra Castelli stiano lavorando al dossier della spesa fiscale dannosa all’ambiente è un’ottima notizia.

    Quel che ci rende pessimisti è che non c’è compagine politica che su questo abbia meno chance di successo di una populista, perché un programma di riduzione di rendite o privilegi genera nel breve periodo nemici agguerriti e richiede una visione e una narrazione che difficilmente si esauriscono in uno spot che mette d’accordo tutti.

    Quanto tempo passerebbe tra una proposta di taglio di una rendita dannosa all’ambiente e il video su Facebook di un vicepremier che prende le parti del salvatore della categoria danneggiata minacciando l’ennesima crisi?

    Senza "mettere le mani in tasca" a nessuno e senza tagliare la spesa, le tasse si possono ridurre solo per finta: cioè facendole ripagare in debito, con lauti interessi.

     

  • Su Open Arms i ‘pieni poteri’ di Salvini contro i diritti umani

    Oltre 500 profughi sono in mare e grazie alle norme del Decreto Sicurezza bis, varate dalla maggioranza gialloverde, e ai “pieni poteri” che gli sono stati conferiti anche dal M5S, il Ministro degli interni Salvini sta proibendo loro lo sbarco in Italia.

    Questa vicenda, che segna gli ultimi giorni di Conte a Palazzo Chigi, e – ci auguriamo – le ultime ore di permanenza di Salvini al Viminale è la rappresentazione plastica del fallimento morale e politico della maggioranza gialloverde e della necessità di una alternativa culturale e civile alla retorica dell’invasione e dell’odio.

    Quando la crisi di Governo sarà formalizzata e occorrerà ragionare del futuro delle istituzioni, il superamento delle leggi votate da Lega e M5S in materia di immigrazione e sicurezza dovranno essere al centro della discussione e, per quello che ci riguarda, delle eventuali interlocuzioni e alleanze politico-elettorali.

    Si può fare  una politica ordinata e efficiente in materia di immigrazione anche rispettando lo Stato di diritto. Si può aprire una seria discussione in Europa sulla ripartizione dei costi in materia di accoglienza e sulla responsabilità degli altri stati europei senza dimostrare questa desolante violazione di valori e principi giuridici”.

  • Non si esce dalla crisi di governo partendo dal taglio dei parlamentari proposto da M5s e Lega

    di Benedetto Della Vedova

    “Il ‘taglio dei parlamentari’ propugnato dal M5S e sostenuto da Salvini è sempre stato presentato come la misura simbolo dell’antipolitica e così viene sostenuta oggi, a partire dall’unica motivazione presentata per l’urgenza, e cioè quella di una riduzione dei costi di esercizio delle Camere.

    Una misura, quella della riduzione del numero dei membri delle Camere a legge elettorale vigente e soprattutto senza una revisione degli assetti costituzionali a partire dal bicameralismo paritario, a cui siamo stati contrari e che viene propugnata in totale coerenza con l’obiettivo dichiarato del M5S della introduzione del vincolo di mandato per deputati e senatori.

    Pensare di riaffermare la centralità del Parlamento nella soluzione della crisi di Governo partendo dall’approvazione della misura simbolo dell’antiparlamentarismo rappresenterebbe una contraddizione esplosiva.

  • Open Arms, Salvini si rassegni: in un democrazia liberale non esistono pieni poteri

    Di Simona Viola

    “Salvini deve rassegnarsi alla democrazia liberale dove esistono Giudici che hanno il potere di verificare se gli atti amministrativi (anche dei Ministri degli Interni) siano o meno rispettosi di norme nazionali e internazionali. Infatti i “pieni poteri” esistono solo nei regimi autoritari. Anche Salvini come tutti i servitori dello stato che esercitano poteri amministrativi e di governo deve rassegnarsi a essere, come tutti, sottoposto alla legge, alla costituzione e ai trattati internazionali. I giudici fanno il loro mestiere ed è bene che non si facciano eleggere. I Ministri invece tornino a studiare il diritto che farà certamente bene a loro e alla nostra democrazia. Il Tar insomma non “apre i porti” ma verifica se gli atti del Governo siano rispettosi o meno delle norme sovraordinate.